NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Operazione antidroga CC in provincia Cosenza, 13 arresti

       

       

      Operazione antidroga CC in provincia Cosenza, 13 arresti

      30 mag 19 Blitz antidroga dei carabinieri in provincia di Cosenza e nei comuni di Sassuolo, Frascati e Vibo Valentia. L'operazione, denominata "Crutch", ha consentito di smantellare rilevanti piazze di spaccio in provincia di Cosenza. Centocinquanta i militari impegnati nella fase esecutiva dell'operazione, appartenenti al Comando provinciale di Cosenza, supportati dai militari del 14° battaglione carabinieri "Calabria", dello Squadrone eliportato "Cacciatori di Calabria e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia. Le persone coinvolte nell'operazione sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni personali aggravate, ricettazione, favoreggiamento personale, porto illegale di armi e di oggetti atti ad offendere e violazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. Nell'ambito dello stesso contesto operativo, i carabinieri stanno effettuando 11 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti indagati.

      --- Video Il video dell'operazione e conferenza (VIDEO)

      I provvedimenti: In carcere sono finiti Marcello La Tegano, Giuseppe Amendola, Marcello Ritacco, Marco Tornelli, Giovanni Bertocco, Giuseppe Bertocco, Piero Renzelli e Giovanni Aiello. Arresti domiciliari a Francesco Stumpo, Michela Orlando, Fausto Foliaro Guzzo e Alfredo Morelli. Divieto di dimora per Cristian Amendola.

      "Ci saranno altre operazioni a breve perché il nostro agire è improntato verso tolleranza zero rispetto a questi reati". A dirlo il procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo parlando con i giornalisti per illustrare i dettagli dell'operazione "Crutch", dall'inglese stampella, chiamata così perché il principale indagato nascondeva la droga all'interno di una stampella che utilizzava per problemi di deambulazione. "Diversi i metodi escogitati dai pusher per trasportare lo stupefacente nel roglianese - ha spiegato il capitano Mattia Bologna, comandante della Compagnia carabinieri di Rogliano - nelle insenature dei motori delle automobili o negli indumenti intimi delle fedeli compagne. Abbiamo monitorato ben 203 episodi di cessione di sostanze stupefacenti. Oltre 1.000 invece quelli ricostruiti a seguito dei contatti intercorsi tra venditori ed acquirenti in un anno e mezzo di indagini".

      Sono iniziate dopo il ricovero in ospedale di un 24enne colpito da malore per una dose di eroina tagliata male le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rogliano che, con il coordinamento del procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo, hanno portato all'operazione "Crutch" nell'ambito della quale 12 persone sono state arrestate - 8 in carcere e 4 ai domiciliari - mentre ad una tredicesima è stato imposto il divieto di dimora a Cosenza e Rogliano. Altre 11 persone sono ancora indagate. Il giovane, dopo il malore, convinto dai genitori, ha raccontato quanto sapeva ai militari. Dalle indagini è emerso che i componenti del gruppo, di Rogliano e dei Comuni limitrofi, avevano trasformato la piazza principale e una porzione della villa comunale del paese in un vero e proprio market dello stupefacente. Il prezzo variava in base alla sostanza, dai 5 euro per una "storia" di marijuana ai 150 per una "scaglia" di cocaina, passando per i 70 per una "botta" di eroina e i 100 per una "panetta" di hascisc, termini questi usati dagli spacciatori. Concordato l'appuntamento con un messaggio sulle app di messaggistica, lo scambio avveniva tra le persone sedute ad un bar del centro storico. Se l'avventore non poteva muoversi da casa, gli spacciatori provvedevano anche a consegne a domicilio. Tra i consumatori vi erano anche alcuni minorenni. Uno di loro, in difficoltà economiche, è anche stato preso di mira perché in ritardo con i pagamenti. "Se vuoi fare il grande devi fare il corretto e l'onesto che ti conviene ..." è la frase, intercettata, detta da uno spacciatore al ragazzo mentre lo schiaffeggia e lo deride. "I 350 che avanzavi li paghi pure e altri 150 me li piglio per il fastidio" aggiunge. E quando le sorelle del minorenne hanno cercato di difenderlo, lo spacciatore ha minacciato il ragazzo dicendogli "le sorelle tue non devono ragionare in questa maniera, devono fare le serie, non mettessero di mezzo i carabinieri perché se no ..". Visto che i soldi non arrivavano, lo spacciatore è passato a minacciare il padre del minore: "attento che hai tre belle figlie, so dove abiti e che macchina hai". Per timore di ritorsioni, la sera stessa l'uomo ha pagato. In un altro caso, componenti la banda hanno sequestrato un 40enne "reo" di non aver saldato il debito contratto dal figlio della compagna. La vittima è stata attirata con l'inganno in un parcheggio, aggredita e poi minacciata con un coltello e costretta a salire sulla sua auto ed a recarsi nel proprio appartamento. Quindi l'uomo ha dovuto consegnare 1.250 euro in contanti, monili in oro, due cellulari e persino l'auto. Nonostante le lesioni, la vittima si è rivolta ad una vicina ed ha avvertito i carabinieri che la sera stessa hanno rintracciato uno degli aggressori mentre tornava a casa con ancora addosso i cellulari e la chiave dell'auto della vittima.

