NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Tre vite spezzate ed un pezzo di Cosenza in fumo. Basta parole

       

       

      Tre vite spezzate ed un pezzo di Cosenza in fumo. Basta parole

      19 ago 17 Tre vite spezzate e un pezzo di storia di Cosenza andata in fumo. E' il tragico bilancio dell'incendio divampato ieri pomeriggio a Corso Telesio, nel cuore del centro storico della città dei Bruzi. Rogo che lascia dietro di sé anche uno strascico di polemiche sul degrado in cui versa la zona antica di Cosenza e sulla mancata assistenza alle tre vittime. Commenti che arrivano dopo anni e anni di abbandono e degrado della parte vecchia della città. La tragedia ha scoperchiato un vaso di Pandora. Non c'erano dubbi. Si assiste ad un penoso balletto di interventi non richiesti di chi, dalla sua tribun,a avrebbe dovuto intervenire ed ha solo perso tempo in promesse mai mantenute. A Cosenza tutti hanno parlato di centro storico. Ognuno ha detto la sua. Ora con questa tragedia arrivano sentenze e "ricette" che lasciano il tempo che trovano. La verità è che solo un pesante intervento dello Stato e delle istituzioni, potrebbero dare una svolta ad una situazione che, di giorno in giorno, peggiora. Alla luce di tutto questo la tragedia di tre vite spezzate che mettono in luce colpe gravissime. "Ho portato personalmente tre anni fa responsabili dell'Asp e assistenti sociali in quella casa tugurio" ci rivela commosso l'ex comandante, ora in pensione, della stazione dei Carabinieri di Cosenza Principale, Cosimo Saponangelo. "Diverse volte sono intervenuto per problemi che i Noce hanno avuto con la giustizia ed ho toccato con mano il disagio e le condizioni in cui vivevano. Ho fatto di tutto, li ho anche aiutati personalmente, ma nessuno ha fatto si che la situazione di disagio potesse cambiare. Il loro ricordo ora mi commuove e mi fa rabbia. Ripeto ho portanto quasi con la forza chi di competenza e ora dopo tre anni sono qui a piangere la loro scomparsa. No, così non va bene". Una dichiarazione forte dell'ex comandante ora in quiescienza che solleva tanti dubbi sulla macchina del welfare che sembra proprio inceppata. Quasi a significare che ci sono ultimi e ultimi, anche nelle disgrazie. Tre persone ora sono carbonizzate, irriconoscibili. Morti tra sofferenze atroci cos' come sono vissute. Solo il test del dna confermerà ufficialmente l'identità. L'ispezione dei vigili del fuoco ha portato anche alla scoperta che la biblioteca posta al quarto piano, di proprietà della famiglia di mecenati Bilotti, è andata completamente divorata dalle fiamme con i suoi tesori cartacei, a cominciare dalla prima stampa del 'De rerum natura iuxta propria principia', l'opera più importante del filosofo Bernardino Telesio. In cenere sono finiti anche manoscritti e pergamene originali di Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a otto pergamene originali del '400 su Cosenza scritte in gotico. Un pezzo della storia della città. Adesso sono in molti a dire che la tragedia era annunciata. Anche il sovrintendente si affretta a dichiarare che c'era un piano. E fino ad oggi, voi tutti che puntate il dito con dichiarazioni roboanti, cosa avete fatto?

      Sovrintendente "Intervento programmato a settembre". "Sono dispiaciuto per quanto accaduto. Ho visitato la sede della residenza Ruggi D'Aragona proprio una settimana fa, e nell'occasione avevamo deciso con Roberto Bilotti di avviare a settembre la procedura per un vincolo". A dirlo è stato Mario Pagano, direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro, Cosenza e Crotone, dopo aver appreso dell'incendio che ha distrutto la biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D'Aragona e gran parte della residenza che custodiva mobili e opere artistiche di valore. Nell'incendio sono andate distrutte alcune opere di Bernardino Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a 8 pergamene originali del '400 su Cosenza scritte in gotico e tutta la quadreria del '500 ritraente umanisti calabresi e cosentini, tra cui Paolo Bombini che aveva un carteggio epistolare con Galileo Galilei, di cui vi erano copie trascritte a mano custodite nella biblioteca, e Pietro Paolo Parisio che fu ministro dell'imperatore Carlo V. La residenza Ruggi D'Aragona era considerata il corrispettivo di Palazzo Ganci di Palermo, per importanza e pregio delle opere e del mobilio custodito. "Conosco la famiglia Bilotti - ha aggiunto Mario Pagano - e il loro amore per l'arte. Penso sia stato un duro colpo per Roberto che aveva deciso di aprire alla città la residenza. Ho visto opere d'arte di moderato valore, ma molto importanti per il patrimonio calabrese, mobili del '400 ed ero convinto di avviare la procedura per una dichiarazione di importante interesse. Sapevo dell'esistenza della biblioteca, seppur non ho avuto modo di visitarla e avrei segnalato alla Soprintendenza archivistica e bibliografica di Reggio Calabria la presenza dei testi. Purtroppo, non ne abbiamo avuto il tempo. Lunedì, al mio rientro in sede, contatterò Roberto Bilotti e farò di tutto per salvare e tutelare ciò che è rimasto".

      Una tragedia annunciata. "E' stata una tragedia annunciata, denunciata da otto anni, ma la Procura non ha fatto nulla e oggi Cosenza piange tre vittime e perde 500 anni di storia". E' sconsolato Roberto Bilotti, il mecenate che con la sua famiglia ha donato opere di pregio a Cosenza permettendo l'apertura del Mab, il Museo all'aperto, guardando la facciata annerita dell'edificio di sua proprietà, attiguo alla residenza storica di famiglia Ruggi d'Aragona, in cui si è sviluppato l'incendio che ieri ha ucciso tre persone. Il palazzo Ruggi d'Aragona, Bilotti lo aveva concesso al Comune per l'organizzazione di iniziative culturali. Al quarto piano ospitava la biblioteca in cui erano custoditi preziosi manoscritti e pergamene originali di Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a oto pergamene originali del '400 su Cosenza scritte in gotico, oltre alla prima stampa del 'De rerum natura iuxta propria principia' del filosofo Bernardino Telesio. Tutte opere andate distrutte nell'incendio che dal mezzanino del terzo piano dell'edificio attiguo si è sviluppato verso il quarto, in comune tra i due edifici. "La città - dice piangendo - perde tutto il suo patrimonio culturale. Parliamo di quadri, mobili, ma soprattutto dei manoscritti e delle pergamene originali di Telesio, Parrasio e Quattromani. Da otto anni denuncio tutto. Ho chiesto la tutela del mio patrimonio, di cui mi sentivo custode, perché era il patrimonio dei cosentini, ma anche di queste tre persone che meritavano di essere protette e aiutate". Bilotti racconta anche di avere denunciato più volte "l'accensione di fuochi all'interno dell'appartamento senza le dovute cautele, perché gli occupanti dovevano riscaldarsi, e segnalato tante situazioni di disagio, ma sono cadute nel vuoto". "Oggi - conclude - guardo questa scena apocalittica e non posso che piangere e dire che tutto ciò poteva essere evitato".

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Politica"

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito