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      Procuratore Spagnuolo "Cosenza galleggia su di un mare di droga"

       

       

      Procuratore Spagnuolo "Cosenza galleggia su di un mare di droga"

      25 lug 17 "Cosenza galleggia su un mare di droga. Si vende droga ovunque, con una capillarità che rende questa città unica rispetto alle altre della regione". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, durante la conferenza stampa convocata per riferire i particolari delle due distinte operazioni antidroga condotte della Squadra Mobile e dalla Guardia di finanza. "Dalle indagini - ha proseguito il procuratore Spagnuolo - abbiamo contezza del fenomeno e possiamo affermare che purtroppo a Cosenza è in aumento l'utilizzo dell'eroina e di droghe sintetiche, non solo tra giovani, o gente proveniente da contesti sociali difficili, ma anche da parte di professionisti e pensionati". Nel corso dell'indagine sono stati sequestrati tre panetti di hashish, piantine di marijuana e bilancini di precisione. "Gli assuntori sono diversi - ha riferito il capo della Squadra mobile, Fabio Catalano - perché, oltre ai ragazzi, ci sono professionisti e pensionati. In particolare, abbiamo riscontrato l'acquisto di cocaina da parte di un pensionato per migliorare le proprie prestazioni sessuali". Dall'indagine condotta dalla Guardia di finanza è emerso che il metodo di trasporto della droga, tramite l'occultamento degli ovuli, a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei casi dello stesso tipo, non è stato utilizzato per il trasporto della droga da Paesi esteri ma per attività di spaccio tra due località situate all'interno del territorio nazionale. "Questi soggetti - ha detto il capitano Angelo Giammarini, comandante della compagnia di Cosenza della Guardia di finanza - ingerivano la sostanza stupefacente a Casal di Principe e la trasferivano a Cosenza. Si tratta di persone sfruttate dai membri dell'organizzazione, che gli fornivano un compenso peraltro esiguo solo se la sostanza stupefacente arrivava a destinazione". Delle 11 persone coinvolte nelle due operazioni, cinque sono finite in carcere e tre sono state poste agli arresti domiciliari, mentre altre tre sono state sottoposte all'obbligo di firma.

      Il video della conferenza stampa:

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