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      Salpa la 46ma edizione di Umbria Jazz. Perugia crocevia della musica internazionale

       

       

      Salpa la 46ma edizione di Umbria Jazz. Perugia crocevia della musica internazionale

      11 lug 19 E’ quanto mai inclusiva la 46ma edizione di Umbria Jazz che si apre venerdì 12 luglio a Perugia, sempre più crocevia della musica internazionale e punto di snodo dei circuiti musicali che contano. Di concerti all stars anche l’edizione 2019 di Umbria Jazz è quanto mai ricca, protesa com’è verso un equilibrio che contempera e contamina al solito, specie nel main stage dell’Arena Santa Giuliana, i generi più diversi, lasciando al jazz la parte più ghiotta, ma non disdegnando per questo viaggi ed incursioni in altri generi, dal rock, al blues, a vere e proprie reunion celebrative come quella che vedrà salire sul palco principale del festival lo storico gruppo dei King Crimson che celebreranno il loro 50° anniversario. Quale modo migliore per la leggendaria formazione capeggiata da Robert Fripp che farlo ad Umbria Jazz la sera del 18 luglio? Se l’Arena Santa Giuliana diventa la sede privilegiata per unire il jazz ad altri territori musicali, il Teatro Morlacchi e la Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria rappresentano l’ultimo baluardo dei puristi del jazz dove, anche quest’anno, si raduneranno truppe di appassionati per assistere ad alcuni dei concerti tra i più interessanti che il festival perugino ha saputo mettere insieme, grazie al lavoro certosino e raffinato portato avanti dal direttore artistico Carlo Pagnotta, saldamente al timone anche di questa edizione di Umbria Jazz. Orientarsi nella miriade di proposte del festival diventa impresa alquanto ardua, se non si prende il coraggio a due mani e, abbandonando ogni velleità onnivora, ci si avventura in scelte decise, guidati dal fiuto verso un concerto piuttosto che un altro, ben consapevoli dei rischi che ogni scelta comporta, nella misura in cui quel che si è portati a sottovalutare, spesso si rivela l’occasione dell’anno.

      Daniele di Bonaventura

      In un’edizione che guarda alle celebrazioni non può passare inosservato il concerto di Paolo Conte (Domenica 14 Luglio - ore 21,30 – Arena Santa Giuliana). Il pretesto sono i 50 anni di “Azzurro” che Conte scrisse per Adriano Celentano e di cui Umbria Jazz diventa la coda delle celebrazioni cominciate lo scorso anno, essendo stato il brano scritto nel 1968. La presenza di Conte nel main stage dell’Arena celebra il connubio tra canzone d’autore e jazz di cui la musica dell’avvocato di Asti e le sue canzoni sono impregnate fino al midollo. Non è un caso che uno dei suoi pezzi più celebri abbia come titolo proprio “Sotto le stelle del jazz” e che il cantautore e pianista sia uno dei più assidui frequentatori del festival dove sono in molti ancora a ricordare le sue due ultime esibizioni di 4 anni fa e del 2009 all’Arena e il concerto ai Giardini del Frontone nel 2001, l’anno di Razmataz.

      Diana Krall

      Per restare all’Arena, imperdibile, il giorno prima di Paolo Conte, e cioè sabato 13 luglio, il concerto di Diana Krall, altro nome che a Perugia è ormai di casa, preceduto da un primo set del crooner Alan Harris, promosso, ma non è la prima volta che si verifica, ad apripista dei concerti della Santa Giuliana, dopo essersi fatto lungamente conoscere ed apprezzare negli spazi all’aperto del festival, soprattutto ai Giardini Carducci. Il ritorno di Diana Krall, tre anni dopo l’esibizione seguita all’uscita del suo album insolito, Wallflower, non molto apprezzato dalla critica e nel quale rileggeva i classici del pop e rock dal 1960 fino ai nostri giorni.

      Quest’anno si presenta al pubblico di Umbria Jazz con il suo trio ed una special guest del calibro del sassofonista Joe Lovano per far ritorno al songbook americano che la pianista e vocalist canadese sa padroneggiare alla sua maniera, come dimostrato anche nell’ultimo album “Love is here to stay” in cui duetta con l’immarcescibile Tony Bennett.

