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      Nave Ong con 232 migranti a bordo sbarcata a Reggio

       

       

      Nave Ong con 232 migranti a bordo sbarcata a Reggio

      09 giu 18 E' arrivata nel porto di Reggio Calabria la Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca battente bandiera olandese, con a bordo 232 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. La nave, ha stazionato per tre giorni in acque Sar prima che giungesse dall'Italia l'autorizzazione all'approdo in un porto italiano. Solo ieri, dal Viminale, è stato indicato il porto di Reggio Calabria. E' la prima nave con migranti a sbarcare dopo l'insediamento del nuovo Governo. A bordo ci sono 215 uomini, 17 donne, una delle quali incinta, e 29 minori non accompagnati di età compresa tra i 9 ed i 18 anni ed un bambino di 5 anni. Le loro condizioni sono precarie. Presentano problemi di disidratazione per la lunga permanenza in mare. A terra, sotto il coordinamento della Prefettura, è scattato l'ormai collaudato piano di accoglienza e identificazione. Nessuna indicazione al momento sulla destinazione finale dei migranti ma sono già presenti pullman per il loro trasferimento. Sulla banchina, ad attendere l'avvio delle operazioni di sbarco, c'è il dispositivo di accoglienza. Sono presenti l'Ufficio immigrazione della Questura di Reggio Calabria, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia provinciale, Croce rossa, Protezione civile regionale e della Città Metropolitana di Reggio, e Coordinamento ecclesiale sbarchi della Diocesi di Reggio Calabria-Bova.

      I 232 migranti giunti stamani nel porto di Reggio Calabria a bordo della Sea Watch 3 sono il risultato di due distinte operazioni di soccorso in mare. Il primo evento ha interessato 117 persone provenienti, in massima parte da Eritrea, Nigeria, Algeria, Niger, Etiopia, Costa d'Avorio, Guinea Conakry e Senegal. Nel secondo evento sono stati soccorsi 115 migranti, tutti uomini: 110 di loro provengono dal Sudan, 2 dalla Nigeria, 2 dal Gambia e 1 dalla Guinea Bissau. Dopo lo sbarco, gli adulti saranno quasi tutti trasferiti in altre regioni. Solo 25 resteranno in Calabria. In base al Piano di riparto predisposto dal Ministero dell'Interno, 25 andranno in Puglia, altrettanti saranno trasferiti in Emilia Romagna e Piemonte; 32 raggiungeranno la Lombardia, altri 4 gruppi di 25 persone raggiungeranno Toscana, Veneto, Campania e Lazio.

      "Sulle Ong che lucrano, da oltre un anno tutte le indagini in corso non hanno dimostrato nessuna responsabilità a livello giuridico secondo la quale stiamo facendo qualcosa di male. Semplicemente ottemperiamo a quello che è l'obbligo di soccorrere chiunque si trovi in difficoltà in mare stando alla normativa internazionale". A dirlo è stata Giorgia Rinaldi, rappresentante della Sea Watch, nave della Ong tedesca con bandiera olandese giunta oggi a Reggio Calabria con 232 migranti di varie nazionalità. "Noi - ha aggiunto - operiamo con un equipaggio europeo, con una nave europea battente bandiera olandese, abbiamo l'obbligo di rispettare la normativa che si applica allo Stato olandese, inclusa quella sui diritti umani e diritto dei rifugiati. Per noi non soccorrere queste persone in mare o stare a guardare mentre vengono intercettate e riportate in Libia significa renderci complici di un crimine". "Se poi, invece - ha sostenuto Giorgia Rinaldi - soccorrere e portarle in un porto sicuro significa andare incontro ad accuse o essere criminalizzati, lo facciamo con la coscienza pulita perché sappiamo di essere dalla parte giusta e speriamo che questo un giorno ci venga riconosciuto".

      "Malta che non accoglie? E' una questione legata al coordinamento dei soccorsi che non è di competenza delle Ong". Lo ha detto Giorgia Rinaldi, rappresentante della Sea Watch. "I migranti che abbiamo a bordo - ha aggiunto - sono stati soccorsi quattro giorni fa, alcuni trasbordati per due volte. Hanno sofferto il mal di mare. Abbiamo avuto casi di disidratazione ed il nostro report medico elenca persone che hanno fratture o contusioni dovute alle torture che hanno subito durante la loro permanenza in territorio libico. Abbiamo anche casi di stress post traumatico dovuto a torture subite. Ci sono una trentina di minori non accompagnati, alcuni molto giovani, ragazzini dell'età di 12 anni che viaggiano da soli. Ci hanno raccontato che era stato assicurato loro che sarebbero saliti su una nave sicura, ma una volta in spiaggia, sono stati costretti, sotto la minaccia delle armi, anche con i kalashnikov, a salire su precari ed insicuri gommoni"

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