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Un 'cartello' gestiva gli appalti pubblici, 40 arresti Gdf nella sibaritide
Un 'cartello' gestiva gli appalti pubblici, 40 arresti Gdf nella sibaritide 12 lug 18 I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti di 40 persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata a turbare appalti pubblici ed altri reati contro la pubblica amministrazione. Nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dal procuratore della Repubblica di Castrovillari, i finanzieri stanno anche procedendo al sequestro di 11 tra società ed imprese. Tra gli arrestati, secondo quanto si è appreso, vi sarebbero dipendenti pubblici, in particolare del Comune di Corigliano Calabro, e imprenditori che operano nella Sibaritide. Complessivamente sono 55 i soggetti indagati tra cui 5 imprenditori, nucleo costituivo e organizzativo dell’associazione a delinquere, agli arresti in carcere. Arresti domiciliari per ulteriori 18 tra imprenditori e pubblici funzionari, tra cui anche un ex assessore ai lavori pubblici. Nei confronti di 10 tra imprenditori e pubblici dipendenti č stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre nei riguardi di 7 pubblici funzionari č stata disposta la sospensione dal pubblico servizio. Gli arrestati. Delle 23 persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Comune accordo", sono finiti in carcere gli imprenditori Damiano Perrone, 63 anni, Antonio Perrone, 34 anni, Rosario Filippelli, 68 anni, Loredana Filippelli, 41 anni, e Piero Benincasa, 35 anni. Ai domiciliari sono andati Emanuele Gradilone, 39 anni, Raffaele Gradilone, 41 anni, Francesco Fino, 63 anni, Vito Nicola Sorino, 59 anni, Onorina Rosa Donato, 56 anni, Lorenzo Domenico Cersosimo, 37 anni, Domenico Vona, 36 anni, Mario Vona, 66 anni, Giuseppe Marrazzo, 53 anni, Eugenio Pignataro, 37 anni, Saverio Scorpiniti, 50 anni, Sandro Salvatore Sprovieri, 47 anni, Pietro Paolo Oranges, 56 anni, Aurelio Armentano, 54 anni, Francesco Milito, 42 anni, Domenico Muzzupappa, 51 anni, Tiziana Montera, 45 anni, e Franco Vercillo, 56 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Vincenzo Filippelli, 32 anni, Alessandro Perrone, 28 anni, Pierfrancesco Romano, 33 anni, Filomena Scarnato, 40 anni, Serena Benincasa, 26 anni, Carmine Sola, 59 anni, Giambattista Sola, 20 anni, Giuseppe Scaglione, 41 anni, Rodolfo D'Angelo, 52 anni, Giovanni Barone, 57 anni, e Francesco Cozza, 57 anni. I funzionari sospesi dal servizio sono Antonio Favaro, 62 anni, Francesco Maria Saverio Favaro, di 52, Vito Giuseppe Sammarro, 62 anni, Cosimo Mario Servidio, 65 anni, Giuseppe Pisani, 65 anni, e Raffaele Granata, 68. Le gare gestite da cartello di imprese. Sono durate un anno e sei mesi le indagini della Guardia di finanza del comando provinciale di Cosenza, coordinate dalla Procura di Castrovillari, che hanno consentito di ricostruire le dinamiche relative alla gestione degli appalti pubblici in particolare nel Comune di Corigliano Calabro delineando l'esistenza di un "cartello" di società ed imprese che condizionavano le procedure di gara di aggiudicazione ed esecuzione beneficiando dell'atteggiamento compiacente e colluso di pubblici funzionari. Cinquantacinque in tutto gli indagati a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere, turbativa d'asta, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico, abuso d'ufficio e corruzione. In pratica il "cartello" che controllava gare per milioni di euro, una volta indetta una gara d'appalto, presentava molteplici offerte diversificando il ribasso entro una forbice di valori concordata, tale da garantire il massimo delle possibilità di vincita in danno degli altri concorrenti. Una volta aggiudicata la gara, l'esecuzione dei lavori veniva affidata alle imprese del cartello attraverso subappalti non autorizzati mentre l'impresa aggiudicatrice, a prescindere dalla esecuzione diretta dei lavori, riceveva il 5% del valore dell'appalto aggiudicato mediante falsi servizi o scambi di beni e quindi false fatture. La documentazione relativa alla partecipazione delle ditte appartenenti al "cartello" veniva predisposta da un unico centro decisionale, appositamente creato dagli imprenditori proprio con la funzione di raccordo e coordinamento. I pubblici funzionari omettevano sistematicamente la vigilanza ed il controllo sulle procedure di aggiudicazione ed esecuzione ed intervenivano nell'avvalorare varianti illegittime e false perizie. Il valore delle società poste sotto sequestro è di circa nove milioni di euro. Lavori eseguiti male. "Sono qui per testimoniare l'impegno e la serietà del lavoro svolto dalla procura e dalla guardia di finanza. Si parte dalla segnalazione di un sindaco sulla quale l'autorità giudiziaria è intervenuta e ha portato ad evidenziare una serie di anomalie e responsabilità personali che evidenziano un rapporto malato tra cartelli d'impresa, dipendenti pubblici e singoli soggetti". Lo ha detto il Procuratore generale della Repubblica di Catanzaro Otello Lupacchini, nel corso di una conferenza stampa. "Il sindaco di Corigliano, Giuseppe Gerace - ha aggiunto il Procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla - probabilmente si era accorto di qualcosa e ha inviato una missiva al prefetto che poi ha ritenuto portarla alla mia attenzione. Forse sarebbe stato opportuno denunciare. Da lì abbiamo scoperta una sorta di modus operandi sempre uguale per gestire le gare d'appalto. Se qualcuno, per sbaglio, estraneo a questo contesto si aggiudicava la gara, non la portava avanti ma lo cedeva a quelli del cartello che gli corrispondevano il 5%. Io non ho mai ricevuto denunce da parte di imprenditori estromessi, questo vuol dire che il sistema conveniva a tutti". "I lavori - ha detto ancora Facciolla - venivano eseguiti male, a risparmio sui materiali e in violazione delle regole sugli appalti pubblici. Undici gare d'appalto, si va dalla realizzazione dei loculi, alla bitumatura delle strade e l'arredo urbano. Nella piazza di Corigliano sono state collocate 42 panchine dal singolo costo di 860 euro, che il Comune, però, ha pagato 3.700 euro l'una. Un esempio che evidenzia come in questo sistema ci guadagnavano tutti, gli impiegati, gli imprenditori". Del cartello facevano parte 28 imprese. Il Comune di Corigliano Calabro dall'ottobre scorso in seguito all'esito di un referendum si è fuso con quello vicino di Rossano dando vita ad un ente di circa 80 mila abitanti. 50 imprese controllate da una sola persona. "Abbiamo scoperto che una sola persona era, di fatto, titolare di 50 imprese diverse, nonostante formalmente fossero intestate e gestite da soggetti diversi". Lo ha detto il capitano Francesco Coppola, comandante della Guardia di Finanza di Rossano (Cosenza), in riferimento all'operazione di stamane sul cartello che controllava gli appalti del Comune di Corigliano Calabro. Tutte le imprese, ha spiegato l'ufficiale, gareggiavano ma solo formalmente, facendo capo allo stesso soggetto. E questo sarebbe stato noto, come sarebbe emerso dalle numerose intercettazioni ambientali, ai funzionari del Comune coinvolti. Gli indagati nell'inchiesta sono in tutto 55. In carcere sono finiti i 5 imprenditori che avrebbero costituito un vero organismo ad hoc per gestire tutte le gare d'appalto.
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