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      Intimidazione a Don Stamile, reazioni e commenti

       

       

      Intimidazione a Don Stamile, reazioni e commenti

      08 gen 18 "La grave intimidazione contro don Ennio Stamile, coordinatore di Libera Calabria, ci porta un'altra volta a dover denunciare l'isolamento e l'abbandono in cui purtroppo tante realtà si trovano ad operare nel contrasto alla criminalità organizzata". Lo afferma, in una nota, la deputata Celeste Costantino, di "Liberi e Uguali", componente della Commissione parlamentare antimafia. "La politica istituzionale - aggiunge - deve far sentire di più la propria voce nella battaglia contro la 'ndrangheta ed essere vicina alle personalità e alle esperienze che quotidianamente operano sui territori". "A Don Ennio e a Libera - dice ancora Celeste Costantino - va tutta la mia solidarietà, ma principalmente il mio impegno a continuare a sollecitare, come ho fatto in questi anni in Commissione parlamentare antimafia, un'attenzione particolare nei confronti della Calabria, che più di altre regioni soffre la presenza e il controllo del territorio da parte delle cosche".

      "La mia solidarietà a don Ennio Stamile, parroco e referente di 'Libera' in Calabria, per l'atto di vile intimidazione che ha subito la notte del 6 gennaio scorso". È quanto afferma, in una dichiarazione, il senatore Idv Francesco Molinari, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Purtroppo don Stamile - prosegue Molinari - è da tempo nel mirino del clan dei Muto, la potente cosca della 'ndrangheta che spadroneggia su tutta la costa tirrenica del cosentino. È dalla tenacia di don Stamile e di quanti, come lui, non si piegano alla ferocia della criminalità organizzata che può e deve ripartire la Calabria, a cominciare dall'appuntamento con le prossime elezioni, dove candidati politici anche solo in odore di connivenza con la malavita non devono aver nessun accesso o consenso. La mia battaglia contro gli impresentabili si è concretizzata in un disegno di legge che, sebbene non abbia visto la luce in questa legislatura, resta il faro che continuerà a guidare il mio impegno politico".

      "L'intimidazione subita da don Ennio Stamile è un atto vile che lascia sgomenti. Ad essere colpito è stata non solo una delle più belle espressioni della Chiesa francescana e del cristianesimo sociale ma, altresì, la figura calabrese più simbolica della lotta alle mafie e al crimine organizzato in genere". Lo sostiene, in un nota, Arturo Bova, presidente della Commissione contro la 'ndrangheta del Consiglio regionale. "Don Ennio è per tutti noi - aggiunge - la guida di un percorso irto e disseminato di ostacoli. L'ho sentito telefonicamente e, ascoltando la sua voce ancora una volta mite ma ferma e incoraggiante, ho pensato all'esempio di vita di don Pino Puglisi. Il lavoro costante, quotidiano e importante di don Ennio Stamile alla guida regionale di Libera non subirà alcun rallentamento, ne sono sicuro. La vile intimidazione subita non farà arretrare neanche di un passo don Ennio". "Mi auguro che la solidarietà e la vicinanza che con queste poche righe intendo fargli giungere pubblicamente - dice ancora il presidente Bova - servano a puntellare la già granitica fermezza di don Ennio a continuare nel suo cammino. E servano anche a sottolineare il prezioso e imprescindibile lavoro di 'Libera', delle altre associazioni antimafia e di chi quotidianamente si spende per arginare il fenomeno della criminalità organizzata nella nostra regione e nel resto del Paese".