      Chick Corea

      Gli eventi della 46ma edizione non possono non includere poi il ritorno di Chick Corea che nel 2016, proprio all’Arena Santa Giuliana, festeggiò i suoi 75 anni. Ora che di anni ne ha 78 si ripresenta (martedì 16 luglio- Arena Santa Giuliana) con un progetto, dall’eloquente titolo “The Spanish Heart Band” che riaccende i riflettori sulla sua anima cosiddetta latina e che richiama alla memoria sia “My Spanish Heart”, del 1976, un suo disco di grande successo, sia la sua passione per la musica ispanica e il flamenco, cresciuta a dismisura in virtù della collaborazione con il leggendario Paco De Lucia. Chi comincia ad assaporare i temi molto caldi di questo nuovo evento ricorda ancora con particolare trasporto i due concerti tenuti da Chick Corea a Perugia nel 2013 (era l’edizione del quarantennale) e quello del 2015 insieme, ancora una volta, ad Herbie Hancock.

      Di piano in piano, altro ritorno significativo nel main stage dell’Arena è il concerto di Michel Camilo (15 luglio) capace, come pochi. di un pianismo che coniuga alla perfezione l’anima del latin jazz con accenti più dolci quasi di stampo classicheggiante. Stella incontrastata della musica del Centro America, il pianista della Repubblica dominicana ha lasciato due ricordi indelebili al pubblico di Umbria Jazz, accanto ad Hiromi e nel concerto del Morlacchi, ormai di diversi anni fa, al fianco del chitarrista flamenco Tomatito con il quale ha pubblicato il magnifico disco “Spain” del quale sono usciti anche una seconda e terza parte.
      Sulla strada dei ritorni al Festival, il pubblico di Umbria Jazz 2019 incrocerà, secondo set del 15 luglio, subito dopo Michel Camilo, nuovamente il chitarrista George Benson che a Perugia, se la memoria non ci inganna, venne l’ultima volta nel 2007.
      E siamo certi che il vincitore di ben 10 Grammy riempirà nuovamente la platea, come accadde allora.
      Altro evento ragguardevole, la riapertura ai concerti di San Francesco al Prato con il progetto di Uri Caine “Seven Dreams” commissionatogli direttamente da Umbria Jazz (19 luglio). La prima volta che San Francesco al Prato ospitò i concerti di Umbria Jazz fu nel 1987. L’ultima volta nell’edizione1997. Ora si ritorna in quella leggendaria location e per l’occasione Uri Caine sarà affiancato da Mark Helias, Clarence Penn, dai fiati dell’Umbria Jazz Orchestra e dagli archi dell’Orchestra da Camera di Perugia.
      State pur certi che, ancora una volta, a sorprendere saranno i concerti della Sala “Podiani” della Galleria Nazionale umbra. E' qui che si concentreranno imperdibili occasioni di ascolto. La novità di quest’anno è che alcuni dei concerti di mezzogiorno saranno replicati anche al pomeriggio, alle 15,30, risolvendo il problema del sovraffollamento di alcune esibizioni con il risultato che in molti non trovarono posto lo scorso anno.

      Gianni Coscia

      E sul filo delle emozioni per il suo concerto-tributo ad Umberto Eco, suo compagno d’infanzia e di scuola, torna alla “Podiani”, il fisarmonicista-affabulatore Gianni Coscia. E qui ritroverà il suo sodale di sempre, il clarinettista Gianluigi Trovesi. Un duo ancora all’insegna di Eco. Fu lo scrittore scomparso a voler scrivere di suo pugno le note di copertina che accompagnarono lo storico disco “In cerca di cibo” che Gianni Coscia incise proprio con Trovesi. Ed anche nel loro nuovo disco, “La misteriosa fiamma della regina Loana”, Coscia e Trovesi omaggiano ancora la memoria di Umberto Eco, con un viaggio intriso di nostalgia che rimanda esplicitamente alla musica menzionata nel testo di Eco e ai suoi temi filosofici.
      Restando alla “Sala Podiani”, attesissimi, in ordine sparso, altri grandi nomi del jazz, tra i quali spicca anche qualche italiano.

      John Patitucci

      Di origini calabresi, ma americano di Brooklyn, il contrabbassista John Patitucci è sicuramente un nome da non perdere, tanto più che la sua performance sarà di solo contrabbasso e, proprio per questo, costituirà una rarità, accompagnata, in alcuni frangenti, solo da incursioni in punta di piedi, di Roberto Gatto e Danilo Rea.
      Tra i migliori concerti dello scorso anno alla Sala “Podiani”, uno di quelli che è rimasto più impresso nella mente dei puristi è senza dubbio l’esibizione del fisarmonicista Daniele Di Bonaventura e del suo magnifico ensemble “Band’Uniòn” di cui il musicista marchigiano è leader. Quest’anno Di Bonaventura presenta, invece, il progetto “Eu Te Amo”, da una canzone di Tom Jobim, da cui è nato anche un bellissimo disco dallo stesso titolo, scaturito dall’incontro con il pianista Giovanni Ceccarelli ed al quale si aggiunge come star internazionale il violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum, collaboratore stabile proprio di Jobim. Un concerto che si presenta carico di aspettative anche per l’unione tra tre singolari strumenti come il bandoneon, il piano e il violoncello. Il resto lo faranno le melodie tipiche della canzone d’autore brasiliana.

