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      Uccise uomo davanti al figlo, 32enne arrestato grazie a telecamere

       

       

      Uccise uomo davanti al figlo, 32enne arrestato grazie a telecamere

      18 ott 19 Uccise un uomo mentre camminava tenendo per mano il figlio di sei anni insieme ad un complice. Gli arrivò alle spalle e sparò incurante della presenza del bimbo, il quale si salvò perché non venne colpito. Così i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro, hanno arrestato oggi il presunto autore dell'omicidio di Carmelo Polito, ucciso il primo marzo 2011 a San Gregorio d'Ippona. Inn manette è finito Francesco Pannace (32), già detenuto perché coinvolto in un altro delitto.

      Ripreso alle telecamere

      Le fasi dell'omicidio di Carmelo Polito, ucciso davanti al figlio di 6 anni, sono state impresse in un video scioccante. Nel video si vedono i due sicari che arrivano correndo alle spalle della vittima e uno di loro che, giunto a pochi centimetri da Polito, che tiene per mano il bambino, gli spara alla schiena. Quando l'uomo cade a terra, lo sparatore si avvicina e gli dà quello che sembra essere il colpo di grazia. Il tutto davanti agli occhi del piccolo che assiste alla scena a pochi centimetri di distanza. E' stato proprio partendo dal quel video, registrato dalle telecamere di sicurezza di un'officina meccanica che i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, coordinati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal pm della Dda catanzarese Andrea Mancuso e da quello della Procura di Vibo Ciro Luca Lotoro, sono partiti per risalire agli autori del delitto. A Francesco Pannace, 32 anni di San Gregorio d'Ippona, già detenuto perché condannato in via definitiva per un altro omicidio, quello di Giuseppe Prostamo, gli investigatori sono risaliti anche grazie ad una intercettazione ambientale captata nell'auto intestata a Rosario Fiarè, ritenuto esponente di spicco dell'articolazione di 'ndrangheta di San Gregorio. Pannace, per l'accusa, era l'autista del boss e l'effettivo utilizzatore dell'auto. Qualche mese dopo l'omicidio di Polito, conversando in auto con un giovane del posto, Pannace si fece sfuggire una frase emblematica per le indagini: "Ma hai saputo che mi hanno inc.... no?... perché ho ammazzato questo figlio di puttana". Al che il suo interlocutore gli chiese, "Chi Polito?" e lui rispose: "Era pazzo! E così via.. per te, per me e per gli altri". In un'altra conversazione intercettata nel carcere di Vibo Pannace indicava al cugino il luogo in cui aveva nascosto il passamontagna: "vedi sotto quell'eternit appena scendi? Là sotto c'è un passamontagna". Passamontagna che i carabinieri hanno recuperato proprio nel luogo indicato dall'arrestato. Allo stesso tempo Pannace chiedeva al cugino se anche l'arma era ancora nascosta invitandolo a non rimuoverla dal posto designato e di prestare attenzione: "Stai attento se arrestano te cosa faccio qua dentro…". All'origine del delitto, secondo gli investigatori, vi potrebbe essere stato uno schiaffo dato dalla vittima due anni prima allo zio del presunto omicida, oltre a dei "buffetti sulla guancia", a mo' di richiamo dati al presunto boss Rosario Fiorillo in carcere, come riferito agli inquirenti dal collaboratore di giustizia Raffaele Moscato. La vittima, tra l'altro, era considerata aggressiva e prepotente "solita ad andare in giro a chiedere soldi o a prendersi le cose senza pagare il prezzo" ed era stato indagato per vari resti tra i quali un tentato omicidio. Un atteggiamento che avrebbe creato malcontento tra gli abitanti del paese. Polito quando fu ucciso, era da poco uscito dal carcere psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto.

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