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      Report Bankitalia: Calabria cresce ma c'è "perdita slancio", bene export

       

       

      Report Bankitalia: Calabria cresce ma c'è "perdita slancio", bene export

      17 giu 19 La Calabria continua a crescere nel 2018, anche se con una "perdita di slancio" rispetto all'anno precedente e con aspettative da parte delle imprese che rimangono moderatamente ottimistiche per il 2019. Sono gli aspetti salienti della "fotografia" che emerge dal rapporto su "L'economia della Calabria", curato dalla filiale di Catanzaro della Banca d'Italia e presentato stamani nel corso di una conferenza stampa. A pesare, secondo quanto emerge dalle linee del documento, illustrato in dettaglio dal direttore Sergio Magarelli e dai componenti del Nucleo di ricerca dell'istituto Giuseppe Albanese, Antonio Covelli e Iconio Garrì, sono la "modesta produttività e l'occupazione ancora bassa, elementi che acuiscono la povertà diffusa delle famiglie calabresi e che nei termini in cui si presentano non hanno riscontro nel panorama nazionale". "Prevale una forte componente di incertezza - ha sostenuto Magarelli - che deriva dalla pesante eredità e dal fatto che non è stato recuperato il terreno perduto nel periodo pre-crisi. In questo contesto le categorie più penalizzate sono quelle delle donne e dei giovani. Altro elemento negativo è la bassa capacità di assorbire i laureati da parte del sistema produttivo calabrese". Dal rapporto affiorano però anche i punti di forza dell'economia calabrese: l'export che si rafforza e il turismo che rimane in territorio positivo. Assieme, inoltre, alle ottime performance di "un gruppo di aziende, high-grouwth, a crescita rapida, che nell'arco di un decennio hanno raddoppiato e in qualche caso quadruplicato il proprio fatturato". A gravare, tuttavia, secondo l'analisi di Bankitalia, sono "la presenza pervasiva delle consorterie criminali che determina un ambiente poco favorevole alle imprese" e "l'inefficienza della Pubblica amministrazione, sommata al deficit infrastrutturale, ai ritardi tecnologici e alle distorsioni della concorrenza che tutto questo comporta". Segnali positivi si registrano per l'occupazione, segnatamente nei periodi primaverile ed estivo anche per effetto della stagione turistica favorevole che si riflettono positivamente sul potere di acquisto delle famiglie. "L'attività degli enti territoriali calabresi - sottolinea il report di Bankitalia in materia di finanza pubblica - rimane condizionata dalla difficile condizione economico-finanziaria derivante da una pesante situazione debitoria e da diffusi disavanzi di bilancio. Tra i Comuni, anche alcuni importanti, tali problematiche hanno determinato l'apertura di procedure di riequilibrio finanziario".

      Cresce lavoro autonomo

      É del 2,6% la crescita dell'occupazione in Calabria nel 2018. A darne conferma è il rapporto su "L'economia in Calabria" di Bankitalia. Una dinamica positiva, per il terzo anno consecutivo, avvalorata dall'aumento delle ore lavorate per addetto e dalla riduzione ulteriore del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. "L'aumento degli addetti - rileva il rapporto - si è concentrato nei mesi primaverili ed estivi anche per effetto della stagione turistica favorevole e la situazione è leggermente peggiorata nell'ultima parte dell'anno. L'occupazione è cresciuta prevalentemente tra gli autonomi diversamente dal resto del Paese. Il tasso è risalito al 42,2% (era al 40,8 nel 2017) anche se rimane più basso rispetto ai livelli pre-crisi. A trovare lavoro solo individui in possesso di titoli di studio inferiori o pari al diploma. Resta bassa la capacità di assorbire laureati".

