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      Sgominata banda dedita a coltivazione droga, 18 arresti PS. Collabora figlio Mancuso

       

       

      Sgominata banda dedita a coltivazione droga, 18 arresti PS. Collabora figlio Mancuso

      21 lug 18 La Polizia di Stato di Vibo Valentia sta dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, ritenute responsabili di appartenere ad un'associazione per delinquere dedita al narcotraffico gestita da Emanuele Mancuso, figlio di uno dei capi dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Limbadi Pantaleone, alias "l'ingegnere". Otto persone sono finite in carcere, nove ai domiciliari e per una è scattato l'obbligo di dimora. Nel corso dell'operazione, denominata "Giardini segreti", coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro ed eseguita dalla Polizia di Stato, con il supporto del Servizio centrale operativo, insieme alle Squadre mobili di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria, i Reparti prevenzione crimine di Vibo Valentia, Cosenza e Siderno, l'Unità cinofila di Vibo Valentia e il Reparto Volo di Reggio Calabria, altre 21 persone sono state indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere dedita al narcotraffico e detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti.

      Figlio Mancuso collabora. Ha iniziato a collaborare con la giustizia Emanuele Mancuso, figlio di Pantaleone, alias "l'ingegnere", esponente apicale dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Limbadi. La circostanza è emersa nell'ambito dell'inchiesta "Giardini segreti". Le indagini condotte dalla Polizia di Stato che hanno portato a smantellare un'organizzazione dedita alla produzione ed allo spaccio di droga, infatti, sono state suffragate dalle dichiarazioni di Mancuso che ha avviato un percorso di collaborazione con i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Emanuele Mancuso, tra l'altro, é il nipote di Rosaria Mancuso, accusata di essere stata la mandante dell'omicidio di Matteo Vinci, ucciso il 9 aprile scorso con una bomba collocata sotto la sua automobile. Nell'attentato rimase ferito anche il padre di Matteo Vinci, Francesco.

      Trovate 26 mila piante. Tre piantagioni, per un totale di 26 mila piante di marijuana, sono state scoperte dalla Polizia di Stato nel corso delle indagini che stamani hanno portato all'operazione "Giardini segreti". Sul mercato avrebbero fruttato circa 20 milioni di euro. Le indagini scaturite dal sequestro, avvenuto a Nicotera, Joppolo e Capistrano, hanno evidenziato, grazie ad attività tecniche ed al supporto della Polizia scientifica, la capacità dell'organizzazione di provvedere a tutte le fasi del ciclo di produzione.

      Per i semi indagati a Genova e sequestri. Avrebbero venduto migliaia di semi di cannabis a una società di comodo di Vibo Valentia in realtà collegata con le cosche dell'ndrangheta. Per questo i soci della società 'Giardini e Segreti' di Genova che gestisce diversi negozi nel centro storico specializzati nella vendita di semi di cannabis e prodotti a base di canapa sono indagati per istigazione alla coltivazione di sostanze stupefacenti. Secondo quando emerso dalle indagini, la società genovese avrebbe venduto online migliaia di semi a una società collegata ai narcotrafficanti senza effettuare le verifiche obbligatorie per legge. Questa mattina i tre negozi della società che hanno sede a Genova in via San Donato, via Fossatello e a Sestri Ponente sono stati perquisiti ed è scattato il sequestro preventivo che ha riguardato anche la sede legale dell'azienda, sempre in centro storico, in via delle Grazie. Nove in tutto le perquisizione eseguite dagli uomini della squadra mobile coordinati dal dirigente Marco Calì con il supporto dei commissariati di Pré e di San Fruttuoso. Gli indagati sono A.B, 54 anni, il padre di quest'ultimo S.B. di 79 ed F.E., 50 anni.

      Figlio boss a Genova per comprare semi. Emanuele Mancuso, figlio trentenne del boss Pantaleone detto 'l'Ingegnere' della 'ndrina di Limbadi e Nicotera, era anche venuto direttamente a Genova a acquistare i semi tecnicamente destinati ai collezionisti con cui far crescere circa 26 mila piante di marijuana in enormi piantagioni sparse nel Vibonese. Lo ha spiegato lui stesso ai magistrati della dda di Catanzaro con i quali ha cominciato a collaborare da giugno. Mancuso ha spiegato che comprava abitualmente semi su sito online di Hempatia, che fa capo ai genovesi indagati utilizzando le credenziali di un suo complice e socio in affari: li comprava e li rivendeva a un prezzo maggiore ad altri clienti. Lo scorso 6 marzo Mancuso era venuto a fare acquisti direttamente a Genova: il suo referente era un certo Carlo (uno degli indagati). Mancuso ha detto ai magistrati che "Carlo sapeva perfettamente che sia io sia i miei clienti coltivavamo i semi che acquistavamo da lui perché chiedevamo molte informazioni sia sulla produttività che sulla qualità del seme". Mancuso ha anche raccontato anche di aver acquistato in quell'occasione da 'Carlo' circa 7-8 mila euro di semi oltre a concimi, fertilizzanti e lampade da indoor. E quella stessa notte di marzo, nel negozio-magazzino di via Paglia A Sestri ponente, Mancuso insieme ad alcuni complici era andato a rubare altri semi. Il titolare aveva fatto denuncia il giorno successivo spiegando che quel giorno tre calabresi avevano acquistati parecchi semi e ne avevano ordinati altri.

      Piantagioni controllate con droni. Emanuele Mancuso controllava i terreni destinati alla coltivazione della droga grazie all'utilizzo di droni. É quanto emerso dall'inchiesta "Giardini segreti". L'operazione, alla quale hanno partecipato circa duecento agenti della Polizia di Stato, rappresenta l'epilogo di una complessa attività investigativa, avviata già dal 2015, che ha permesso di smantellare un'associazione per delinquere finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana. L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, che si terrà nella Questura di Vibo Valentia alle 10, dal procuratore distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri, insieme al questore Andrea Grassi e agli investigatori della Polizia di Stato.

      Semi acquistati online. Il capo dell'organizzazione sgominata stamani dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, Emanuele Mancuso, acquistava online semi di canapa indiana e concime, grazie ai quali realizzava la costruzione delle strutture dove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l'immissione sulle piazze di spaccio. Le attività erano assicurate da accoliti di Mancuso, ma anche da manodopera reclutata tra extracomunitari. Al riguardo, con la collaborazione delle Squadre mobili di Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti, Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona, gli investigatori stanno anche effettuando 18 perquisizioni nelle sedi di una società, attiva nella vendita online di semi di canapa indiana, a carico delle quali verrà anche notificato un provvedimento di sequestro preventivo.

      Gratteri: Legge ha maglie larghe. "Questa indagine dimostra le maglie larghe della legge, che consentono di aprire siti internet per la rivendita di semi di marijuana light". Lo ha detto il Procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti insieme al questore, Andrea Grassi, in merito all'operazione condotta dalla polizia di Stato in provincia di Vibo Valentia. "Siamo riusciti, per la prima volta - ha aggiunto Gratteri - ad oscurare un sito internet che si occupava della vendita di migliaia di semi di canapa indiana, sequestrando e chiudendo oltre 12 negozi in tutta Italia. Ovviamente si faceva riferimento a semi da collezione. E qui stanno l'ipocrisia della norma e le sue maglie larghe, che consentono di vendere questo tipo di merce. Non é concepibile che si possano collezionare diecimila semi. Di fatto, con questa inchiesta, siamo riusciti a dimostrare che dietro questo sito ed i negozi collegati era possibile acquistare semi di canapa indiana in modo sistematico, anche all'ingrosso, per avere poi ulteriori sconti".

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