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      Aperto a Catanzaro l'anno giudiziario: in Calabria 4000 affiliati a cosche

       

       

      Aperto a Catanzaro l'anno giudiziario: in Calabria 4000 affiliati a cosche

      26 gen 19 Sono 166 le organizzazioni criminali in Calabria che contano oltre 4000 affiliati dei quali 2000 si trovano nel distretto di Catanzaro. Sono i dati forniti dal presidente della Corte d'appello di Catanzaro Domenico Introcaso in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. "La progressione criminale dell'organizzazione - ha aggiunto - segue l'evoluzione economico-sociale delle collettività locali, nazionali e internazionali, in cui opera adeguandosi a situazioni, dinamiche modalità diretta a curvare l'economia 'sana' al delitto, con dubbio e devastante effetto criminogenetico". Secondo i dati forniti, l'introduzione dell'euro ha "reso più labile lo spartiacque tra criminalità e illegalità: un fatto che si presta a significative considerazioni. Da un lato l'impresa, o meglio l'attività sommersa può essere veicolo non secondario di riciclaggio e penetrazione nell'economia formale; dall'altro il rapporto tra attività estorsive (tipo usura) ed economia informale è immediato, ben comprensibile e fa sì che l'impresa diviene obbiettivo vulnerabile per definizione e strumentale alle strategie di sfruttamento e/o di espansione delle attività criminali". Introcaso si è poi soffermato sull'"esportazione del crimine in zone del centro e nord Italia ormai assoggettate alle modalità 'ndranghetistiche di gestione di interi settori dell'economia, della finanza, dell'industria". Un fenomeno al quale si accompagna "lo spostamento degli ingenti capitali provenienti dal delitto, impiegati in attività imprenditoriali geneticamente sane e poi corrotte dai nuovi flussi, resi per altro necessari dalle situazioni di crisi ormai decennale".

      Gratteri: Calabresi non omertosi

      "Continuate a inondarci di denunce, di esposti e di richieste per essere sentiti". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. "Da due anni e mezzo - ha detto - la Procura ha un ufficio in cui tutte le parti offese, gli usurati, gli estorti, possono venire a incontrarmi, io ricevo tutti. Ci sono circa 300 persone che chiedono di essere ricevute ma almeno una volta alla settimana, dalle 14 alle 21, ricevo tutti. Questo è un fatto importante, dare fiducia ai cittadini. I calabresi non sono omertosi, i calabresi non sanno con chi parlare. Continuate a denunciare, a venire a trovarci. Se la gente bussa alla nostra porta vuol dire che spera di poter risolvere il suo dramma, che può essere piccolo o bagatellare ma per loro è la vita". "Quest'anno - ha aggiunto Gratteri - posso dire con grande soddisfazione che vi è stato un aumento del lavoro del mio ufficio, in quantità ma soprattutto in qualità e non solo per quanto riguarda reati di stampo mafioso. Ma questo non è un caso - ha proseguito - abbiamo avuto delle attenzioni da parte dei vertici delle forze dell'ordine, oltre che dal ministro precedente Orlando e dall'attuale guardasigilli Bonafede. Questo ci conforta nel pensare che forse siamo credibili, meritiamo fiducia e per questo ciò che abbiamo chiesto ci è stato dato. Voglio ringraziare il Prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino che con la sua autorevolezza e capacità di sintesi, in sede di comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, dimostra grande sensibilità nel preoccuparsi della sicurezza del mio ufficio. Ringrazio i quattro questori presenti, di Catanzaro, Crotone, Cosenza e Vibo Valentia, che hanno la fortuna di dirigere uomini di primissimo piano che il capo della Polizia ha mandato. Ringrazio il generale Vincenzo Paticchio, comandante della Legione dei carabinieri Calabria che ormai da tre anni sta dirigendo i suoi uomini, in particolare, i quattro colonnelli dei carabinieri, investigatori di primissimo piano, tra i migliori d'Italia che stanno facendo grande sinergia con il Ros centrale e il Ros distrettuale. Ringrazio la Guardia di finanza che sta facendo grandi cose, sta triplicando i risultati. Anche questo non è un caso". Gratteri ha anche ringraziato i suoi magistrati: "Stanno dimostrando, dal più giovane al più anziano, non solo professionalità ma anche grande dedizione per l'ufficio".

       

      Botta e risposta su ingiusta detenzione

      "È purtroppo noto, non fosse che per il clamore mediatico da esso suscitato, che il distretto con il maggior numero di casi è quello della Corte d'appello di Catanzaro, che per il sesto anno consecutivo si è confermata nei primi tre posti, con 158 persone che, nel 2017, hanno subito una ingiusta detenzione; seguono i distretti di Roma con 137 e di Napoli con 113". A dirlo il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario incentrando il suo intervento sull'ingiusta detenzione e i soldi spesi dallo Stato per i risarcimenti. "Catanzaro e Roma - ha aggiunto - sono anche le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: in questo distretto, nel 2017, è stata registrata la cifra monstre di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della capitale. Sic stantibus rebus è sicuro sintomo di inadeguata ponderazione degli elementi di prova sia da parte di chi chiede l'applicazione della misura, sia da parte di chi la misura dispone". Immediata la replica del presidente della Corte d'appello di Catanzaro Domenico Introcaso: "La misura e i risarcimenti, ai quali si riferisce il procuratore generale, coprono un arco di tempo che va dal 2010 al 2014/15. Sicuramente è per fatti risalenti dal 2010 al 2014. Per fatti ascrivibili certamente ai ritardi, questa volta, anche della Corte". Per quanto riguarda "l'appiattimento", ha aggiunto Introcaso, "certamente è un fenomeno assolutamente esecrabile però il 'corto circuito' non credo che possa essere limitato e contenuto al rapporto gip-Procura ma a tutta la dinamica propria del processo cautelare". In un rimpallo di battute tra Introcaso e Lupacchini si è poi giunti a individuare le responsabilità di tutti gli organi giudicanti.

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