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      Inchiesta sulla magistratura calabrese, 15 i magistrati inquisiti

       

       

      Inchiesta sulla magistratura calabrese, 15 i magistrati inquisiti

      17 gen 19 Quindici magistrati delle Procure in Calabria, con diversi incarichi, sono indagati dalla procura di Salerno. A denunciarlo è, in prima pagina, "Il Fatto quotidiano", secondo cui ai magistrati inquisiti sarebbero stati contestati reati a vario titolo, fra cui il favoreggiamento mafioso, la corruzione semplice e in atti giudiziari, l'abuso d'ufficio. Il fascicolo dalla Procura di Salerno, competente territorialmente per il distretto di Catanzaro, sarebbe stato aperto dopo che la distrettuale di Catanzaro, guidata da Gratteri, nello scorso luglio ha trasmesso gli atti per competenza ai magistrati della città campana. Coinvolti gli uffici della stessa procura catanzarese, di Cosenza e di Crotone. Secondo i giornalisti del Fatto, tra gli indagati figurano il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, e il procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto. Al centro delle ipotesi accusatorie tutte da verificare, episodi di favoreggiamento a beneficio di indagati e rivelazione di segreto d'ufficio in relazione a operazioni di polizia, ma anche la manipolazione di atti relativi ad indagini. Ad oggi non risultano, provvedimenti a carico dei magistrati coinvolti. Sullo sfondo una guerra interna tra Gratteri e Lupacchini. Con il secondo che non avrebbe molto gradito l'ingombrante presenza del magistrato antimafia. I due sono stati ascoltati in segreto nel luglio scorso. Il diverbio al vertice è finito in Csm, Procura generale della Cassazione e ministero della Giustizia. Oggetto del contendere, scrive il Fatto Quotidiano, "il non rispetto delle regole di coordinamento con altri uffici giudiziari e di aver fatto il furbo non inviando, come prevede il codice, elementi di indagine alla Procura di Salerno su magistrati calabresi non appena sono emersi spunti ma, in sostanza, solo dopo una prima inchiesta". Nel paginone dedicato alla cosa vengono elencati dal giornale i fatti, di cui alle denunce, che riguardano presunti favori fatti dall'ex presidente dell'Asl, Giuseppe Tursi Prato al fratello del Procuratore Spagnuolo, dal procuratore aggiunto Lubero che avrebbe rivelato segreti d'ufficio su di una operazione di polizia a Nicola Adamo "che si trovava in compagnia di Giuseppe Tursi Prato. Per quanto riguarda l’ipotesi accusatoria di abuso d’ufficio, è connessa a un arrestato per mafia nel marzo del 2016".

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