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      Smantellata rete di spaccio ed estorsioni, 17 arresti dei CC tra Pollino e Sibaritide

       

       

      Smantellata rete di spaccio ed estorsioni, 17 arresti dei CC tra Pollino e Sibaritide

      21 gen 19 Una operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza è in corso nella Sibaritide e nel Pollino per l'esecuzione di misure cautelari nei confronti di 17 persone ritenute dedite allo spaccio di droga ed alle estorsioni. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura. Contestualmente sono in corso diverse perquisizioni domiciliari a carico di altri pregiudicati indagati in stato di libertà per gli stessi reati. All'operazione, condotta col supporto dei militari dell'ottavo Nucleo elicotteri, del 14mo battaglione Calabria, del nucleo cinofilo e dello squadrone eliportato cacciatori di Vibo, stanno partecipando circa 200 carabinieri.

      L'operazione è stata eseguita, nei Comuni di Cassano all’Ionio, Altomonte, Rossano, Roggiano Gravina e Monza, da parte dei militari del Comando Provinciale di Cosenza, unitamente ad unità dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e della CIO del 14° Battaglione “Calabria”. Gli uomini dell'Arma hanno eseguito 17 misure di custodia cautelare (di cui 10 in carcere e 7 agli arresti domiciliari), emesse dal GIP presso il Tribunale di Castrovillari, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di “spaccio di sostanze stupefacenti” e “tentata estorsione”. Le indagini, condotte dalla Compagnia di Castrovillari e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dott. Eugenio Facciolla, e dal Sostituto Procuratore, Dott. Antonino Iannotta, scaturiscono da un’attività info-investigativa tesa a far luce su una serie di furti di mezzi agricoli riscontrati nella Sibaritide. Gli approfondimenti hanno da subito consentito di individuare un’officina meccanica, sita nel territorio di Spezzano Albanese, ove presumibilmente i mezzi trafugati venivano trasportati e custoditi per essere successivamente ricollocati. In particolare, i Carabinieri hanno ricostruito un chiaro tentativo di estorsione (c.d. cavallo di ritorno) da parte di tre degli indagati - intranei alla cosca degli “Abbruzzese/Zingari”, operante in Cassano all’Ionio e nei centri limitrofi - ai danni di un imprenditore di Spezzano Albanese, titolare di una ditta di autotrasporti, al quale il 12 aprile 2017 erano stati asportati alcuni mezzi agricoli, poi occultati nell’area di pertinenza dell’officina in argomento. Nel corso della trattativa finalizzata alla definizione della somma di denaro da corrispondere per ritornare in possesso dei mezzi, è emersa in modo netto la capacità intimidatoria degli indagati, i quali, forti della posizione ricoperta nei contesti criminali della Sibaritide, potevano contare sull’atteggiamento reticente da parte della vittima, che si limitava a formalizzare soltanto la denuncia di furto dei mezzi in questione.

      L’attività investigativa ha inoltre permesso di accertare la presenza di tre diverse fiorenti piazze di spaccio ricadenti nel comune di Cassano all’Ionio. Più in dettaglio, le captazioni, integrate dal posizionamento di telecamere nelle aree di interesse, hanno evidenziato l’operatività di tre ramificati gruppi di soggetti dediti al traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina, cocaina e hashish. Durante le operazioni di monitoraggio, i Carabinieri hanno eseguito oltre 50 riscontri, cristallizzando le condotte delittuose degli indagati in ordine a 283 episodi di spaccio a complessivi 45 assuntori - molti dei quali fidelizzati - oggetto di segnalazione alla Prefettura di Cosenza. Nello sviluppo dell’indagine, erano già state arrestate in flagranza di reato sette persone, ulteriori tre erano state denunciate in stato di libertà, procedendo al sequestro di complessivi 80 grammi di eroina, 10 grammi di cocaina, 114 grammi di hashish, 3 pastiglie di suboxone e 3 boccette di metadone da 150 mg cadauno. L’operazione odierna conferma in modo tangibile il costante impegno dell’Arma dei Carabinieri e della Procura della Repubblica di Castrovillari per riaffermare quotidianamente la presenza dello Stato e ripristinare la legalità in un territorio, quale quello della Sibaritide, ove vige una pervicace e diffusa subcultura criminale.

