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      Spaccio vicino scuole utilizzando minori, 13 arresti a Crotone

       

       

      Spaccio vicino scuole utilizzando minori, 13 arresti a Crotone

      23 ott 19 Un'operazione dei carabinieri di Crotone è stata portata a termin per l'esecuzione in Calabria ed in altre regioni di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda, a carico di 13 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L'organizzazione sgominata con l'operazione, denominata "Acquamala", aveva la sua base operativa nel quartiere rom di Crotone denominato "Acquabona" e svolgeva la sua attività di spaccio anche nei pressi di alcune scuole utilizzando minori. Nell'ambito dell'operazione i carabinieri hanno eseguito anche cinque obblighi di dimora. Per 10 delle persone coinvolte nell'operazione é stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per le restanti tre sono stati applicati gli arresti domiciliari. I carabinieri stanno anche eseguendo perquisizioni a carico di tutte le persone coinvolte nell'inchiesta. Gli indagati sono, complessivamente, 57.

      "Di zone dove si vende droga alla luce del sole in Italia ce ne sono tante, ma nessuno interviene sul piano sociale, dopo operazioni come quella di stamattina, perché è faticoso e non è conveniente dal punto di vista mediatico e, se vogliamo, anche elettorale". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sull'operazione "Acquamala" che ha portato all'arresto di 13 persone, presunte componenti di un'organizzazione criminale che avrebbe spacciato droga anche vicino alcune scuole utilizzando minori. "Purtroppo - ha aggiunto Gratteri - c'è una alta percentuale di consumatori di tutte le droghe possibili, ma per debellare questi fenomeni non serve solo il livello giudiziario. Quando si arrestano gli spacciatori spesso questi sono anche tossicodipendenti che non vogliono andare in comunità. Fanno il carcere, ma quando escono riprendono a spacciare perché non sanno fare altro. E sul piano sociale tutti stanno a guardare. Chi è preposto ad intervenire, Comuni, Regioni, Stato centrale, non lo fa perché non è mediaticamente conveniente. Se parliamo, per esempio, di abusivismo edilizio, é conveniente se noi andiamo con la ruspa a buttare giù capanni o magazzini dicendo che così abbiamo risolto il problema in quell'area, ma in realtà lo abbiamo solo spostato. La gente, non avendo altro, non avendo alternative sociali, costruirà un altro villaggio abusivo. E allo stesso modo, parlando di droga, c'é chi continuerà a vendere cocaina perché nessuno interviene". "In realtà, sul piano giudiziario - ha detto ancora il Procuratore di Catanzaro - servirebbe un sistema più severo e più proporzionato alla realtà criminale che dobbiamo affrontare, ma é sul piano sociale che nessuno si impegna per risolvere questa situazione perché è faticoso ma anche perché chi é coinvolto in queste vicende vota e fa votare".

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