      Il gruppo criminale però sapeva anche, laddove ritenuto necessario, passare alle vie di fatto, come accaduto ad un quarantenne cosentino reo di non aver saldato interamente il debito contratto dal figlio della compagna per una partita di stupefacente. La ritorsione nei suoi confronti è scattata in una gelida serata del novembre 2017; utilizzando quale esca una donna in passato vicina all’uomo, la vittima veniva attirata in un parcheggio della Località Piano Lago del Comune di Mangone. La trappola entrava in azione immediatamente e coglieva la vittima totalmente di sorpresa: schiaffi, calci e pugni. Dopo essere stato violentemente percosso da due individui, l’uomo era costretto, con un coltello puntato alla gola, a salire a bordo della propria autovettura: “… se ti comporti bene ti lasciamo libero, non toccare nulla e non fare alcun movimento perché ho una pistola…” gli sussurra uno dei malviventi. Saliti a bordo con lui i due uomini, sempre mantenendolo sotto la minaccia del coltello, obbligano il malcapitato a condurli presso la sua abitazione ed, ivi giunti, a consegnare loro quanto di valore dallo stesso detenuto: 1.250 € in contanti, vari monili in oro, due cellulari e persino la sua automobile. Infine, l’uomo veniva abbandonato da suoi aguzzini malconcio e bisognoso di immediate cure mediche presso il suo stesso appartamento, senza macchina né cellulari per poter chiedere aiuto o recarsi in ospedale. Nonostante le lesioni riportate, la vittima trovava comunque la forza di rivolgersi ad una vicina di casa e segnalare quanto accaduto ai militari dell’Arma che, prontamente intervenuti, sorprendevano uno dei malviventi mentre era intento a fare rientro presso la propria abitazione, rinvenendo occultati sulla sua persona i cellulari della vittima e la chiave della sua autovettura. La coraggiosa denuncia dell’uomo, genitore vittima del baratro degli stupefacenti in cui il figlio era caduto, ha poi consentito agli uomini della Benemerita di fare piena luce sui fatti accaduti, sino a giungere alle odierne imputazioni per rapina e sequestro di persona.

      Le intercettazioni e i pedinamenti meticolosamente operati dai militari nei confronti dei numerosi indagati hanno consentito non solo di addivenire alla completa mappatura della fitta rete di relazioni esistenti tra i vari pusher roglianesi, ma anche di individuare ed aggredire il livello criminale superiore: il canale di approvvigionamento così delineato, emerso via via anche grazie ai numerosi rinvenimenti di sostanze illecite e riscontri effettuati, ha permesso di risalire ai fornitori dello stupefacente. Diversi quelli individuati ed identificati in varie aree del capoluogo bruzio, purtroppo già passati alle cronache per essere a loro volta teatro del fenomeno dello spaccio di sostanze: Via Popilia, Piazza dei Valdesi, i vicoli del centro storico. Le responsabilità dei fornitori cosentini sono state documentate con riscontri oggettivi che hanno consentito alla Procura della Repubblica di Cosenza di chiedere ed ottenere misure cautelari personali anche nei loro confronti. Diversi, poi, i metodi escogitati dai pusher per trasportare lo stupefacente nel roglianese senza cadere nelle maglie dei controlli dei Carabinieri della locale Compagnia: le sostanze illecite venivano più classicamente nascoste nelle insenature dei motori delle automobili o negli indumenti intimi delle fedeli compagne, ma anche, in modo decisamente più originale, all’interno delle aste delle stampelle fingendosi a loro volta claudicanti, circostanza da cui trae il proprio nome l’odierna operazione. Contestualmente agli arresti i Carabinieri hanno eseguito anche 11 decreti di perquisizione domiciliare, emessi dalla Procura della Repubblica di Cosenza, nei confronti di altri soggetti indagati in stato di libertà per “detenzione e cessione di sostanze stupefacenti”.

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito