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      A Francesca Melandri il "Premio Sila '49"

       

       

      A Francesca Melandri il "Premio Sila '49"

      12 nov 18 Francesca Melandri, col romanzo "Sangue giusto", ha vinto il "Premio Sila '49" per la sezione letteratura. "Il romanzo di Francesca Melandri - é detto nella motivazione - è un'intensa e sorprendente saga familiare che attraversa la storia italiana dagli anni Trenta ai nostri giorni, indagando nei lati più oscuri e imbarazzanti di vicende collettive come la guerra d'Etiopia o tangentopoli senza mai perdere di vista la concretezza psicologica e l'autenticità dei personaggi. Colpisce, in una scrittrice ormai affermata, anche la volontà di approfondire il suo sguardo ed affinare i suoi già notevoli strumenti stilistici, in una specie di riuscita sfida a se stessa". Gli altri libri finalisti erano "L'estate del '78", di Roberto Alajmo (Sellerio): "Resto qui", di Marco Balzano (Einaudi); "Divorare il cielo", di Paolo Giordano (Einaudi) e "Questa sera è già domani", di Lia Levi (E/O). Donatella Di Cesare, ordinario di Filosofia teoretica all'università La Sapienza", ha vinto il premio per la sezione Economia e società con il libro "Stranieri residenti", pubblicato da "Bollati Boringhieri". "Il volume - si afferma nella motivazione - attraverso un'operazione culturale, filosofica, storica e politica di decostruzione dei miti inerenti al fenomeno migratorio (ius sanguinis, ius loci, la cittadinanza intesa come proprietà del territorio nazionale, la sovranità) si inserisce in una visione di rilancio della 'Vocazione politica della filosofia', titolo del nuovo saggio che Di Cesare ha appena pubblicato), in cui l'autrice rileva che la filosofia classica è ormai 'ancella' dell'attuale democrazia liberale globalizzata e ha perso la capacità di metterne in discussione i presupposti teorici e politici. Propone quindi che la filosofia riacquisti la sua radicalità, la sua capacità di utopia per riscattare il passato degli sconfitti e dei vinti dell'odierna società globale attraverso il risveglio e il ricordo dei sogni dimenticati e per consentire alla politica di acquisire una prospettiva nuova oltre il globalismo e il sovranismo". Il Premio speciale alla carriera é andato a Ferdinando Scianna. "Nato a Bagheria nel 1943 - é detto nella motivazione - Scianna è uno dei più grandi maestri della fotografia a livello internazionale, primo fotografo italiano che dal 1982 fa parte dell'agenzia fotografica internazionale Magnum Photos". "Ferdinando Scianna - si afferma nella motivazione - è uno dei più importanti fotografi del mondo. Il suo sguardo è stato allenato a inventare il mondo da maestri straordinari, e straordinariamente diversi tra loro: da Henri Cartier Bresson a Leonardo Sciascia, da Milan Kundera a Jorge Luis Borges. La sua 'fulminea organizzazione della realtà' (così scrisse Sciascia delle sue fotografie) si articola in scatti memorabili: il suo lavoro è quello di un grande umanista, di un poeta (letteralmente: un creatore) che invece di usare la penna usa la macchina fotografica. La sua eccezionale, articolatissima opera fotografica appare oggi come uno dei più alti raggiungimenti formali e morali dell'arte italiana dei nostri tempi". La cerimonia di premiazione, condotta da Ritanna Armeni, si svolgerà a Cosenza, a Palazzo Arnone, il primo dicembre.

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