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      Inchiesta Robin Hood: Una condanna e una assoluzione dal Gup

       

       

      Inchiesta Robin Hood: Una condanna e una assoluzione dal Gup

      02 mag 18 Una condanna e un'assoluzione: così si è concluso il processo con rito abbreviato scaturito dall'inchiesta "Robin Hood" coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha svelato la distrazione di circa due milioni di euro dal fondo per il credito sociale destino alle fasce deboli della popolazione calabrese. Oggi il gup Claudio Paris ha condannato l'avvocato Giuseppe Castelli Avolio a una pena di tre anni e sei mesi di reclusione. Il giudice ha inoltre disposto l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la confisca di beni del valore non superiore a 825mila euro. Assolto, perché il fatto non sussiste, invece, l'avvocato catanzarese Francesco Masciari accusato di rivelazione di segreti di ufficio. Masciari, difeso dall'avvocato Giovanni Merante, subito dopo la sentenza ha commentato: "Da uomo e da professionista non trovo conforto nella decisione del giudicante, poiché da avvocato mi sono sfuggite dal principio le motivazioni fondanti il giudizio, e da uomo la rabbia per l'ingiusto trattamento subito supera di gran lunga la soddisfazione di vedere riconosciute le mie ragioni, esposte diffusamente quanto inutilmente agli organi inquirenti. Peraltro, da giurista e storico del diritto, sposto la vicenda personale sul piano generale: ricordo a me stesso il detto del bambino e dell'acqua sporca, e spero che si presti, in futuro, maggiore attenzione ai bambini". Per gli altri imputati il processo con rito ordinario proseguirà il prossimo 14 maggio. Devono rispondere, a vario titolo, di truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d'asta ed abuso d'ufficio. Al centro dell'inchiesta l'ex assessore regionale al Lavoro Nazareno Salerno accusato di aver intascato una tangente di oltre 200mila euro. Coinvolti anche Pasqualino Ruberto, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società in house della Regione Calabria, e l'ex direttore generale del dipartimento regionale Vincenzo Caserta. Secondo l'accusa avrebbero tutti fatto parte di un comitato d'affari capace di mettere le mani sui fondi europei.

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