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      Manifestazioni a sostegno di Lucano. Salvini chiama in causa il Csm

       

       

      Manifestazioni a sostegno di Lucano. Salvini chiama in causa il Csm

      06 ott 18 Affacciato alla finestra di casa col pugno sinistro chiuso: così Domenico Lucano ha salutato le circa quattromila persone giunte a Riace per testimoniare la loro solidarietà al sindaco - ora sospeso - agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I manifestanti, dopo aver percorso le strade del paese, sono giunti sotto casa di Lucano urlandogli "Tieni duro, continua a lottare sempre. In questa battaglia di civiltà non sarai mai solo!" . Il corteo, partito ai piedi del paese, dopo aver percorso le strade di Riace ed avere attraversato la piazza principale, si è diretto sotto casa di Lucano. Alla vista del corteo Lucano è comparso dietro una finestra della sua abitazione, chiusa con una zanzariera, salutando i manifestanti più volte con la mano e commuovendosi. In strada i manifestanti hanno intonato "Bella ciao". Un gruppo numeroso di migranti, che si trovano a Riace da tempo, ha più volte gridato "Riace non si arresta. Mimmo Lucano libero". Sotto casa di Lucano, in mezzo al corteo, c'é l'ex presidente della Camera Laura Boldrini.

      Centinaia in piazza a Torino. Centinaia di persone, esponenti dei sindacati di base, di alcuni partiti di sinistra e dei centri sociali si sono dati appuntamento, oggi pomeriggio a Torino, sotto la Prefettura in piazza Castello, per esprimere solidarietà a Domenico Lucano, il sindaco di Riace messo agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I manifestanti hanno sfilato per le vie del centro città dietro uno striscione con su scritto: "L'obbedienza non è una virtù. Torino per Riace. Mimmo libero". Molti gli slogan: "intolleranza no. Accoglienza sì", "Divisi siamo niente, uniti siamo tutto. Organizziamoci", "Riace. Riscatto in terra di 'Ndrangheta", "Se l'ingiustizia diventa legge, la resistenza è un dovere".

      Corteo a Milano. Oltre un migliaio di persone sono scese in piazza, a Milano, per esprimere la loro solidarietà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il corteo, aperto da uno striscione con la scritta 'La solidarietà non si arresta', è partito da Piazza San Babila per dirigersi verso il Tribunale, dove si è fermato.

      "Qualche migliaio di persone di sinistra, tra cui Laura Boldrini, ha manifestato solidarietà al sindaco di Riace finito ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Quando scoppiò il caso Diciotti l'Anm difese il pm tuonando 'basta interferenze', mentre Mattarella ricordò che 'nessuno è al di sopra della legge'. Ora diranno le stesse cose?" E' quanto afferma il ministro dell'interno e vicepremier Matteo Salvini commentando la manifestazione a Riace per esprimere la solidarietà a Domenico Lucano.

      "Ritengo indecoroso che un ministro dell'Interno indagato per sequestro di persona abbia gioito dell'arresto del sindaco. Piuttosto dovrebbe impegnarsi di più per far arrestare i capi delle 'ndrine. Allora che sì che potremmo essere tutti contenti". A dirlo è stata l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi a Riace per partecipare alla manifestazione di solidarietà a Domenico Lucano. "Sono qui - ha aggiunto - perché cittadina onoraria di Riace dal 2013 e conosco l'impegno di Mimmo Lucano, un visionario che ha saputo trasformare i suoi ideali in realtà consentendo al suo territorio a rischio di spopolamento di ritornare a vivere anche attraverso la presenza di persone giunte da tanti paesi in cerca di pace e sicurezza. Nel pieno rispetto della magistratura, ho ritenuto necessario essere qui oggi per manifestare sostegno a Lucano. Sono certa che sarà in grado di chiarire ogni accusa".

      Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, "a seguito delle decisioni della magistratura - è scritto in una nota - che hanno consentito a Mimmo Lucano di poter vedere amici e conoscenti, lo ha incontrato ieri sera presso la sua abitazione". A raccontare dell'incontro è lo stesso Oliverio, attraverso una breve dichiarazione: "Ieri sera - afferma - ho incontrato Mimmo a casa sua. Oggi, come ieri, sono al suo fianco. Sicuro della sua onestà, fiducioso nella giustizia e certo che sarà chiarito ogni aspetto di questa vicenda". Nei giorni scorsi, il Presidente della Regione aveva già espresso piena vicinanza e solidarietà a Lucano. "Sono perfettamente a conoscenza di quello che era Riace un tempo e di quello che Riace è oggi. Sono perfettamente a conoscenza che il modello di integrazione di Riace che dovrebbe essere, e invece non è, l'accoglienza nel nostro Paese", ha concluso Oliverio.

      L'ex sindaco di Bulciago (Lecco), Egidia Beretta, in carica fino allo scorso mandato nel centro della Brianza lecchese, si autoaccusa e ammette: "Anch'io ho celebrato un matrimonio per permettere a uno straniero di rimanere in Italia". Domenico "Mimmo" Lucano, sindaco di Riace, in Calabria, è amico di Egidia Beretta e quest'ultima si è autoaccusata, rivelando la circostanza del matrimonio tra uno straniero e una donna molto più grande, via Facebook. Egidia Beretta tra l'altro è la madre di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani ucciso a Gaza nel 2011. "Conosco un Sindaco, o meglio una Sindaca, come non mi piace dire, che qualche anno fa - scrive Egidia Beretta - accettò di celebrare un matrimonio particolare. Un giovane straniero dell'Est che si stava costruendo una buona vita qui, ma in procinto di ritornare clandestino, scaduto il permesso di soggiorno, a meno che... A meno che una donna generosa, molto più grande di lui, benefattrice della struttura che lo ospitava, non si offrisse di legalizzarlo attraverso il matrimonio. Erano gli anni nei quali il Ministro dell'Interno di allora, Maroni, sguinzagliava le forze dell'ordine ad impedire nozze di convenienza, specie fra anziani, pareva, abbindolati da badanti straniere. Qui era il contrario, il giovane straniero e la donna molto più grande, elegante e distinta. Quel sabato pomeriggio c'era tensione in Municipio e un po' di ansia. Qualcuno fuori, di vedetta. Finché la formula non fu pronunciata, davanti ai testimoni, gli anelli scambiati da una mano gentile a una manona operaia. Il, la Sindaca, non si pentì mai di non aver obbedito non a una legge, ma una disposizione che considerava ingiusta. Seppe e sa ancora oggi che quel giorno ha aiutato a ridare una vita a chi la stava probabilmente perdendo".

       

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