      Roberto Gatto

      Alla Sala Podiani si potrà apprezzare, inoltre, il talento, in continua crescita, del giovane pianista Enrico Zanisi che, forte dei suoi continui riconoscimenti, si prenderà i rischi dell’esibizione in piano solo che gli torna per la verità molto congeniale.
      Altro pianista, al suo debutto ufficiale ad Umbria Jazz, nonostante il suo carisma, è Fred Hersch, stile inconfondibile, di particolare originalità che ha seminato proseliti se è vero come è vero che tra i suoi allievi figura gente come Brad Mehldau ed Ethan Iverson.

      Kenny Barron

      Il fil rouge che lega i concerti della Galleria Nazionale dell’Umbria sono proprio i concerti di pianoforte. Ne sono la prova, ancora, quello del grande Kenny Barron di cui sono in molti a ricordare ancora due memorabili esibizioni, sul finire degli anni ottanta ai Giardini del Frontone, e quello di Julian Oliver Mazzariello, accompagnato dal trombettista Fabrizio Bosso. Un tandem, come il titolo del loro omonimo e fortunato disco, che rivela affiatamento e affidabilità oltre che un collaudato sodalizio che risale alla formazione degli High Five.

      Enrico Rava

      Dalla Sala Podiani al Teatro Morlacchi il passo è breve. Anche questo, per destinazione, è luogo dei puristi del jazz. Procedendo sempre in ordine sparso e consapevoli di perdere per strada qualche pezzo forte, i concerti da seguire includono senz’altro: Enrico Rava che festeggia proprio a Perugia il suo ottantesimo compleanno con un gruppo di giovanissimi jazzisti, alcuni dei talenti da lui scoperti e lanciati negli ultimi anni, Paolo Fresu che insieme al contrabbassista svedese Lars Danielsson, si appresta a ripetere le suggestioni del disco “Summerwind”, uscito per l’etichetta nordeuropea ACT e poi altre due presenze ricorrenti di Umbria Jazz e del Morlacchi in particolare, come la cantante di colore Dianne Reeves e il batterista Roberto Gatto, ora, come è accaduto a Rava, leader di una giovane formazione infarcita di talenti.

      Paolo Fresu

      E poi Gino Paoli, che, forte della sua collaborazione con Danilo Rea, sfociata anche in un recente disco con alcune canzoni inedite, festeggerà proprio a Perugia i suoi sessant’anni di carriera.
      Da far tremare le vene ai polsi i due concerti con altrettante star americane: il sassofonista Charles Lloyd con il progetto “Kindred Spirits” che si caratterizza per la presenza di due giovani e grandi chitarristi, Julian Lage e Marvin Sewell, e il trombettista Terence Blanchard, alla guida della E- Collective, la band con la quale ha pubblicato i suoi ultimi dischi, una formazione elettrica non priva di rimandi funky e soul. Giusto una segnalazione per gli spazi esterni, ma la merita tutta per quanto di buono ha saputo far vedere lo scorso anno. Ai Giardini Carducci da non perdere, in programmazione ripetuta, il quartetto di Claudio Jr De Rosa, tra le migliori leve del nuovo jazz italiano. Il sassofonista ha al suo attivo veramente un bel disco, “Groovin’ Up!”. Provare per credere.

      Piero Odorici

      Ultimo avviso ai naviganti: per i tiratardi che non prendono sonno, l’appuntamento da non perdere con le jam session notturne si è trasferito quest’anno dal Ristorante Cesarino di Piazza IV novembre al Jazz club Méliès di via della Viola. E siccome squadra che vince non si cambia, la resident band è uguale a quella dello scorso anno: il sassofonista Piero Odorici, insieme a Daniele Scannapieco, Andrea Pozza, Aldo Zunino con la sola aggiunta di Anthony Pinciotti che ha rimpiazzato Luca Santaniello. E poi sotto a chi tocca! C’è un’altra alba da aspettare! (G.D.)

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