NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Arrestati per corruzione dirigente Regione Calabria e imprenditrice

       

       

      Arrestati per corruzione dirigente Regione Calabria e imprenditrice

      09 ott 18 I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno eseguito due misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di Rizzo Maria Gabriella di 57 anni dirigente della Regione Calabria in servizio presso il dipartimento “Turismo, beni culturali e spettacolo” della Regione e all’epoca dei fatti anche responsabile regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione e di Laura Miceli, 67 anni, imprenditrice del Vibonese operante nel settore turistico. Le due sono indagate per corruzione e falsità ideologica. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Paolo Mariotti, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, con i sostituti procuratori Graziella Viscomi e Giulia Tramonti coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

      PM: Dirigente asservita a imprenditrice. "Lo chiameremo Lauro". Così scherzava la dirigente del settore Turismo della Regione Calabria, Maria Gabriella Rizzo, all'epoca dei fatti responsabile per la trasparenza e la prevenzione della corruzione, riferendosi a un bando che avrebbe dovuto essere "ritagliato su misura" per l'imprenditrice Laura Miceli. E' uno degli elementi di cui si é parlato nel corso della conferenza stampa indetta dalla Guardia di finanza di Catanzaro che, coordinata dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, ha eseguito un'ordinanza di arresti domiciliari per le due donne. L'operazione, denominata "É dovere", ha messo in luce lo stretto rapporto tra Rizzo e Miceli. Un rapporto nel quale la Rizzo aveva asservito la propria funzione - ha spiegato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla - a favorire gli interessi della Miceli dalla quale riceveva in cambio regalie, come viaggi, pranzi o vino pregiato. "Quello che si registra è un contesto in cui vige una debole percezione della legalità", ha detto Capomolla che ha coordinato le indagini insieme ai pm Graziella Viscomi e Giulia Tramonti. "Le indagini - ha detto il colonnello Carmine Virno, comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza - dimostrano quanto la dirigente fosse asservita gli interessi della Miceli, alla quale forniva anche un'attività di consulenza che riguardava non solo i bandi in corso ma anche bandi futuri, dando informazioni in anteprima e questo a discapito di tanti operatori onesti". "Alcuni fatti penalmente rilevanti - ha detto Capomolla - possono insorgere proprio perché in alcuni contesti della pubblica amministrazione c'è una percezione debole e accomodante della legalità. Questo mostra una pubblica amministrazione che appare arrendevole alle tentazioni che possono provenire da soggetti interessati e pronti a insinuarsi proprio in questa arrendevolezza offrendo delle utilità indebite al funzionario che si presta a dirigere i suoi compiti nell'interesse del privato e non della collettività".

      Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche delle perquisizioni in Calabria e Toscana. Le attività investigative dirette dalla procura della repubblica di catanzaro e delegate alla guardia di finanza, condotte anche con l’ausilio di articolate indagini tecniche, hanno consentito di riscontrare come la dirigente regionale comunicava all’imprenditrice ricadese informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati e forniva alla stessa anche attività “consulenziali”. La dirigente, anche in incontri informali appositamente organizzati, prospettava all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero.

      In un caso (per il quale l’imprenditrice e’ indagata in stato di liberta’ anche per concorso in falso ideologico) cosciente del fatto che il villaggio turistico della miceli aveva gia’ usufruito di un contributo cd. “de minimis” da 200 mila euro per il “miglioramento ed ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, nelle more della pubblicazione di un ulteriore bando precluso alla miceli, in quanto aveva gia’ usufruito di tale tipologia di fondi, la rizzo promuoveva la partecipazione dell’impresa, che in concreto gestisce il villaggio, riconducibile sempre alla miceli seppure formalmente intestata a terzi. Le attivita’ investigative hanno, altresi’, consentito di accertare che, in un caso, la dirigente regionale si sia personalmente adoperata per “accontentare” la Miceli, bisognosa di avere la liquidazione il prima possibile di un s.a.l. di oltre 130 mila euro. siccome per un errore contenuto in una scheda tecnica l’effettiva liquidazione del s.a.l. da 130 mila scese a 124 mila euro, la rizzo si senti’ in dovere di spiegare alla miceli che l’errore non era dipeso da lei. A fronte di tali “servigi” la Rizzo, unitamente ai propri famigliari, usufruiva a spese della miceli di un soggiorno di 5 giorni nel capoluogo toscano, di un soggiorno nel villaggio di Ricadi (vv) nonché beneficiava di diversi pranzi e di varie donazioni di vino. Nella vicenda si ipotizza il concorso con la rizzo di un ingegnere (consulente esterno deputato al controllo dei finanziamenti erogati dalla regione al settore turistico) la cui posizione dovra’ essere valutata dal giudice con riferimento alla richiesta di sospensione dall’incarico di collaboratore della regione avanzata dai p.m. titolari delle indagini.

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito