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      Riace, la rabbia dei migranti: Avevamo costruito una nuova vita. Lucano "Rifarei tutto"

       

       

      Riace, la rabbia dei migranti: Avevamo costruito una nuova vita. Lucano "Rifarei tutto"

      14 ott 18 Arrabbiati, smarriti, confusi. E con un'inattesa cappa d'incertezza su quel futuro che stavano tentando di costruirsi. Sono le sensazioni che vivono in queste ore i circa 130 migranti ospitati a Riace dopo che il Viminale, con una circolare di cui si é appreso ieri, ha disposto il loro allontanamento a causa di irregolarità nel progetto sprar gestito dal Comune di cui é sindaco Domenico Lucano. Proprio Lucano, per tutti "Mimmo", é per tutti un punto di riferimento ed a lui che i migranti guardano adesso per capire "il futuro che sarà". Sin da ieri, quando si é appreso della circolare del Ministero dell'Interno, davanti la casa di Lucano, dove il sindaco dal 2 ottobre scorso si trova agli arresti domiciliari con l'accusa, tra l'altro, di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, si sono formati capannelli di migranti che volevano avere maggiori notizie su quanto avevano appreso dalle voci circolate nel paese. Nessuna tensione, ma preoccupazione e rabbia sì. Sentimenti che un gruppo di migranti ha voluto esternare direttamente al sindaco. "Non vogliamo andare via da Riace. Qui c'é la nostra nuova vita", hanno detto a Lucano. Lui, che ha potuto incontrarli perché malgrado gli arresti domiciliari non é sottoposto ad alcuna prescrizione, ha tentato di calmarli. "State tranquilli - ha detto - da qui non ve ne andrete". Ma il sindaco non é riuscito a cancellare dal suo viso un'espressione di preoccupazione, anche se la determinazione e l'ostinazione non gli mancano. Lucano, si sa, é persona abituata a lottare. Ed in primo luogo vuole riacquistare al più presto la piena libertà dopo l'arresto disposto nei suoi confronti dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica. Un passaggio fondamentale in questo senso sarà la discussione dopodomani, martedì, davanti il Tribunale del riesame di Reggio Calabria, del ricorso presentato dai difensori di Lucano per chiedere la revoca del provvedimento restrittivo. Libero o agli arresti domiciliari, comunque, per i migranti Domenico Lucano rappresenta un punto di riferimento fondamentale. "É una bellissima persona", dice una donna di nazionalità nigeriana. "Per noi é come un padre", aggiunge. E scoppia in un pianto dirotto.

      Lucano: Rifarei tutto quello che ho fatto.

      "Rifarei tutto quello che ho fatto" ha detto Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se cambierebbe qualcosa nel suo progetto di accoglienza ai profughi contestatogli dal Viminale. Per quanto riguarda le contestazioni che il ministero gli ha mosso, come le scarse condizioni igieniche e falle nella rendicontazione, per Lucano "non è vero niente, si tratta di atteggiamenti denigratori", dato che il "villaggio globale" di Riace è "stato visto da tutti come qualcosa di straordinario". C'è accanimento nei suoi confronti? "non lo so, non voglio apparire vittima di nessuna cosa, ho l'orgoglio di una terra che mi fa guardare con fierezza al futuro con la consapevolezza di essere nel giusto", ha replicato Lucano che ha ricevuto i cronisti a casa sua, dove si trova ai domiciliari. A chi gli chiede che cosa pensa della frase "chi sbaglia, paga" che gli ha rivolto il ministro Matteo Salvini, il sindaco sospeso risponde che si tratta di parole che danno "il senso di qualcosa di autoritario" che mal si addicono a un ministro. Quanto al futuro dei migranti che si trovano a Riace, Lucano conclude dicendo che "non se ne andranno, hanno dei bambini piccoli con loro e non hanno alcun posto dove andare, solo qualcuno è andato via negli ultimi tempi per la situazione di grande incertezza, ma la maggior parte non ha veramente dove andare"

      Viminale: nessun trasferimento obbligatorio.

