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      Ai bambini piace mangiare a mensa, ma quanti sprechi nei cibi gettati

       

       

      Ai bambini piace mangiare a mensa, ma quanti sprechi nei cibi gettati

      25 ott 18 Il 57% dei bambini che mangia a mensa lo fa con piacere, soprattutto perché può stare insieme ai compagni (90%). E' quanto emerge dal Dossier "Servizi in... Comune. Tariffe e qualità di nidi e mense", presentato oggi da Cittadinanza attiva. Tra i bambini che non amano mangiare a scuola, il motivo per due su tre è la monotonia del cibo, per circa la metà la scarsità delle porzioni, per uno su quattro la fretta con cui bisogna mangiare e l'ambiente poco confortevole e colorato. L'indagine ha riguardato 51 scuole di 12 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria); 598 gli intervistati fra bambini, docenti, genitori e rappresentanti della Commissione mensa. Un bambino e un docente su cinque conferma la presenza di alcuni compagni che portano il pasto da casa che viene consumato in un tavolo separato nella stessa mensa, o nell'aula in cui si fa lezione. Solo il 14% dei bambini dice di mangiare tutto a mensa, il 35% di mangiare solo alcuni cibi, in particolare dolci e gelato (77%), pizza (75%), carne (63%), frutta fresca (58%), pasta al pomodoro (50%). Fra i cibi meno graditi, verdure cotte e minestre (rifiutati da due terzi dei bambini), pesce (sgradito al 58%), pasta in bianco (44%). Per l'81% dei genitori il menù è vario e rispetta la stagionalità dei prodotti. Rispetto alle quantità, il 65% ritiene che le porzioni siano equilibrate e l'83% che i propri figli mangino volentieri a mensa. Più della metà (58%) non sa se a mensa vengono serviti prodotti biologici.

      Spreco cibi gettati

      I cibi avanzati a mensa vengono per lo più buttati (59%), oppure riproposti a merenda (soprattutto pane e frutta). E' quanto emerge dall'ascolto delle Commissioni mensa nello studio di Cittadinanzaattiva "Servizi in...Comune. Tariffe e qualità di nidi e mense", presentato oggi. Nel caso delle Commissioni mensa, la metà dei rappresentanti interessati conosce il Capitolato d'appalto. I rapporti con il Comune sono buoni nel 74% dei casi, quelli con le Aziende erogatrici nel 71%. Il servizio mensa è dato in appalto esterno in tre casi su quattro, per il restante quarto è comunale o autogestito. Per il 91% comprende solo il pranzo, per il 9% anche la merenda. Nel 60% dei casi esistono agevolazioni per le famiglie con difficoltà economiche. Gli altri sostengono che non ci sono agevolazioni (20%) o di non esserne a conoscenza (20%). L'81% degli intervistati afferma che vengono usate tovaglie di carta per apparecchiare i tavoli della mensa, le stoviglie sono usa e getta nel 58% dei casi, l'acqua servita è quella di rubinetto nel 31%, nel 66% si beve acqua minerale. Il 10% non dispone di un locale mensa, ma si utilizzano le aule in cui si fa lezione o altre dedicate per far mangiare i bambini. Le mense monitorate sembrano in discreto stato dal punto di vista della sicurezza: solo il 4% ha distacchi di intonaco e l'8% altri segni di fatiscenza come umidità, infiltrazioni di acqua. Barriere agli ingressi nel 4% delle mense, pavimentazioni irregolari nell'8%, porte con apertura anti panico assenti nel 45%, però destano preoccupazione sia per bambini e adulti con disabilità motorie che per una eventuale evacuazione dai locali in caso di emergenza. L'85% dei bambini ritiene che i locali siano abbastanza o molto puliti e luminosi, abbastanza o molto spaziosi per il 71% e sicuri per l'81%. Fra gli aspetti negativi segnalati dai bambini, l'80% ritiene che siano molto rumorosi, il 57% poco accoglienti e il 45% poco allegri. Secondo i piccoli utenti gli arredi lasciano a desiderare: il 37% dichiara, infatti, che non siano né adatti né confortevoli. Tra le proposte che avanza Cittadinanzattiva, quella di istituire in tutte le scuole le Commissioni mensa. Inoltre Cittadinanzattiva chiede di fare della mensa un momento educativo, attraverso una adeguata preparazione degli addetti alla somministrazione del cibo e una sensibilizzazione degli insegnanti che accompagnano i bambini, ma soprattutto attraverso la realizzazione di attività didattiche e progettuali che coinvolgano anche le famiglie.

      Tariffe stabili.

      Una famiglia media italiana, con un bimbo al nido e un altro alla materna o primaria, spende al mese 382 euro, precisamente 300 euro per la retta dell'asilo e 82 euro circa per la mensa. Le tariffe restano sostanzialmente stabili a livello nazionale per gli asili nido, in leggera crescita per le mense scolastiche (+0,7% nell'infanzia, +1,4% nella primaria). A pesare sono soprattutto le differenze regionali e fra i singoli capoluoghi di provincia: per i nidi si va dai 100 euro al mese di Catanzaro ai 515 euro di Lecco; per la mensa scolastica dai 32 di Barletta ai 128 euro di Livorno. Il Sud, virtuoso sui costi, pecca però sulla disponibilità di posti all'asili nido e sulla carenza del servizio di ristorazione scolastica. L'analisi arriva dal Dossier di Cittadinanzattiva "Servizi in...Comune. Tariffe e qualità di nidi e mense", presentato oggi. La copertura dei nidi sulla potenziale utenza è solo dell'11,2%, rispetto alla media nazionale del 21,7%; in sette regioni del Sud e delle isole, più dei due terzi dei bambini non usufruisce del servizio mensa.

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