NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Puerpera scopre feto morto, doveva fare cesareo ma mancavano anestetisti

       

       

      Puerpera scopre feto morto, doveva fare cesareo ma mancavano anestetisti

      10 ott 19 L'ospedale di Vibo Valentia ancora nell'occhio del ciclone. Una donna ha denunciato di aver perso il bambino che portava in grembo dopo che - secondo quanto hanno riferito i suoi familiari - l'intervento cesareo era stato rimandato per mancanza di anestesisti. Per far luce sulla vicenda ed appurare i fatti con esattezza, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha immediatamente predisposto l'invio di un'ispezione nell'ospedale di Vibo Valentia. Nel 2007 il nosocomio fu al centro di un'altra drammatica vicenda, quando si verificò un black out a causa del quale morì la sedicenne Federica Monteleone, che nel momento dell'assenza di energia elettrica veniva sottoposta ad un intervento chirurgico. L'episodio odierno riguarda invece una donna di 32 anni, alla trentanovesima settimana di gravidanza, che si è presentata insieme al marito nel reparto di ostetricia e ginecologia per sottoporsi ad un tracciato scoprendo che il bimbo che portava in grembo era morto. Il marito della donna ha fornito una versione la cui veridicità é adesso al vaglio degli investigatori: secondo l'uomo, alla moglie, durante un controllo effettuato il 26 settembre scorso in cui non erano emerse anomalie, era stato detto che sarebbe stata chiamata a breve per il cesareo. La mattina del 9 ottobre alla gestante, presentatasi insieme al marito in ospedale perché non aveva ricevuto alcuna notizia, sarebbe stato detto che non si poteva procedere al parto cesareo per l'assenza di anestesisti e di tornare l'indomani. Nel frattempo, però, il bambino é deceduto. Il marito della donna, nel momento in cui gli è stata comunicata la notizia, è andato in escandescenze, sferrando calci e pugni contro la porta della sala parto ed inveendo contro l'ostetrica e il personale del reparto. È intervenuta la polizia, che ha condotto l'uomo in Questura per ricostruire i fatti, mentre la moglie è rimasta in ospedale dove é stata subito sottoposta al taglio cesareo per l'estrazione del feto morto. Sulla vicenda é intervenuto il Direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, Elisabetta Tripodi, che, "nell'esprimere particolare vicinanza alla signora G.M.A e ai familiari per quanto é accaduto, ha immediatamente disposto, nel rispetto della tutela della professionalità degli operatori dell'Asp, un'inchiesta interna volta ad accertare i fatti avvenuti, riservandosi di adottare i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità". Lo scopo dell'inchiesta, chiaramente, é di accertare la veridicità della affermazioni fatte alla polizia dal marito della donna subito dopo avere appreso della morte del bambino che la moglie portava in grembo. A questo punto saranno gli accertamenti investigativi a chiarire ciò che é realmente accaduto.

      Cesareo non effettuato ieri per mancanza anestesisti

      Sarebbe saltato ieri per l'assenza di anestesisti il parto cesareo al quale avrebbe dovuto sottoporsi la donna di 32 anni di Cessaniti che stamani ha appreso che il feto che portava in grembo era morto. La paziente, il 26 settembre scorso, secondo la versione fornita dai familiari della donna, si era sottoposta a controllo in ospedale e le condizioni della bimba erano state giudicate normali. Alla puerpera sarebbe stato detto, quindi, che a giorni sarebbe stata chiamata per effettuare il cesareo. Tuttavia fino a ieri mattina lei non ha avuto notizia e pertanto ieri, insieme al marito, si è recata in ospedale per chiedere spiegazioni sui motivi del ritardo dell'intervento. A quel punto alla coppia sarebbe stato evidenziata l'impossibilità di procedere quel giorno al parto cesareo per l'assenza di anestesisti e di tornare l'indomani, cioè oggi. Stamani la 32enne, accompagnata dal coniuge, si è quindi recata in ospedale e dopo aver eseguito il tracciato ha appreso la del decesso del feto, il quale fino a ieri aveva dato segni di vita. Situazione che ha provocato la reazione del marito, che é andato in escandescenza mandando in frantumi, con un pugno, la vetrata della porta d'ingresso del reparto.

      Asp Vibo dispone ispezione interna

      L'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, su disposizione del direttore generale, Elisabetta Tripodi, ha disposto un'ispezione interna sulla vicenda del feto morto. In un comunicato in cui ripercorre la vicenda, l'Asp riferisce che "la signora G.M.A., di 32 anni, il 26 settembre, essendo alla 37/ma settimana di gravidanza, si è presentata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia per i previsti accertamenti sanitari". "In tale circostanza la paziente, oltre alla visita preventiva, veniva sottoposta agli esami di laboratorio e strumentali (prelievo del sangue, ecografia, flussimetria, elettrocardiogramma, etc.) - continua il comunicato - Non emergendo problemi a carico del feto e della stessa paziente, quest'ultima è stata rinviata al proprio domicilio non prima di concordare con i sanitari un ricovero programmato per il 10 ottobre (39° settimana di gravidanza) al fine di procedere con il parto cesareo. Alle 10,21 di oggi la signora è stata sottoposta ad ulteriori controlli, dai quali purtroppo è emersa la presenza di un feto premorto". Il Direttore generale Tripodi, riferisce ancora il comunicato dell'Asp, "nell'esprimere particolare vicinanza alla signora G.M.A. e ai familiari per quanto accaduto, ha immediatamente disposto, nel rispetto della tutela della professionalità degli operatori dell'Asp, un'inchiesta interna volta ad accertare i fatti avvenuti, riservandosi di adottare i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità".

      Ministo invia ispettori

      Il ministro della Salute Roberto Speranza "ha immediatamente predisposto l'invio di un'ispezione nell'ospedale di Vibo Valentia in seguito al decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni". Lo comunica il ministero della Salute.

      Ordine medici: Intervenire con urgenza in Calabria

      "Una notizia molto dolorosa che dimostra come la situazione in Calabria sia catastrofica: è necessario un intervento di emergenza da parte del governo e tutte le regioni dovrebbero assumere e promuovere un 'patto di solidarietà economica e di professionisti' per sostenere la sanità calabrese". Lo afferma all'ANSA il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, alla notizia del decesso del feto in grembo a una donna di 32 anni che non ha potuto effettuare il parto cesareo per mancanza di anestesisti all'Ospedale di Vibo Valentia. "Le conseguenze della disorganizzazione della Sanità non possono ricadere sui cittadini. Per questo - ha sottolineato Anelli - bisogna fare il punto sulla questione Calabria perché il sistema non ha finora funzionato". Da qui la richiesta di un "intervento di emergenza" da parte del governo ma anche di un 'Patto di solidarietà' da parte delle Regioni che, ha concluso, "dovrebbero contribuire a tamponare l'attuale emergenza di questa Regione fornendo professionisti ma anche risorse economiche".

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito