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      Fatture per 6 mln pagate 2 volte da Asp Reggio, 10 indagati da Gdf

       

       

      Fatture per 6 mln pagate 2 volte da Asp Reggio, 10 indagati da Gdf

      12 mag 18 Fatture per 6 milioni di euro pagate due volte dall'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ad una clinica privata, Villa Aurora, e in procinto di essere pagate una terza volta per via giudiziale. E' quanto hanno scoperto i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale reggino che hanno notificato un avviso di conclusione indagine nei confronti di dieci persone, tra le quali 8 funzionari dell'Asp, per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico commesso da privato in atti pubblici. Le indagini sono iniziate nel 2015 quando i finanzieri acquisirono all'Asp una serie di documenti su un atto di transazione tra il debitore Asp ed il creditore Villa Aurora per il pagamento di 6 milioni per prestazioni pregresse di varia natura. I finanzieri hanno acquisito anche la contabilità della casa di cura dal 2008 al 2014 ed i bilanci scoprendo che tutte le fatture in realtà erano già state riscosse in via ordinaria nel corso degli anni. Le stesse fatture erano state poi riscosse una seconda volta in seguito di azioni giudiziali e, addirittura, la clinica aveva ceduto parte del credito per 3,3 milioni - e quindi sarebbe stato il terzo pagamento - ad una società di factoring milanese. Con l'accordo transattivo del 2015, la Villa Aurora aveva tentato di riscuotere indebitamente e per l'ennesima volta, sempre gli stessi 6 milioni di euro. Accordo poi annullato in autotutela nel corso delle indagini. A conclusione delle indagini, dunque la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti del rappresentante legale di Villa Aurora, del referente dell'Advisor contabile (società incaricata dal 2009 della ricognizione dei debiti pregressi del comparto sanitario calabrese), dei funzionari Asp componenti del gruppo di lavoro appositamente costituito per la gestione dei ritardi nei pagamenti dei debiti dell'Azienda fino al 2012, nonché i responsabili dell'Ufficio programmazione e bilancio e dell'Ufficio economico-finanziario dell'Asp che, secondo l'accusa, con artifici e raggiri consistiti nel dichiarare falsamente che "Villa Aurora" non aveva mai ricevuto le somme di denaro, hanno omesso di esercitare i controlli di competenza e di rilevare che le somme oggetto della transazione erano in realtà già state incassate in precedenza; hanno indotto in errore il direttore generale dell'Azienda sanitaria sulla fondatezza del credito vantato da Villa Aurora al fine di commettere la tentata truffa.

      Villa Aurora fu sequestrata nel 2017. Villa Aurora, la casa di cura al centro dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria e condotta dalla Guardia di finanza che ha portato all'emissione di 10 avvisi di conclusione indagini, è stata sequestrata nel maggio dello scorso anno. Il sequestro, che ha riguardato il 95% del capitale sociale e l'immobile sede della stessa struttura, è stato disposto dopo che, nell'ambito della stessa indagine, sono stati accertati episodi di distrazione delle disponibilità patrimoniali e finanziarie dell'impresa ad opera di soci e rappresentanti legali succedutisi a partire dal 2014. In particolare, dalla ricostruzione effettuata dalla guardia di finanza, era emerso che nell'agosto del 2014, il 95% del capitale sociale della "Villa Aurora S.p.A." pari a 1.120.000 euro, era stato ceduto alla "Gruppo Sant'Alessandro S.p.A." con sede a Frosinone costituita nell'aprile 2014, con un capitale di 120.000 dei quali versati solo 30.000, ripartito tra due soci pattuendo per la vendita un pagamento rateale. A garanzia del pagamento delle azioni era stata accertata la presenza di una fidejussione rilasciata da un intermediario finanziario, dichiarato fallito nel 2015 con sentenza del Tribunale di Roma. Successivamente, con vari bonifici, Villa Aurora avrebbe erogato alla capogruppo un finanziamento per complessivi 1.242.010 euro, nonostante la crisi economica della casa di cura che aveva nel frattempo portato all'applicazione del contratto di solidarietaà tra i dipendenti che avevano rinunciato al 20% della retribuzione. Nell'ottobre 2016 la capogruppo ha poi venduto il proprio pacchetto azionario della casa di cura per 1.420.000 euro alla "Grs S.r.l. Unipersonale" con sede a Sora (Frosinone), il cui socio unico era, peraltro, uno dei soci della stessa capogruppo. Le ingenti perdite della "Villa Aurora S.p.A." avevano portato all'azzeramento del capitale con conseguente trasformazione in Srl, con capitale sociale di 10.000 euro. Da ultimo, nel maggio 2017, la quota del 95% era stata nuovamente ceduta a favore di un ulteriore soggetto ritenuto "etero-diretto" dal principale indagato ed erano emerse ulteriori condotte volte ad ostacolare l'attività dell'organo di controllo. Alla luce degli elementi investigativi sono stati indagati per false comunicazioni sociali, truffa aggravata e appropriazione indebita soci ed amministratori che nel corso del tempo si sono succeduti nella gestione e amministrazione della casa di cura ritenuti responsabili di avere depauperato il patrimonio della stessa. Dopo il sequestro è stato nominato un amministratore giudiziario.

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