      Debole la crescita delle costruzioni

      E' proseguita anche nel 2018 l'espansione del settore industriale in Calabria, seppure in maniera ridotta rispetto al 2017. Lo rivela il rapporto "L'economia della Calabria" di Bankitalia. Recupero debole per il settore delle costruzioni con le attività dell'edilizia residenziale che rimangono frenate dall'elevato livello di invenduto. Il comparto delle opere pubbliche risente ancora della bassa spesa per investimenti da parte delle amministrazioni pubbliche. Secondo Bankitalia è rimasto sostanzialmente stabile il valore aggiunto del settore agricolo. A caratterizzare il settore la presenza di elementi come una bassa produttività e una ridotta spesa per investimenti malgrado la presenza di un rilevante sostegno pubblico. "La peggiore dinamica registrata in Calabria - è scritto nel report - è da ricollegare, almeno in parte, alla composizione delle produzioni agricole e in particolare e all'elevato peso di olivicoltura e agrumicoltura, settori che negli ultimi anni hanno subito un forte calo". A pesare negativamente rimangono comunque alcuni fattori strutturali come la ridotta dimensione media delle aziende.

      Cresce export a +16%

      E' proseguita anche nel 2018 la fase di espansione dell'export delle aziende calabresi, che ha segnato un + 15,9 per cento a prezzi correnti. Un dato, secondo quanto analizzato dal rapporto Bankitalia "L'economia della Calabria", che rafforza il trend positivo in atto da quattro anni. "La dinamica favorevole - è scritto nel report - ha interessato tutti i principali settori di specializzazione regionale. Con riferimento alle aree di destinazione, l'export verso i paesi Ue, che rappresenta poco meno della metà del totale, è ulteriormente cresciuto; tra i paesi extra Ue, hanno registrato un aumento le vendite verso i paesi dell'Europa centro-orientale e quelle verso il Giappone, che rappresenta il principale mercato di riferimento per l'Asia. Nel complesso rispetto al 2014 le esportazioni calabresi sono aumentate a prezzi correnti di circa il 67 per cento". La crescita dell'export calabrese è stata trainata soprattutto dall'incremento nell'esportazione di oli essenziali e prodotti per la profumeria, frutta e verdura, e mezzi di trasporto (diversi dagli autoveicoli), che insieme hanno pesato per circa i due quinti dell'aumento. In rapporto al Pil regionale, l'incidenza delle esportazioni nel 2018 è cresciuta all'1,6 per cento, permanendo ancora su livelli estremamente bassi nel panorama nazionale".

      Turismo cresce de 2.7%

      Anche nel 2018 il comparto turistico si è confermato tra i più dinamici in Calabria. E' quanto emerge dal rapporto di Bankitalia su "L'economia della Calabria" presentato a Catanzaro. Lo scorso anno sono cresciute del 2,7 per cento le presenze di turisti nelle strutture ricettive e l'andamento si è rivelato particolarmente favorevole per i turisti stranieri, la cui quota sul totale è salita al 23 per cento. Secondo la rilevazione della Banca d'Italia sul turismo internazionale, è cresciuta anche la spesa dei visitatori stranieri in regione. Il numero di passeggeri negli aeroporti calabresi è lievitato del 9,3 per cento. In linea con la tendenza in atto negli ultimi anni, legata ai maggiori arrivi di turisti stranieri, l'aumento è stato più intenso per i voli internazionali". "Dopo il brusco calo del 2017 - è detto nel rapporto - sono tornati a crescere anche i passeggeri nazionali. Vi ha contribuito la riapertura, nel corso dell'estate 2018, dell'aeroporto di Crotone. Continua invece la contrazione nello scalo di Reggio Calabria".

      In calo traffico porto di Gioia Tauro -5%

      Un altro anno da dimenticare, il 2018, per il porto container di Gioia Tauro. Lo attesta il rapporto di Bankitalia su "L'economia della Calabria". "Lo scalo calabrese ha segnato un nuovo calo: secondo i dati dell'autorità portuale - è detto nel testo - il traffico container è diminuito del 4,9 per cento rispetto al 2017. L'andamento negativo si è intensificato nel primo trimestre del 2019. Sul futuro del porto potrebbe influire la conclusione, nei primi mesi dell'anno in corso, del negoziato per la cessione al gruppo MSC del controllo completo della Medcenter Container Terminal Spa, concessionaria del terminal container. Con riguardo invece alla diversificazione delle attività nell'area, prosegue a rilento l'avvio dell'operatività della Zona economica speciale". "Un fantasma quello della Zes - è detto detto nel corso della presentazione del rapporto a Catanzaro - che ancora non si è materializzato".

