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      Taverna ricorda Suor Giustiniana, esempio di fede

       

       

      Taverna ricorda Suor Giustiniana, esempio di fede

      09 mag 18 Sono trascorsi 25 anni dalla morte di Suor Giustiniana, al secolo Adriana Lia, missionaria in Africa della Congregazione delle Suore Poverelle, A pochi mesi dal venticinquennale della scomparsa della religiosa, la comunità di Taverna, dove nacque il 17 novembre del 1934 e dove è sepolta, la ricorda con un'iniziativa, in programma sabato 12 maggio, alla vigilia della Festa della Mamma, che fa da sfondo alla presentazione di un volumetto dal titolo "Suor Giustiniana Lia, testimone d'amore", un'opera teatrale in tre atti scritta in forma dialogica, da Costantino Mustari, dirigente scolastico del liceo classico Sirleto di Catanzaro. All'iniziativa "Una Mamma speciale- Suor Giustiniana Lia (1934-1993), moderata dallo stesso Mustari e ospitata nella chiesa monumentale di San Domenico, parteciperanno il sindaco di Taverna, Sebastiano Tarantino, il parroco don Maurizio Franconiere, Daniela Garofalo dell'Istituto comprensivo, Marisa Fagà presidente Ande, Giuseppina Belardinelli, presidente 50% Più, Nadia Pullano associazione Taberna radici e oltre e la delegata comunale alla cultura Clementina Amelio. Suor Giustiniana Lia, durante la sua missione, ha operato per trentaquattro anni, in tempi difficili socialmente e politicamente, nell'ex Congo Belga. All'età di 24 anni fu destinata prima a Tumikia e due anni dopo a Mosango, entrambe missioni della diocesi di Kitwit. Dal 1960, anno in cui il Congo ottenne l'indipendenza dal Belgio e si proclamò Repubblica del Congo, per cambiare successivamente la denominazione in Zaire prima (1971) e in Repubblica Democratica del Congo poi, il paese venne attraversato da guerre intestine che ne resero la popolazione estremamente povera e soggetta a malattie quali la tubercolosi, l'Aids, l'ebola. Suor Giustiniana si prodigò con fede e con forza per curare gli ammalati e per assistere le donne, i bambini, gli anziani, nonostante, dopo qualche anno dal suo arrivo a Mosango, avesse contratto una malattia ancor oggi considerata rara e a lenta evoluzione: la sclerodermia sistemica. Rifiutò sempre il trasferimento in Italia, dove tuttavia tornava talvolta solo per brevi periodi, per curarsi, ma ogni volta non vedeva l'ora di rientrare nella sua missione. Nell'ottobre del 1993 fu fatta rientrare in Italia, a Bergamo, nelle strutture della Congregazione alla quale apparteneva dove morì circa due mesi dopo, il 19 dicembre 1993, all'età di 59 anni.

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