      A Riace non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria. È questo il meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere, perché finisce oppure perché viene revocato dal Viminale. E quanto specificano fonti del Ministero dell'Interno. Quando accade ora - spiegano dal Viminale - è che i migranti hanno due opzioni: restare dove sono (e non beneficiare più del sistema di accoglienza), oppure possono andare in altri progetti Sprar nelle vicinanze, naturalmente sulla base delle disponibilità. La proposta di nuova destinazione viene formalizzata dagli operatori del progetto. Ciò non toglie che gli enti territoriali come Comune o Regione possono avviare altri interventi di assistenza. Il Comune di Riace ha 60 giorni di tempo per fornire la documentazione finanziaria sui migranti che beneficiavano dell' accoglienza, sia che queste persone decidano di essere trasferite sia che restino nel comune calabrese.

      Ricorso al TAR.

      Gianfranco Schiavone. Il nome può dire poco, ma in realtà si tratta della persona che insieme a Domenico Lucano ha creato il "modello Riace", quel sistema di accoglienza ed integrazione cioé nato nel 2002 e che ha consentito di accogliere ed integrare centinaia di migranti di varia provenienza e nazionalità nella cittadina della jonica reggina, nota ai più soprattutto per la scoperta nel suo mare negli anni '70 dei famosi Bronzi che da questa località hanno preso il nome. Quel "modello" che adesso il Viminale, con una circolare, ha annunciato di voler chiudere, trasferendo i circa duecento migranti che vivono a Riace in altri sprar. Schiavone, che é il vicepresidente dell'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, sta adesso lavorando, insieme il legale del Comune di Riace, l'avvocato Lorenzo Trucco, alla predisposizione del ricorso che sarà presentato al Tar per chiedere la sospensione della circolare del Viminale. "Abbiamo tantissime ragioni da avanzare - ha detto Schiavone - col ricorso che proporremo al Tar. Anche perché le obiezioni del Viminale riguardano aspetti minori e formali del progetto sprar di Riace, la cui finalità, che è quella di accogliere ed integrare i migranti, é stata pienamente raggiunta. Il 'modello Riace' risale al 2002, lo stesso anno in cui nacque lo sprar con i primi finanziamenti pubblici. É quindi abbastanza sorprendente che oggi, a distanza di ben 16 anni, venga definito fallimentare quando in realtà rappresenta uno dei progetti storici dell'integrazione nel nostro Paese. In realtà a Riace non c'é stato alcuno spreco di soldi pubblici, che sono stati anzi spesi bene se guardiamo alla finalità cui erano destinati. Occorre adesso che il progetto d'integrazione venga completato. In ogni caso il provvedimento del Viminale appare sproporzionato rispetto alle penalità che sono state rilevate dagli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria". Secondo Schiavone, inoltre, "occorre tenere conto del fatto che non é un caso che il 'modello Riace' abbia attirato una grande attenzione anche a livello internazionale. Questo perché ha consentito di utilizzare nel migliore dei modi i fondi dell'accoglienza, che sono serviti sia per assistere i migranti in modo adeguato e produttivo, sia per rivitalizzare un piccolo borgo come Riace". Schiavone é fermamente convinto dunque della bontà del "modello Riace" e del fatto che i risultati che ha prodotto non possano essere ignorati. "Posso assicurare che a Riace, una realtà che tra l'altro ho conosciuto ancor prima che iniziasse il progetto sprar - sottolinea il vicepresidente dell'Asgi - si fa la vera accoglienza e la vera integrazione. É bene che questo si sappia".

      Magistratura Democratica: Così si smantella l'Europa.

