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      Famiglia sterminata in incidente su A1, appello associazione contro archiviazione

       

       

      Famiglia sterminata in incidente su A1, appello associazione contro archiviazione

      15 lug 19 L'associazione "Basta vittime sulla strada statale 106" ha rivolto un appello ai rappresentanti delle Istituzioni calabresi, ai sindaci ed ai consiglieri comunali, ai presidenti e agli assessori di Regione e Province calabresi, ai rappresentanti delle forze politiche e sociali, al mondo dell'associazionismo, ai rappresentati della Chiesa e delle altre religioni affinché sottoscrivano un appello per non fare archiviare l'inchiesta sulla morte di Stanislao Acri, della moglie Daria Olivo e del loro figlio di sei mesi Pier Emilio, di Rossano (Cosenza), deceduti in un incidente stradale avvenuto un anno fa, il 15 luglio 2018, sull'autostrada A1 tra i caselli di Ceprano e Pontecorvo. "A tutti - è scritto in una nota - chiediamo di inviare una e-mail all'indirizzo noarchiviazione@bastavittime106.it con la propria adesione formale al documento predisposto dal direttivo dell'Associazione, rivolto al procuratore di Cassino e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ed al vescovo di Cassino mons. Gerardo Antonazzo. L'incidente si è verificato quando un furgone Volkswagen ha tamponato una Fiat Punto, sulla quale viaggiava la giovane famiglia calabrese. Nonostante l'incidente sia stato determinato da un tamponamento ed è di fatto classificabile come un 'sinistro complesso', quindi, tecnicamente da analizzare a fondo con tutte le perizie e gli studi del caso, nei giorni scorsi i legali delle famiglie Olivo e Acri, hanno reso noto che è in essere una richiesta, da parte del pm, di archiviare il caso". Nel documento l'associazione afferma che "sul caso occorre comprendere a fondo quale sia stata la verità e solo dopo è necessaria una risposta della giustizia. L'archiviazione, invece, punta alla negazione di questo diritto, negato non solo alle famiglie Olivo ed Acri ma all'intera comunità calabrese".

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