      "Siamo sul territorio, siamo presenti. Siamo pronti a dare il nostro contributo per la rinascita della zona". A dirlo il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla illustrando i dettagli dell'operazione "Last minute" che stamani ha portato a 17 arresti per spaccio di droga e tentata estorsione. "L'indagine, portata avanti con microspie, intercettazioni telefoniche e ambientali, con riprese video e con un accurato controllo della messaggistica - ha aggiunto - nasce dalla denuncia di una serie di furti di mezzi agricoli e non c'è stata nessuna collaborazione da parte delle vittime. E' un buon risultato legato alla tipologia delle indagini, perché è un territorio particolarmente complesso. Si trattava di operare e lavorare su Cassano, soprattutto nella zona di Timpone Rosso che notoriamente è la zona forse più complicata per la presenza di diffusi centri criminali, in un territorio particolarmente ostile per le forze dell'ordine. E' una storia che va avanti almeno da 25 anni a questa parte. Sono dei feudi, delle vere e proprio enclave di soggetti che sia che facciano parte di associazioni mafiose o siano ai margini. Fatto sta che è un territorio estremamente esposto a condotte delittuose di vario genere. La droga è una delle principali fonti di arricchimento che poi viene usato per altri giri".

      "Si è trattato - ha detto il comandante provinciale di Cosenza dei carabinieri, col. Piero Sutera - di un'indagine alquanto articolata. Un lavoro che merita un vero plauso ai carabinieri della Compagnia di Castrovillari. E' stata fatta un'attività dove è stato controllato un territorio non facile con una grandissima densità delinquenziale e con una criminalità ben determinata e dove la situazione della sicurezza pubblica è sicuramente di assoluto interesse. Parliamo di Timpone Rosso, una zona che sostanzialmente è nelle mani della criminalità che gestisce lo spaccio delle sostanze stupefacenti sia nei confronti degli assuntori e sia nei confronti dei pusher che vanno lì a rifornirsi quotidianamente. Ecco perché l'operazione è particolarmente incisiva. L'arma dei carabinieri, con questa operazione svolta in perfetta sintonia con la Procura di Castrovillari, ha dimostrato una conoscenza del territorio molto forte". "L'attività che ha portato all'operazione 'Last Minute' - ha spiegato il capitato Giovanni Caruso, comandante della Compagnia di Castrovillari - è iniziata nel lontano 2016 da un'investigazione dei carabinieri della Tenenza di Cassano che poi, per motivi di opportunità e tecnici, è stata assunta dalla Compagnia di Castrovillari".

      "Le vittime sono restie a collaborare perché c'è la paura per quello che è il territorio, per il condizionamento ambientale ma soprattutto c'è la sfiducia nelle Istituzioni". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla in merito all'operazione che ha portato a 17 arresti per droga e tentata estorsione ed alla mancata collaborazione delle vittime. "Oggi - ha aggiunto - si parla di 17 persone già gravate da precedenti, quindi significa che sono persone già note nell'immaginario collettivo per aver commesso reati, per essere magari stati arrestati e condannati e che però continuano a girare ed a fare i loro traffici. Quindi questo va chiaramente nel senso opposto a quello che cerchiamo di affermare noi". "La soluzione, nell'immediato - ha detto - sarebbe una legislazione che riveda al più presto l'esecuzione penale. Ci preoccupano sempre sull'esecuzione della misura cautelare però poi bisogna vedere cosa succede nell'esecuzione non solo durante il processo, ma l'esecuzione della pena finale. Troppe volte emettiamo ordini di esecuzioni per reati gravissimi con condanne definitive a parecchi anni e in realtà si manda in carcere una persona per pochi anni perché tra tutti i benefici previsti e concessi è difficile assicurare che chi è stato condannato a una determinata pena poi effettivamente la vada ad espiare. Non ci aiuta, per nulla, la liberazione condizionale, i benefici che danno durante la buona condotta in carcere che è un altro fenomeno che abbiamo nel nostro Paese. Come dire che in carcere ci si può comportare anche male". "Questo fa sì - ha concluso Facciolla - che molti condannati per reati gravissimi riescono ad ottenere, con tutti questi sconti di pena nel breve periodo, una riduzione corposa della e poi ce li troviamo fuori a commettere reati".

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