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      Occhiuto "Non hanno mai fatto nulla, hanno provocato il dissesto e parlano pure"

       

       

      Occhiuto "Non hanno mai fatto nulla, hanno provocato il dissesto e parlano pure"

      20 lug 19 Non hanno mai fatto nulla, hanno provocato il dissesto e parlano pure: questa, in poche parole, la sintesi di un lungo post pubblicato questa mattina sui social dal Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che, punto per punto, spiega la situazione ai cittadini e smonta le accuse a seguito della procedura di dissesto, in verità in itinere dal lontano 2010. Lo fa spiegando le sue opere, i fondi impegnati per dare un volto nuovo alla città, le moanovre economiche epr rientrare dal debito ridotto anche nell'entità nonostante anche il pesante taglio del personale subito dal Comune e il drastico taglio di tarsferimenti dello Stato. Il tutto accentuato per "colpa" della sua discesa in politica per governare la Regione Calabria. Da chi lo accusa, dice, solo parole, mai fatti in tutti gli anni in cui sono stati al governo della città, non realizzando alcuna opera importante ma soltanto tante parole e l'aggravio delle spese. Questo il suo scrivere, accompagnato dalla relazione della Corte dei conti del lontano 2012 che fa riferimento al 2010, dichiarazione che riportiamo integralmente per dovere di cronaca:

      "È un periodo in cui sono sottoposto ad attacchi di ogni tipo orchestrati dai poteri forti che condizionano e spesso riescono a manovrare parte della stampa e anche degli organi dello Stato, con l’unico scopo di farmi fuori dalla candidatura a presidente della Regione Calabria. Sanno che noi avremmo veramente la forza e il coraggio di cambiare la nostra terra e quindi stanno cercando di resistere al cambiamento. Può darsi pure che ci riescano, ma quello che mi ripagherà in ogni caso dall’amarezza provocata da tutte queste parole vuote e dalle cattiverie che siamo stati costretti costantemente a subire sono le opere e le attività che siamo concretamente riusciti a realizzare per la nostra città. Tutto ciò resterà per sempre a disposizione dei cittadini del futuro, e questo è quello che conta più di ogni altra cosa. Abbiamo fatto tanto per questa città, ma d’altra parte non potevamo aspettarci gratitudine o riconoscimenti da chi ha interesse a mantenere lo status quo. Noi abbiamo sempre operato per il bene della città, migliorandola sotto ogni punto di vista: dalle nuove opere pubbliche realizzate e finanziate con fondi europei al recupero di tutto il patrimonio storico di proprietà pubblica, dalla riqualificazione dei servizi comunali alla rivitalizzazione in chiave turistico culturale della città, dalla legalizzazione delle Coop allo smantellamento dei campi rom. E anche rispetto ai conti comunali abbiamo operato un miglioramento strutturale notevolissimo: basti pensare che oggi lavoriamo con meno della metà dei dipendenti e dei dirigenti che abbiamo trovato in Municipio nel 2011, ma che i servizi erogati ai cittadini sono comunque notevolmente migliorati. Abbiamo realizzato tutto questo per il bene della nostra comunità solo grazie alla massima determinazione e al nostro grande coraggio, avendo tutti contro: criminali e mafiosi (sono stato costretto ad utilizzare la scorta per quattro anni), ricattatori operanti nei blog o che utilizzano i giornali e le tv locali, ricattati che devono dar conto delle loro attività ai ricattatori, populisti esaltati e dalla doppia morale che utilizzano i poteri dello Stato per tentare di far fuori gli avversari, politici invidiosi del nostro attivismo (ci sono intercettazioni telefoniche e indagini della procura di Catanzaro che dimostrano i continui tentativi di boicottaggio), delinquenti e ladri da noi denunciati che cercano di vendicarsi, rancorosi prevenuti e tutti quelli delusi dal mancato accoglimento di richieste personali. È opportuno fare chiarezza anche sulla situazione relativa ai conti comunali e sull’ipotesi di dissesto finanziario dell’ente, considerato che purtroppo abbiamo buona parte della stampa contro.

