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      Truffa clienti per quasi 5 mln, promoter finanziario arrestato a Lamezia

       

       

      Truffa clienti per quasi 5 mln, promoter finanziario arrestato a Lamezia

      03 mag 19 Un promotore finanziario già consulente di banca Fideuram, Vincenzo Torchia, di 51 anni, è stato posto agli arresti domiciliari dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e del Gruppo di Lamezia Terme che hanno anche eseguito un sequestro di 4,7 milioni di euro. L'uomo è accusato di truffa aggravata e autoriciclaggio in un'inchiesta coordinata dal procuratore di Lamezia Salvatore Curcio e dal pm Alberto Cianfarini in cui 7 persone sono indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere, truffa, autoriciclaggio e favoreggiamento. Torchia, per l'accusa, dietro la promessa di lauti guadagni in breve tempo, si sarebbe fatto consegnare ingenti somme di denaro omettendo di trasmettere a Fideuram gli ordini di investimento dei clienti e rilasciando a questi false rendicontazioni. Poi induceva in errore i clienti dell'istituto - 68 quelli individuati - promettendo loro presunte operazioni finanziarie. Il denaro, invece, finiva su conti correnti di Torchia. Conti accesi inizialmente presso la stessa Fideuram e un altro istituto e, poi, mediante numerosi bonifici, verso piattaforme di intermediazione bancaria estere, con sede nel Regno Unito e a Cipro. Così facendo, secondo l'accusa, Torchia avrebbe polverizzato in numerosi conti esteri le somme di cui era entrato indebitamente in possesso, ostacolando l'individuazione della provenienza delittuosa. Dai controlli è emerso che l'ex promotore finanziario si è procurato illecitamente oltre 6,6 milioni di euro, di cui 4.685.491,47 di euro quale profitto netto, con conseguente danno di pari ammontare alle persone offese. L'importo è stato sequestrato in via preventiva da parte delle fiamme gialle. Le ulteriori indagini dei finanzieri, anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché dalle indagini finanziarie sui conti correnti, hanno consentito alla Procura di ipotizzare l'esistenza di un'associazione per delinquere, nell'ambito della quale Torchia, insieme ad altri due soggetti lametini, sfruttando la politica risarcitoria adottata dall'istituto di credito, ha predisposto false pratiche di risarcimento, mediante l'artata compilazione di falsi contratti di investimento, per ottenere indebitamente il rimborso di una somma quantificata in circa 250 mila euro.

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