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      Truffa a Regione Calabria ed evasione fisco, Gdf Paola sequestra beni

       

       

      Truffa a Regione Calabria ed evasione fisco, Gdf Paola sequestra beni

      28 set 18 I finanzieri della Compagnia di Paola e della Tenenza di Amantea hanno sottoposto a sequestro preventivo, in Calabria e Lazio, 4 immobili a Roma, una imbarcazione del valore di oltre 200 mila euro e 26 mila euro giacenti su conto corrente. Il decreto, emesso dal gip Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni e dal pm Maria Francesca Cerchiara, riguarda 2 persone residenti nelle province di Cosenza e Roma, per truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Il sequestro costituisce il completamento di un precedente provvedimento effettuato dalle Fiamme Gialle a luglio 2017 su 77 beni immobili e 16 rapporti finanziari, in quanto la prosecuzione delle indagini ha consentito di individuare ulteriori beni nella disponibilità di due dei cinque indagati. Adesso è stato raggiunto l'importo totale del profitto dei reati contestati, 1.613.338 euro. I finanzieri hanno scoperto un meccanismo di false fatturazioni, pari a circa 9 milioni di euro emesse da una serie di società (due delle quali estere, in realtà fittiziamente create al solo scopo di rendere più difficoltose le indagini), enti morali e associazioni no profit, intestate a "prestanome" al fine di evadere le imposte e creare un indebito credito Iva nei confronti dell'Erario. Il falso credito di imposta veniva poi indebitamente utilizzato per compensare debiti Iva. Una parte delle false fatture è stata utilizzata quale giustificativo di spesa nell'ambito di un progetto di formazione professionale per l'apprendistato denominato "Addetto al ricevimento", nonché nell'ambito di corsi di formazione organizzati nei settori "Gestione dell'azienda agrituristica", "Tecnologia informatica nella gestione e promozione dell'agriturismo", "Agricoltura sostenibile", "Rispetto per l'ambiente e qualità dell'azienda turistica". Tutte le operazioni illecite venivano "schermate" da scritture contabili opportunamente predisposte che, come dimostrato anche dal confronto con i movimenti bancari, hanno permesso di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del truffatore, il quale ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri. Con tali stratagemmi gli indagati traevano anche in inganno gli Enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme.

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