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      Matrimoni di convenienza per stabilizzzare migranti, 3 arresti dei CC a Cosenza

       

       

      Matrimoni di convenienza per stabilizzzare migranti, 3 arresti dei CC a Cosenza

      22 ott 18 Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del R.o.s. e del comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo un provvedimento cautelare, emesso dalla Procura di Cosenza, nei confronti di 3 soggetti nonché le perquisizioni dei domicili di ulteriori 6 soggetti, tutti indagati per favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nel territorio italiano. L’operazione, inizialmente condotta nei confronti di cittadini marocchini sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche, ha documentato l’esistenza di un gruppo criminale composto da soggetti italiani e marocchini che, dietro compensi compresi tra i 4.000 ed i 7.000 euro, organizzava matrimoni fittizi tra cittadini extracomunitari e donne italiane, permettendo a questi ultimi di ottenere il permesso di soggiorno provvisorio nonché il rilascio di ulteriore documentazione amministrativa.

      I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa originata nell’estate del 2016 a seguito di dichiarazioni testimoniali di un cittadino marocchino riguardo un presunto affiliato allo Stato Islamico, il quale aveva confidato propositi di attentati terroristici da eseguire in Europa e in alcune cittadine del Marocco. Gli accertamenti svolti sulla base delle notizie fornite dal testimone, consentivano di identificare lo straniero presunto militante dello Stato Islamico nel cittadino marocchino B.S., domiciliato in Cosenza. Nella seconda metà di agosto 2016, a soli tre giorni dalle attivazioni dei controlli tecnici, il B.S. lasciava l’Italia per recarsi in Marocco dopo aver soggiornato brevemente in altri stati europei. Tuttavia, si poteva appurare che lo stesso B.S., insieme al fratello B.M. pure domiciliato in Cosenza, si era avvalso dei servizi illeciti forniti da un'organizzazione criminale italo-marocchina radicata in Cosenza, la quale offriva la possibilità di contrarre matrimoni fittizi con donne italiane. Tanto al fine di ottenere i documenti necessari per legittimare la propria presenza in Italia e quindi per spostarsi con facilità nelle nazioni del c.d. “territorio Schengen”. In tale contesto B.S. aveva fittiziamente contratto matrimonio con la cittadina italiana P.E., residente a Cosenza e B.M. contratto matrimonio con A.E., residente a San Fili (CS).

      Nell’ambito delle indagini conseguentemente indirizzate in direzione del sodalizio italo-marocchino avente base logistica a Cosenza, venivano individuate complessivamente 27 persone partecipi, ciascuno con precipui compiti, a 7 unioni matrimoniali fittizie, consumate tra luglio 2015 e giugno 2018 tra cittadini italiani ed uomini/donne di nazionalità marocchina illegalmente soggiornanti sul territorio italiano. Veniva altresì accertata la centralità del cosentino Armando Leporato quale capo promotore del gruppo criminale di riferimento, composto da 6 italiani (Armando Leporato, F.A., Z.E., M.U., A.E., D.G.) e 3 marocchini (A.H., A.J., S.R.), ciascuno con propri ruoli diretti ad individuare cittadini extracomunitari bisognosi di ottenere un permesso di soggiorno; fornire loro un supporto logistico; organizzare matrimoni fittizi tra cittadini italiani e cittadini extracomunitari irregolarmente presenti sul territorio nazionale; procurare a questi ultimi un permesso di soggiorno provvisorio e garantire loro tutti i vantaggi derivanti dal conseguimento dello stesso, ottenendone in cambio un illecito profitto pari ad ingenti somme di denaro comprese tra 4.500 e 6.000 euro a matrimonio; assicurare attività di assistenza e supporto sia nella fase antecedente al momento della celebrazione del matrimonio che successivamente, adoperandosi affinché gli stessi potessero ottenere i documenti di identità (carta di identità, codice fiscale) e di abilitazioni alla guida di autoveicoli nel territorio europeo.

      "È una storia di miseria che porta alla luce un reato grave. Abbiamo ricostruito sette episodi e l'organizzazione dedita a questo tipo di reato. Le persone venivano captate agendo sulla loro miseria e difficoltà che per trecento euro si prestavano al matrimonio". A dirlo il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo illustrando i particolari dell'operazione, denominata "San Valentino", che ha portato alla scoperta di un gruppo che organizzava matrimoni fittizi tra extracomunitari e italiani per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno. L'organizzazione, secondo l'accusa era composta da tre italiani, due uomini, posti ai domiciliari, e una donna, a cui è stato notificato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per un matrimonio le donne pagavano fino a 7 mila euro e 5 mila gli uomini. "L'indagine - ha detto il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini - parte dalla Campania e ha consentito di verificare che a Cosenza c'era un'organizzazione che ha favorito l'immigrazione clandestina, consentendo agli immigrati di ottenere i permessi di soggiorno tramite matrimoni fittizi". "Tutto - ha detto il ten.col. Giancarlo Santagada, comandante del Ros Salerno - parte da alcuni controlli su persone immigrate nel 2016 a Salerno. Da qui abbiamo individuato un soggetto su Cosenza che si occupava della parte logistica e reclutava donne e uomini per matrimoni fittizi".

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