      "La Uil Calabria è vicina a don Ennio Stamile. La vile intimidazione cui è stato fatto oggetto non può lasciare il segno, non può fermare l'opera riformatrice e liberatrice di don Ennio Stamile e di Libera". Lo afferma in una nota Santo Biondo, segretario regionale Uil Calabria. "Al coordinatore regionale dell'associazione antimafia, che ha condiviso con Cgil e Uil l'appello per il lavoro lanciato il 16 novembre alla Cittadella regionale - prosegue - diciamo senza tentennamenti che siamo dalla sua parte e dalla parte di coloro che lavorano per cambiare il destino di una terra maltrattata, vilipesa e offesa da una criminalità organizzata becera e senza scrupoli. Chi ha compiuto questo gesto ignobile e meschino, lo ha fatto nascondendosi nel buio, quelle stesse tenebre in cui, vorrebbe ricacciare l'intero territorio calabrese. A costoro la Uil Calabria dice con chiarezza che non potranno mai averla vinta, che non riusciranno nel loro intento. Allo Stato, invece, chiediamo uno sforzo straordinario di attenzione verso una terra che non può essere lasciata nelle mani di una isolata e violenta minoranza. La democrazia, la legalità deve vincere e questa terra, finalmente libera da prepotenti e criminali, deve ripartire grazie allo sforzo dello Stato e degli uomini e donne calabresi che come don Ennio Stamile, sognano una terra libera dalla ndrangheta e dal malaffare".

      "Tutte le Caritas Diocesane Calabria esprimono solidarietà a Don Ennio Stamile, amico e parroco impegnato nel contrasto alla mafia". Cosi padre Valerio Di Trapani delegato regionale Caritas Calabria si è espresso appena appresa la notizia. "Intimidire chi fa un lavoro prezioso, silenzioso e importante, chi si impegna, chi con la sua opera di evangelizzazione quotidianamente contrasta l'agire mafioso - prosegue - è un atto vile e ignobile, che smuove le nostre coscienze e ci sprona a proseguire con tenacia il nostro cammino. Il convegno regionale Caritas, dove anche don Ennio è stato relatore, si intitolava 'Non a parole ma con i Fatti', è questo quello che anche noi quotidianamente proviamo a fare in tutte le Diocesi, è questo l'unico modo per fermare la mentalità mafiosa, per stare vicino e dar forza a chi si impegna cosi tanto. Un impegno che la Caritas sta portando avanti è il progetto 'Costruire Speranza', un'esperienza che punta alla scoperta del territorio, l'utilizzo di buone prassi, al riuso di beni sequestrati alla criminalità trasformandoli in luoghi vivi ed accoglienti, utilizzo di Opere Segno come impegno tangibile di unione e contrasto all'agire mafioso.

      Legacoop Calabria con il presidente Nazionale Mauro Lusetti e la presidenza Nazionale di Legacoop sono vicine a Don Ennio Stamile e condannano il vile gesto intimidatorio compiuto nei suoi confronti. "Il lavoro paziente e tenace di don Ennio - è scritto in una nota - sta contribuendo fortemente a costruire una rinnovata sensibilità civica, ed un cambiamento nelle coscienze che guardano alla legalità come unica via di riscatto per la Calabria. Siamo a fianco a Don Ennio e a Libera nel portare avanti l'impegno per l'affermazione della legalità e andremo avanti insieme su questa strada con tutte le forze positive che si adoperano per questo fine".

      "Esprimo piena solidarietà a don Ennio Stamile per il grave e inquietante atto intimidatorio subito che scuote le coscienze di tutti i cittadini perbene e ribadisce ancora una volta la centralità, in Calabria, delle questioni sicurezza e legalità". E' quanto afferma Maria Grazia Laganà Fortugno. "Quanto accaduto - prosegue - mette in evidenza uno scenario non più tollerabile, che condiziona attraverso la violenza e la sopraffazione mafiosa la vita e l'ordine sociale e democratico di intere comunità. L'opera instancabile di don Ennio sui fronti educativo, formativo, sociale e civile rappresenta la migliore arma contro la 'ndrangheta che proprio da silenzio e disimpegno trae forza. Per questo motivo, ne sono certa, la Calabria onesta continuerà a porsi, con rinnovata determinazione, al fianco di don Ennio e di Libera per proseguire senza timore lungo il percorso di riscatto sociale, culturale e civile che questa regione non può vedere interrotto".