      "Con le vicende delle navi Aquarius e Diciotti, il nostro Paese ha simbolicamente impresso una forte accelerazione al progetto di chiudersi nelle frontiere 'emotive' del rifiuto e della paura, contribuendo al processo di disgregazione dell'Europa unita basato sulla riscoperta della sovranità nazionale e la sacralizzazione dei confini, e relegando chi si trova al di fuori di questi confini ad una umanità di seconda classe. Il Paese ha così intrapreso un nuovo percorso che ci allontana dalla nostra identità costituzionale ed europea, fondata sul primato della persona e dei suoi diritti fondamentali". Lo sottolineano in una nota la segretaria e il presidente di Magistratura Democratica, Mariarosa Guglielmi e Riccardo de Vito. "Decretando oggi la fine del modello di integrazione e di pacifica convivenza rappresentato da Riace, questo percorso prosegue verso il rifiuto dell'idea e del progetto di 'comunità' che la nostra Costituzione costruisce sulla forza unificante dei principi di pari dignità, di eguaglianza e di solidarietà". "I cambiamenti irreversibili dell'identità democratica di un Paese e della sua collettività si avviano nell'assuefazione inconsapevole e silenziosa ai gesti di rottura con i suoi valori fondanti e con il vincolo sociale che nasce dalla loro condivisione. Riteniamo per questo che sia oggi un dovere di tutti far sentire la propria voce e riaffermare il forte senso di appartenenza a quel progetto di società basato sull'eguaglianza emancipatrice e sulla solidarietà fra tutti gli individui che ci ha consegnato la nostra Costituzione", conclude la nota di Md.

      Sindacati: Grave scelta trasferire migranti. "La scelta di trasferire i migranti ospiti dello Sprar di Riace presso altre strutture lo riteniamo un grave errore. Attraverso una circolare, il ministero dell'Interno ha disposto il trasferimento di quella che è a tutti gli effetti una comunità e che a questo punto produrrà effetti terribili per gli uomini e le donne che hanno trovato un approdo sicuro in quei luoghi". Lo affermano Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta, che parlano di "lesione dei diritti umani", e chiedono "a tutte le persone che credono in un modello sociale di accoglienza ed integrazione, come quello sperimentato positivamente a Riace, di far sentire la propria voce". Un conto, dicono, "è chiedere ed avere rendicontazioni e giustificativi sull'utilizzo delle risorse e trasparenza su tutti gli atti amministrativi da parte dell'amministrazione comunale, altra cosa è smantellare il 'modello Riace', simbolo di accoglienza diffusa che ha rianimato un Paese morente e promosso processi di integrazione che hanno favorito la serena convivenza tra culture ed etnie diverse, rendendola un fattore di sviluppo oltre che un valore, un'esperienza importante di accoglienza per persone che scappavano via da guerre, violenze e persecuzioni". Per i sindacati, "si attacca Riace per colpire tutto il modello Sprar. Un'azione di questo tipo rappresenta una lesione dei diritti umani. Riteniamo imprescindibile rispettare gli obblighi di protezione internazionale prevista dai trattati e dalla Costituzione italiana. Bisogna evitare che si ripetano azioni che rischiano solo di alimentare conflitto sociale e irragionevole odio contro gli stranieri ed ogni forma di diversità".

      Anpi e PD attaccano Salvini.

