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      Onlus collegate alla ndrangheta "offrivano" servizi a migranti

       

       

      Onlus collegate alla ndrangheta "offrivano" servizi a migranti

      02 lug 19 Le Onlus al centro dell'operazione 'Fake Onlus' di questa mattina risultano collegate "a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta" e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di "accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso le predette cooperative". Le onlus sarebbero state "sfruttate per fare ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza". Le misure cautelari a carico di 11 persone, che avrebbero fatto parte di "un'organizzazione criminale dedita alla truffa e all'autoriciclaggio", sono state eseguite in Lombardia e in Campania. Le indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Gianluca Prisco, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Lodi, vedono al centro, spiegano i finanzieri, "un pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell'emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma". Nelle indagini durate due anni è stata accertata "la progressiva costituzione di Onlus Cooperative, collegate tra loro da mirati interscambi di cariche amministrative, appositamente costituite" solo per "partecipare ed aggiudicarsi le gare" indette dalle Prefetture "offrendo, spesso, il prezzo più conveniente a ribasso, producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti". L'alternarsi delle cariche rappresentative nelle onlus nasceva "dalla necessità di partecipare ai bandi in modo da evitare che emergessero i precedenti penali di alcuni indagati", che avrebbero rappresentato "una causa ostativa". Dal 2014 ad oggi le onlus e le cooperative sociali indagate "hanno beneficiato, complessivamente, di somme pubbliche per oltre 7 milioni di euro ma la gestione economico-finanziaria ha permesso di far luce su un articolato e complesso sistema distrattivo di fondi pubblici". Inoltre, le onlus, chiarisce la Gdf, "risultano essere collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza". Veniva "attestata, falsamente, la possibilità-necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso le cooperative".

      Si chiamano 'Volontari senza frontiere', 'Milano Solidale', 'Amici di Madre Teresa' e 'Area solidale' le onlus, tutte operanti tra Lodi, Pavia e Parma, al centro dell'operazione 'Fake Onlus' di oggi condotta dalla Gdf di Lodi e coordinata dal pm di Milano Gianluca Prisco e dall'aggiunto Ilda Boccassini. Prisco ha spiegato stamane che si tratta di "eccezioni", su cui comunque occorre fare valere il "principio di non colpevolezza". "Non bisogna sottovalutare - ha aggiunto - che ci sono altre onlus che invece hanno ben gestito la accoglienza di migranti".

      Una decina di migranti ospiti di una casa di accoglienza gestita da una delle cooperative al centro delle indagini dei pm di Milano, il 7 febbraio scorso, "si sono presentati presso la Prefettura di Lodi per protestare sulla mancata corresponsione del cosiddetto 'pocket money' e sulla mancata retribuzione degli operatori presso il centro". Lo scrive il gip di Milano De Marchi riassumendo un articolo sulla vicenda che era apparso su 'Il Cittadino' di Lodi. In sostanza, le onlus incassavano fondi pubblici senza erogare molti servizi. Tra le contestazioni dell'inchiesta, infatti, c'è anche quella di "aver falsamente indicato di offrire servizi di integrazione a favore degli immigrati" come "psicologi, criminologi ed avvocati che non risultano aver prestato attività lavorativa".

      E' uno "scenario di malaffare" quello che emerge dall'inchiesta della Procura di Milano con al centro quattro onlus, collegate anche a pregiudicati di 'ndrangheta, per una presunta truffa milionaria sull'accoglienza dei migranti. Lo scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi nelle oltre 600 pagine di ordinanza cautelare dalle quali viene a galla la figura di Daniela Giaconi che avrebbe diretto il 'sistema' delle quattro onlus, malgrado "numerosissimi" precedenti penali, tra cui tre per "bancarotta".

      Il legame che esiste tra le onlus al centro dell'indagine e alcuni pregiudicati per 'ndrangheta è datato nel tempo. "Il soggetto che è stato raggiunto da misura cautelare, ovvero l'indagata principale che è anche la promotrice e organizzatrice dell'associazione per delinquere, nel tempo aveva avuto contatti con pluripregiudicati in occasione dello svolgimento di lavori socialmente utili, intorno al 2002 e al 2003. E di lì i contatti si sono mantenuti". Lo ha spiegato Vincenzo Andreone, comandante provinciale della Gdf di Lodi questa mattina a margine della conferenza stampa sull'indagine 'Fake Onlus', coordinata dalla Procura di Milano. "Successivamente - ha aggiunto - abbiamo notato come le onlus indagate siano state utilizzate per permettere ad altri detenuti, segnalati dai pregiudicati, di produrre documentazione atta per farsi rilasciare dal magistrato di sorveglianza misure alternative alla detenzione".

      "Anche oggi arrestate 11 persone perché lucravano sull'immigrazione. E' chiaro e evidente che l'immigrazione di massa porta soldi solo alle mafie". Così il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, oggi in Calabria. "Vogliamo - ha aggiunto - un'immigrazione positiva. In Calabria c'è bisogno di turisti che pagano non di turisti a pagamento a costo degli italiani. La Calabria ha il 50% di disoccupazione giovanile, ha bisogno di lavoro per i giovani e non di importare nuova mano d'opera".

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