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      Aumenta la fuga di italiani all'estero, ora anche gli over 50

       

       

      Aumenta la fuga di italiani all'estero, ora anche gli over 50

      24 ott 18 Continuano ad aumentare gli italiani residenti all'estero. Negli ultimi 12 anni, dal 2006 al 2018, il trend è in continua crescita e registra un +64,7%, passando da poco più di 3,1 milioni iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (Aire) a 5.114.469 al 1 gennaio del 2018, che rappresentano l'8,5% dei quasi 60,5 milioni di residenti in Italia. Da gennaio a dicembre 2017 sono partiti quasi 243 mila italiani di cui il 52,8% per espatrio cioè 128.193 italiani che hanno spostato la loro residenza fuori dei confini nazionali. Gli uomini sono oltre 70 mila (55%) e le donne oltre 57 mila. Sono alcuni dei dati del "Rapporto Italiani nel Mondo 2018", giunto alla XIII edizione, della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. Nelle partenze del 2017, che vedono una crescita del 3,3%, un peso importante lo hanno i nuclei familiari come dimostrano i 24.570 minori (il 19,2% del totale), di cui il 16,6% ha meno di 14 anni e ben l'11,5% meno di 10 anni. Il 37,4% di chi parte, quasi 48 mila persone, ha tra i 18 e i 34 anni. Mentre coloro che hanno tra tra i 35 e i 49 anni, sono un quarto del totale con un aumento de 2,8% (in valore assoluto quasi 900 mila persone). Un discorso a parte per quanto riguarda le fasce più mature: infatti, se l'incidenza nel 2018 è dell'11,3% per chi ha tra i 50 e i 64 anni, è il 7,1% dai 65 anni e oltre. Chi parte oggi dall'Italia è per il 60,8% celibe o nubile e per il 33,2% sposato. Gli italiani nel 2017 sono partiti da 107 province differenti. Milano, Roma, Genova, Torino e Napoli sono le prime cinque province di partenza. La prima regione di partenza è la Lombardia (21.980) seguita, a distanza, dall'Emilia-Romagna (12.912), dal Veneto (11.132), dalla Sicilia (10.649) e dalla Puglia (8.816). I territori che in questi ultimi anni si sono particolarmente distinti - Lombardia e Veneto in primis, ma anche il Lazio - sembrano, secondo quanto emerge dal Rapporto, attraversare una fase di rallentamento, più o meno drastico a favore di Liguria, Emilia-Romagna e Puglia.

      Anche gli over 50 in fuga

      Migranti maturi disoccupati, migrante-genitore o nonno-ricongiunto, migrante di rimbalzo o migrante previdenziale: sono le nuove categorie di italiani over 50 partiti nell'ultimo anno dall'Italia e trasferiti all'estero, individuate dal "Rapporto Italiani nel Mondo 2018" della Fondazione Migrantes. Nell'ultimo anno, infatti, a partire dall'Italia sono sicuramente i giovani (37,4%) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più importanti sono quelle dai cinquant'anni in su (+20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni; +49,8% nella classe 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su). Secondo il rapporto si tratta di persone disoccupate (definiti "migranti maturi disoccupati"), o lontane dalla pensione che hanno la necessità di mantenere la famiglia. Nascono "nuove strategie di sopravvivenza" tra i genitori-nonni che inizialmente trascorrono periodi sempre più lunghi all'estero con figli e nipoti già in mobilità fino al completo trasferimento (si tratta del "migrante genitore-nonno ricongiunto"). Un esempio ne è 'La mia mamma', un ristorante di cucina italiana dove a cucinare sono le mamme dei giovani italiani che hanno scelto Londra come meta del loro progetto migratorio. Le cuoche sono chiamate a fare un lavoro in turnover: ogni tre mesi, cioè, si alternano modificando i menù sulla base delle loro regioni di origine. Un altro profilo è il "migrante di rimbalzo" ovvero chi, dopo anni di emigrazione è rientrato in Italia per trascorrere la propria vecchiaia "in paese", ma rimasto vedovo/a, e magari con i figli nati, cresciuti e lasciati all'estero, decide di tornare nel paese che lo ha accolto per tanti anni. L'ultimo profilo è il "migrante previdenziale" che comprende pensionati 'di lusso' o sull'orlo della povertà che si trasferiscono in paesi dove la vita costa molto meno rispetto all'Italia, è più facile curarsi ed esistono silver co-housing.

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