      Le immagini allegate al post (che publichiamo qua su ndr) si riferiscono ad uno stralcio della deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto per il Comune di Cosenza. Quindi il Comune di Cosenza, è bene ribadirlo, è in una situazione di grave squilibrio finanziario già dal 2011, data del mio primo insediamento; squilibrio che la mia Amministrazione sta tentando di superare attraverso il Predissesto (Piano di riequilibrio finanziario), strumento alternativo al dissesto che abbiamo utilizzato e che permette di pianificare il risanamento in più annualità (rispetto al dissesto) con il costante monitoraggio (semestrale) della Corte dei Conti. Il “baratro finanziario” (di cui parlano alcuni nostri detrattori) è dunque quello riferito agli anni precedenti al 2011. Non vedo quindi in che modo avremmo potuto essere ritenuti noi i responsabili di una eventuale riproposizione del dissesto. Con quale coraggio chi ha mandato sostanzialmente e formalmente in dissesto il Comune lancia accuse a questa Amministrazione sulla gestione dei conti? Con quale coraggio chi ha devastato una città, lasciando una ingente mole di debiti (che coprivano con crediti fasulli, da noi stralciati dal bilancio) ancora oggi si permette di dare lezioni? C’è qualcuno che ha dimenticato l’incapacità del Comune di far fronte agli impegni assunti e le tante manifestazioni di lavoratori delle coop e di tutto l’indotto che chiedevano semplicemente di ricevere gli stipendi arretrati? Per non parlare dei tempi medi di pagamento delle imprese che superavano i 365 giorni. Ci siamo chiesti in tante occasioni come sia stato possibile spendere così tante risorse in spesa corrente e avere una città che agli occhi di tutti era spenta e disastrata. Ci siamo chiesti come sia stato possibile in tanti anni non realizzare alcun investimento utilizzando i fondi strutturali europei. Non avevano realizzato mai nulla. Nessun investimento, nessuna riqualificazione dei servizi, nessuna attività attrattiva e culturale. E quando ci siamo accorti che al posto dei crediti erano appostati in bilancio solo numeri fasulli era troppo tardi perché la Corte dei Conti (nel 2012) aveva già sentenziato il dissesto. E poi la stessa Corte regionale bocciò nel 2013 anche il Piano di riequilibrio finanziario da noi presentato per ripianare il deficit e i debiti accumulati da questi signori nel passato, ritenendo addirittura non sanabile la disastrosa situazione da noi ereditata. E adesso in linea con quanto deciso nel 2013 di nuovo la Corte regionale ha ritenuto non conformi alle previsioni intermedie (del piano di riequilibrio) gli ultimi bilanci approvati. Si tratta di decisioni assunte in primo grado. Siamo pertanto fiduciosi che, come avvenuto nel 2014, riusciremo a dimostrare alle Sezioni Riunite della Corte gli sforzi compiuti e l’adeguatezza del piano di risanamento che riapproveremo con la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Il dato fondamentale che emerge da quest’ultima relazione della Corte dei Conti è che, a causa delle difficoltà di riscossione (dovute all’evasione e alla crisi economica), nonostante un lieve incremento, il Comune non sia stato in grado di far fronte all’ingente mole debitoria ereditata dal passato non rispettando di fatto le previsioni del Piano di risanamento a suo tempo da noi presentato. C’è stato un graduale miglioramento, ma secondo la Corte non è sufficiente. Sul fronte della spesa corrente c’è stato invece un risparmio consistente e infatti su base annua negli ultimi 6 anni la stessa risulta pari a 73,9 milioni di euro rispetto al dato del 2012 pari a 79.7. E’ importante inoltre precisare che -dalla semplice lettura dei bilanci e dall’accostamento delle relazioni della Corte- appare evidente che la mole debitoria del Comune di Cosenza non ha subito alcun incremento (come falsamente alcuni detrattori sostengono) bensì una consistente riduzione. E tutto ciò è avvenuto nonostante i pesanti tagli dei trasferimenti dello Stato per complessive 102 milioni di euro. Le passività evidenziate dalla Corte dei Conti sono infatti nella quasi totalità riferite ad un periodo antecedente il 2011. Basta analizzare i rendiconti di bilancio per verificare come i residui passivi (ossia i debiti) siano passati da 376 milioni del 2011 a 123 del 2018. Anche parificando gli stati patrimoniali a cui erroneamente qualcuno fa riferimento (adeguando quello del 2011 ai nuovi criteri con i quali è stato redatto quello del 2018) si registra una riduzione di circa 60 milioni di euro (365 contro 305). Le dichiarazioni dei nostri detrattori hanno come unico scopo quello di metterci in cattiva luce e diffondere false preoccupazioni ai consiglieri e ai cittadini che, è bene precisarlo, non subiranno alcuna conseguenza anche in caso di dissesto. Appare evidente, infatti, come la notizia di aumenti dei tributi comunali sia assolutamente priva di fondamento in quanto già dal 2011 (con il Predissesto) venivano applicate le aliquote massime.

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