      Lui, Domenico Lucano, sindaco di Riace ai domiciliari, dice con orgoglio "non voglio apparire una vittima", "rifarei tutto quello che ho fatto", "consapevole di essere nel giusto". Il suo è ormai un caso politico. Susanna Camusso, leader Cgil, punta il dito contro Salvini per "un atto disumano di dubbia legalità". Carla Nespolo, presidente Anpi, chiede a M5S di "non voltarsi dall'altra parte e fermare Salvini". Laura Boldrini e Nicola Fratoianni, LeU, ricordano i guai legali della Lega e ritengono "poco credibile" che a parlare di "gestione irregolare di fondi pubblici" sia chi "deve restituire 49 milioni". Nicola Zingaretti, candidato alla guida del Pd, definisce "un atto immondo, quello di Salvini". E il segretario attuale, Maurizio Martina, lancia un appello per una manifestazione antirazzista. Ma il leader leghista e ministro dell'Interno manda a dire "a quelli del Pd, che parlano di 'deportazioni'", che "l'indagine sulle gravi irregolarità di Riace erano state avviate da Minniti, mio predecessore al Viminale e oggi possibile segretario del loro partito". Di fatto le ispezioni sono partite nel 2016. Ma la nuova miccia è la circolare del ministero che, sulla base di "gravi anomalie" nella gestione dello Sprar, chiede ora tutti i conti e il trasferimento dei migranti. L'atto smonta il "modello Riace". Tra i rilievi, la presenza di non aventi diritto, l'uso improprio dei pocket money, case in condizioni igieniche precarie. "Non è vero niente", solo "denigrazione" e i migranti "non se ne andranno, hanno bimbi piccoli e nessun posto dove andare", replica Lucano che ha ricevuto i cronisti a casa. Nel paese calabro sono 80 gli stranieri a carico dello Sprar (altre decine afferiscono al Cas, centro di accoglienza straordinaria). L'atmosfera è di sconforto: "Non vogliamo andare via", dicono. Cosa succederà a queste persone? Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale Sprar, assicura che "non ci sarà alcuna deportazione. Non è il primo caso del genere. Il trasferimento viene proposto e non imposto ai migranti". Questo si traduce in una serie di colloqui che operatori del Comune dovranno fare con loro per capire se vogliono restare o uscire dal progetto Sprar. Nel primo caso, si è destinati a un altro Sprar; nel secondo, si esce dal progetto e dai relativi finanziamenti, ma "richiedenti asilo e rifugiati sono liberi di stare dove vogliono, affittare casa, lavorare; se non sono in grado, stanno nei centri per richiedenti asilo", dice Di Capua. "A Riace - aggiunge - i colloqui coi migranti non inizieranno né domani, né dopodomani e comunque non prima di aver trovato soluzioni alternative. Di solito le cerchiamo negli Sprar vicini, dipende dalla disponibilità: in Calabria ce ne sono oltre 100". Nel frattempo, la circolare del Viminale potrebbe finire di fronte al Tar ed essere sospesa. Punta in prima battuta a questo il ricorso che il Comune depositerà nei prossimi giorni. "Abbiamo molte ragioni di impugnazione: il 'modello Riace' risale al 2002. É sorprendente che, dopo 16 anni, venga attaccato come fallimentare", osserva Gianfranco Schiavone, consulente del Comune e vicepresidente dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione. Se accolta, la sospensiva bloccherà temporaneamente l'efficacia della circolare, in attesa che i giudici si pronuncino nel merito, ma quasi certamente non avrà effetto sul blocco dei finanziamenti, disposto già due anni fa quando Lucano finì sotto indagine.

      Lega: Indagini avviate dal PD di Minniti.

      "In merito alle indagini portate avanti dalla Procura della Repubblica di Locri e dalla Guardia di Finanza, sfociate con gli arresti domiciliari del cessato sindaco Lucano, e considerando il provvedimento del Ministero dell'Interno, che di fatto chiude il tanto decantato mito del modello Riace, sarebbe giusto e doveroso per tutti gli esponenti della sinistra e falsi buonisti, a cominciare da Saviano per finire con la Boldrini, fare un po' di mente locale". Lo sostiene, in una nota, il Coordinamento comunale di Riace della Lega. "Ricordatevi - aggiunge il Coordinamento - che le indagini sulle gravi irregolarità avvenute a Riace erano state avviate da Minniti, il quale inviò ben tre ispezioni ministeriali che diedero tutte esito negativo. Le criticità erano evidenti e gli ispettori chiesero più volte di apportare correttivi alla gestione. Raccomandazioni sempre disattese per delirio di onnipotenza. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. La morale è che tutto ha un inizio, ma anche una fine".

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