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      Gip inchiesta corruzione: manca vincolo associativo indagati, ma prassi accettata

       

       

      Gip inchiesta corruzione: manca vincolo associativo indagati, ma prassi accettata

      08 mag 19 "Manca la dimostrazione, sia pure a livello di gravità indiziaria, del fatto che gli indagati (anche solo quelli per i quali è stata ravvisata la gravità indiziaria per alcuni reati fine) abbiano agito in forza di un vincolo di natura associativa e non di una prassi generalmente accettata, approfittando della disponibilità di ciascuno a gestire in chiave opportunistica le dinamiche politiche e in alcuni casi finanche a commettere degli illeciti". Lo scrive il gip di Catanzaro in relazione all'ipotesi di associazione a delinquere ipotizzata dalla Procura di Catanzaro nei confronti del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, dell'ex consigliere regionale Nicola Adamo e del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e, a vario titolo, ad altri dei 20 indagati complessivi dell'inchiesta Passepartout. Il gip esprime la sua valutazione nell'ordinanza con la quale ha sospeso dai pubblici incarichi altri due indagati respingendo la richiesta per altri. Il reato associativo viene contestato, tra gli altri, a Oliverio e Adamo, ma non al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che è indagato solo per corruzione in relazione ad un singolo episodio relativo ad un presunto scambio con Oliverio per apporre la sua firma sull'atto propedeutico alla realizzazione della metro Cosenza-Rende-Unical in cambio del finanziamento per il Museo di Alarico. La considerazione del Gip deriva, scrive nel provvedimento, dal "ridimensionamento che ha avuto l'impostazione accusatoria rispetto ai cosiddetti reati fine atteso che anche quelli per i quali si è ritenuta raggiunta la soglia della gravità indiziaria appaiono circoscritti ad una singola operazione dagli indagati di volta in volta sovraintesa e non perché essi avrebbero condiviso un generico ed indeterminato programma criminoso". L'ipotesi per la quale il gip rileva la gravitò indiziaria è l'episodio contestato ad Oliverio, Adamo e all'ex presidente del Consiglio comunale di Cosenza Luca Morrone relativo alle dimissioni dei consiglieri dell'assemblea cosentina che portarono, nel 2016, alla decadenza del sindaco Mario Occhiuto.

      Scontro politico M5S-PD

      L'inchiesta che, al di là di quelli che saranno gli esiti giudiziari, provoca lo scontro a distanza tra il capo politico dei 5 Stelle e vice premier Luigi Di Maio ed il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Al primo che afferma che "il Pd riesce sempre a fare peggio di Fi" perché in Calabria "lascia il presidente Oliverio dov'è", il segretario democrat replica che "c'è solo una cosa peggiore del giustizialismo, ed è il giustizialismo di partito, per il quale si fa dimettere una persona per l'interesse del partito". E mentre infuria la polemica politica, il gip "ridimensiona" le accuse nei confronti degli indagati nel provvedimento con il quale dispone la sospensione dai pubblici uffici di altri due indagati respingendo la richiesta per altri. La considerazione del giudice deriva, scrive, dal "ridimensionamento che ha avuto l'impostazione accusatoria rispetto ai cosiddetti reati fine atteso che anche quelli per i quali si è ritenuta raggiunta la soglia della gravità indiziaria appaiono circoscritti ad una singola operazione dagli indagati di volta in volta sovraintesa e non perché essi avrebbero condiviso un generico ed indeterminato programma criminoso". Una delle ipotesi per la quale il gip rileva la gravità indiziaria è l'episodio contestato ad Oliverio, Adamo e all'ex presidente del Consiglio comunale di Cosenza Luca Morrone relativo alle dimissioni dei consiglieri dell'assemblea cosentina - tra i quali lo stesso Morrone e altri esponenti della maggioranza di centrodestra - che portarono, nel 2016, alla decadenza del sindaco Mario Occhiuto, poi rieletto alle successive elezioni. Dimissioni, è la tesi dell'accusa, orchestrate da Adamo ed Oliverio per danneggiare Occhiuto. Al riguardo, agli atti dell'inchiesta c'è un sms inviato da Adamo ad un altro esponente dem in cui scrive: "se riusciamo a far cadere Occhiuto dobbiamo farlo con chiarezza, non deve apparire come una congiura di palazzo, rischieremmo un boomerang". E c'è anche la trascrizione di una telefonata intercettata tra Oliverio e Adamo, descritto dal gip come "il principale e in alcuni casi l'esclusivo punto di riferimento per molti politici e funzionari" che con la sua "ingombrante presenza finisce con il condizionare l'azione politica del governatore del quale è consigliere di fatto e suggeritore delle strategie da adottare". Adamo dice ad Oliverio che se alle elezioni del 2016, dopo la caduta di Occhiuto, vince il centrosinistra, lui, riferendosi a Morrone, "va alla ricerca di fargli il vicesindaco, no? Se si perdono le elezioni comunali, siccome è un manager, è un ingegnere, un incarico regionale, in attesa che si candida la prossima volta alla Regione, però ci deve essere". Secca la risposta di Oliverio: "Va bene va bene va bene ok, ciao ciao. È meglio non parlarne al telefono".

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