      "Piena solidarietà viene espressa dalla Cisl Calabria e dalla Cisl di Cosenza a don Ennio Stamile, coordinatore calabrese dell'associazione Libera contro le mafie, oggetto di una grave azione intimidatoria in questi giorni. Avvenimenti di questo genere - affermano il segretario generale Cisl Calabria Paolo Tramonti e quello generale Cisl Cosenza Tonino Russo - sono ancora più inaccettabili perché mirati a colpire chi, come don Ennio Stamile, è quotidianamente impegnato nel sociale a difesa della parte più debole della popolazione. Per questi motivi è importante intensificare le attività di contrasto verso episodi di illegalità e criminalità che vanno a penalizzare l'intera comunità calabrese. Nel ribadire la più convinta solidarietà, la Cisl esprime piena certezza che il prezioso lavoro svolto da Don Ennio Stamile proseguirà senza esitazioni e con qualificato impegno.

      "L'inquietante minaccia rivolta al referente regionale di Libera Calabria don Ennio Stamile è un chiaro messaggio mafioso, indirizzato a chi ogni giorno si impegna nell'opera di responsabilizzazione e sensibilizzazione delle giovani generazioni, un'attività che, come sosteneva Antonino Caponnetto, 'taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa'". É quanto afferma Maria Antonietta Sacco, vicepresidente di Avviso Pubblico e Coordinatrice regionale Calabria dell'associazione. "Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà a don Ennio Stamile, che già in passato ha ricevuto minacce per la sua attività di parroco - prosegue Sacco - nella certezza che continuerà ad essere un punto di riferimento per chi diffonde la cultura della legalità sul nostro territorio e non solo. In ogni occasione di incontro, con don Ennio, abbiamo riflettuto sulle problematiche che assillano la nostra regione ed abbiamo immaginato un percorso comune per cercare di risolverle, pertanto oggi più che mai abbiamo necessità di intensificare i rapporti di collaborazione e di confronto con tutti i calabresi che vogliono adoperarsi nella realizzazione di un cambiamento sostanziale della nostra terra. Il compito di associazioni come Avviso Pubblico è anche quello di rilanciare il proprio impegno nel contrastare l'arroganza della cultura mafiosa, fungendo da scorta civica a tutti coloro i quali si impegnano quotidianamente in un territorio difficile come il nostro". "I fatti di Cetraro, come l'omicidio della signora Anna Rosa Tarantino a Bitonto, rappresentano - sostiene ancora Sacci - l'ennesima conferma che non possiamo permetterci di abbassare la guardia nei territori d'origine delle mafie, in cui esse continuano a spargere il loro letale veleno. Come ha sottolineato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, 'resistere vuol dire assumerci la nostra quota di responsabilità'".

      Il Centro Sportivo Italiano della Calabria, in un comunicato, esprime la propria "incondizionata vicinanza e solidarietà" a don Ennio Stamile, referente regionale dell'associazione Libera. "Vivere responsabilmente è il primo tassello per contrastare la subcultura mafiosa - afferma Giorgio Porro, presidente del Csi Calabria - e in questo don Ennio Stamile è un esempio positivo per il territorio calabrese. L'azione di Libera, infatti, è cristallina, soprattutto agli occhi dei giovani, ed è da stimolo per la comunità degli onesti. A don Ennio non chiediamo soltanto di andare avanti, ma di farlo con il sorriso di sempre: al suo fianco c'è una Calabria, fatta di associazioni e movimenti come il Csi, che sta reagendo alle angherie della 'ndrangheta con determinazione". "Alle parole di Porro e del consiglio regionale del Csi - si afferma ancora nel comunicato - si unisce la solidarietà del consigliere nazionale del Centro Sportivo Italiano, Paolo Cicciù, da pochi mesi scelto da don Stamile come referente dell'area Sport di Libera per la provincia di Reggio Calabria".

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