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      Un progetto per il recupero dell'acquedotto della Sambucina di Luzzi

       

       

      Un progetto per il recupero dell'acquedotto della Sambucina di Luzzi

      14 mar 18 Un progetto di ricerca, recupero e valorizzazione di un antico acquedotto che potrebbe essere stato realizzato dai monaci cistercensi dell'Abbazia della Sambucina di Luzzi. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione culturale "Totonno Palermo", in collaborazione con il Comune di Luzzi, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggi per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone l'Università della Calabria e l'associazione Geomeda Iss. "L'idea della ricerca - è detto in un comunicato dell'associazione - è nata in seguito alla segnalazione dello stato di degrado strutturale di un pozzetto in pietra di forma cilindrica, ancora visibile sul ciglio della strada che dalla Sambucina porta in Sila e che è sicuramente da collegare all'antico acquedotto sambucinese. Su una mappa pubblicata da Giuseppe Marchese (Tebe Lucana, val di Crati e l'odierna Luzzi, Napoli 1957), risalente forse agli inizi del 1400 - prosegue il comunicato - viene rappresentato in forma schematica l'intero tracciato dell'acquedotto della Sambucina, a partire dalla zona di captazione delle acque (Montagna della Noce) e fino ad un pozzetto di derivazione dal quale si innestano due condutture: una in direzione della Sambucina e l'altra invece in direzione del centro storico di Luzzi. Da circa un anno sono iniziate le ricerche per ricostruire il tracciato dell'acquedotto cistercense. I numerosi sopralluoghi hanno consentito di ritrovare, spesso nascosti nelle boscaglie e in sentieri impervi, pozzetti di derivazioni. Sono stati georeferenziati almeno 10 tratti e frammenti di acquedotto che presentano uguali caratteristiche strutturali e lo stesso tipo di canalizzazione. La seconda fase del progetto prevede un'indagine georadar per individuare il tracciato ancora sepolto dell'antico acquedotto".

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