      Riequilibrio Finanziario per 15% Comuni calabresi

      "L'attività degli enti territoriali calabresi rimane condizionata dalla difficile situazione economico-finanziaria, derivante da una pesante situazione debitoria e da diffusi disavanzi di bilancio". Lo rileva il rapporto "L'economia della Calabria" di Bankitalia nel capitolo dedicato alla finanza pubblica locale. "Tra i Comuni, tali problematiche - è scritto nel rapporto - hanno determinato in parecchi casi, il 15% del totale (63 Comuni), l'apertura di procedure di riequilibrio finanziario. Sulle criticità ancora irrisolte nel comparto sanitario è intervenuto il Governo con alcune recenti disposizioni". Secondo quanto emerge dall'analisi della filiale catanzarese dell'istituto centrale, "nell'ambito della parte corrente, il contenimento della spesa ha riguardato in particolare gli acquisti di beni e servizi e il costo del personale. La spesa in conto capitale è cresciuta soltanto per la Regione, anche grazie al sostegno del Programma operativo regionale 2014-2020; è invece calata per le Province e i Comuni. All'aumento dei contributi agli investimenti degli operatori privati è però corrisposto un ulteriore calo degli investimenti in opere pubbliche. Dal lato delle entrate, gli enti territoriali calabresi restano maggiormente dipendenti dai trasferimenti dalle Amministrazioni centrali, anche a causa della bassa capacità di riscossione delle entrate proprie. Da quest'anno gli enti interessati, inoltre, potrebbero tornare a ricorrere ad ulteriori incrementi nelle aliquote tributarie, a seguito dello sblocco della leva fiscale locale concesso dal legislatore". In questo contesto, si afferma ancora nel rapporto, spicca la situazione di bilancio delle Province che risulta peggiore del resto del Paese: tre enti calabresi su cinque, infatti, hanno evidenziato un disavanzo di bilancio, mentre in Italia tale quota è pari al 18 per cento. Gran parte del disavanzo degli enti territoriali calabresi - è detto nel rapporto - è imputabile al comparto dei Comuni, i cui equilibri di bilancio hanno in parte risentito, più che nel resto del Paese, di rilevanti accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità, connessi anche alla bassa capacità di riscossione degli enti. Solo il 43 per cento dei Comuni calabresi è riuscito a ottenere un avanzo di bilancio, pari in media a 80 euro per residente. Il 47 per cento dei Comuni ha invece evidenziato un disavanzo che, in media, è stato di 524 euro pro capite, mentre la quota restante ha conseguito un saldo di bilancio nullo. Risultato: alla fine del 2018 un elevato numero di Comuni si trovava in situazione di criticità finanziaria tale da richiedere la procedura di riequilibrio finanziario. "In Calabria - rileva Bankitalia - le diverse forme di criticità finanziaria, nel loro complesso, sono significativamente più diffuse rispetto alla media nazionale. Alla fine del 2018, 63 Comuni manifestavano uno stato più o meno accentuato di crisi, 31 avevano dichiarato lo stato di dissesto, 29 avevano avviato la procedura di riequilibrio finanziario e 4 versavano in condizioni di deficit strutturale (tra questi, uno aveva in corso anche una procedura di riequilibrio o di dissesto). La quota di popolazione residente nei Comuni caratterizzati da qualche forma di criticità era pari al 37 per cento, a fronte di circa il 25 e il 10 per cento rispettivamente nel Mezzogiorno e in Italia. Su tale dato, incideva significativamente la presenza, tra gli enti in pre-dissesto, dei Comuni di Cosenza, Lamezia Terme e Reggio Calabria".

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