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      Gdf sequestra 1,5 mln euro a società farmaceutica nel catanzarese

       

       

      Gdf sequestra 1,5 mln euro a società farmaceutica nel catanzarese

      24 set 19 Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato 16 beni immobili, conti correnti e attività finanziarie per un valore di poco più di un milione e mezzo di euro ad una società di capitali del settore farmaceutico, con sede in una località della provincia, ed ai suoi rappresentanti legali, padre e figlio, dei quali non sono state rese note le generalità. Il sequestro è stato eseguito su disposizione della Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria, diretta da Rossella Scerbo, a conclusione dell'iter giudiziario che, su richiesta formulata dal sostituto procuratore Davide Vitale, aveva portato, nel giugno scorso, alla condanna dei due destinatari del sequestro, ritenuti responsabili di un danno erariale corrispondente all'importo del sequestro, per avere posto in essere, secondo l'accusa, una frode ai danni del Ministero dello Sviluppo economico in relazione ad un finanziamento dell'Unione europea di oltre 5 milioni di euro. La presunta truffa si collega, secondo l'accusa, ad un finanziamento concesso tra il 2005 ed il 2011 per un progetto di ricerca finalizzato, sulla carta, allo sviluppo industriale per l'impiego farmacologico delle proteine del latte. "Sulla base del ventilato progetto - é detto in una nota stampa della Guardia di finanza - erano stati assunti 14 tra dipendenti e collaboratori. Dalle indagini delle Fiamme gialle è emerso che le assunzioni di cinque soggetti, parenti dei due amministratori, erano del tutto fittizie e consentivano di rendicontare attività di ricerca mai svolte. Dei rimanenti nove lavoratori, quattro restituivano a padre e figlio una porzione della propria retribuzione". "Le investigazioni svolte dal Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro - si afferma ancora nel comunicato - hanno consentito di individuare le responsabilità anche di un esperto tecnico dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile di Roma (E.n.e.a.), referente per il progetto di ricerca, il quale ha inteso antecedentemente definire la propria posizione, attraverso un procedimento per rito abbreviato, cosi' ammettendo le proprie colpe e rifondendo l'ente danneggiato per l'importo di sua competenza". Il provvedimento emesso dalla Procura regionale della Calabria della Corte dei conti, confermato dal giudice Ida Contino, "rappresenta uno dei primissimi casi di applicazione, su scala nazionale - riferisce ancora la Guardia di finanza - del cd. sequestro conservativo 'in pendenza dei termini per la presentazione dell'appello'. Le somme ritenute oggetto di danno erariale sono state sequestrate subito dopo la condanna in primo grado, a garanzia del risarcimento per l'erario. Tali importi, in caso di condanna definitiva dei responsabili, saranno così immediatamente incamerati nelle casse dello Stato, a titolo di risarcimento per il danno subito".

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