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      Smantellata a Catanzaro da PS e CC la holding dello spaccio: 51 provvedimenti

       

       

      Smantellata a Catanzaro da PS e CC la holding dello spaccio: 51 provvedimenti

      20 feb 18 Un'operazione congiunta di carabinieri e polizia è stata portata a termine per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda nei confronti di 51 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di produzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L'indagine, secondo gli investigatori, ha disarticolato una potente associazione operante nella zona sud del capoluogo. All'operazione, denominata "Passo di Salto", stanno partecipando 500 tra poliziotti e carabinieri.

      Misure cautelari in carcere per: Cosimino Abbruzzese; Luigi Attinà; Antonio Berlingieri, Ivana Berlingieri; Armando Bevilacqua; Ignazio Catalano; Enzo Costantino; Sebastiano Donnemma; Domenico Falcone; Mario, alias Antonio, Fera; Rosario Salvatore Fera; Alex Frongia; Leye Kane; Vincenzo Ierace; Franco Macario; Giuseppe Morabito; Sebastiano Pelle; Francesco Pizzata; Gianluca Russo; Davide Voci.
      Misure cautelari degli arresti domiciliari per: Maurizio Abbruzzese; Stefania Berlingieri; Ernesto Bevacqua; Martino Bevacqua; Massimo Bevilacqua; Paolo Cara; Fabio Di Marino; Anthony Fiorentino; Manuel Gesualdo; Antonio Giorgianni; Alessandro Granato; Paolo Gravino; Antonio Gualtieri; Francesco Guido; Mario Leone; Carlo Litterio; Angelo Antonio Maletta; Nicola Manetta; Gerardo, alias Nino, Masciari; Marco Mazzitelli; Francesco Alex Niciforo; Gigino Paone; Andrea Pizzari; Erminia Procopio; Lorenzo Procopio; Vincenzo Procopio; Stefano Teti; Pietro Antonio Vitaliano.
      Misura cautelare dell’obbligo di dimora per: Stefano Bevilacqua; Marco Passalacqua; Gabriele Ricciardi; Giovanni Veneziano.

      Altre tre ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai Carabinieri del Comando provinciale di Ragusa nell'ambito dell'operazione denominata "Proelio" con cui nel giugno dello scorso anno era stata sgominata un'associazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e a furti di bestiame tra la Calabria e la Sicilia con l'arresto di 19 persone tra siciliani e calabresi. Le persone raggiunte dalla nuova ordinanza di custodia cautelare sono Carmelo Battaglia, di 42 anni, detenuto nel carcere di Siracusa poiché già arrestato nella prima fase dell'operazione, Francesco Fragapane, di 38, detenuto nel carcere di Tolmezzo (Udine), anch'egli già arrestato nella prima fase dell'operazione e recentemente coinvolto in un'altra operazione antimafia del Comando provinciale Carabinieri di Agrigento, e Salvatore Modica, di 47, che non era stato arrestato nella prima fase dell'operazione e che ora è stato posto agli arresti domiciliari. Battaglia, oltre che dei reati per i quali era già stato arrestato, ora dovrà rispondere anche del reato di associazione mafiosa, mentre Fragapane e Modica dovranno rispondere del reato di traffico di stupefacenti. I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale del Riesame di Catania che, su richiesta della Dda, ha stabilito che gli indagati dovranno rispondere anche del reato di associazione per delinquere mafiosa per aver fatto parte del clan di Cosa Nostra operante a Vittoria e Comiso, nel Ragusano. I reati nella prima ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri erano stati esclusi dalle accuse loro contestate. La Procura della Repubblica presso la Dda di Catania aveva presentato un ricorso che è stato accolto dal Tribunale del Riesame, che ha emesso un'ulteriore ordinanza di custodia cautelare, ora divenuta esecutiva dopo la pronuncia della Corte di Cassazione, che conferma la validità dell'impianto accusatorio. La Dda di Catania e i carabinieri hanno dimostrato l'esistenza tra Vittoria e Comiso di un clan di Cosa Nostra con consolidati legami sia con gli altri clan della stessa organizzazione criminale della provincia di Agrigento e sia con le 'ndrine calabresi operanti nella piana Gioia Tauro (Reggio Calabria).

      Holding dello spaccio: Avevano dato vita ad una vera e propria holding dello spaccio suddivisa in tre livelli, fornitori, grossisti e spacciatori al minuto, le persone arrestate stamani a Catanzaro nel corso dell'operazione "Passo di Salto" condotta congiuntamente da Carabinieri e Polizia con il coordinamento della Dda. L'organizzazione, secondo l'accusa, vantava un sostanziale monopolio del business in città e nei centri del litorale ionico catanzarese, con stretti legami, per quanto riguarda i canali di approvvigionamento, con potenti famiglie di 'ndrangheta della Locride e del Crotonese. L'operazione racchiude vari filoni di indagine condotti separatamente dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Catanzaro e dalla Squadra mobile della Questura di Catanzaro. Le attività sono autonomamente e parallelamente scaturite da acquisizioni del Commissariato della Polizia di Stato del quartiere Lido e della Stazione Carabinieri della stessa zona. Dalle indagini, condotte con un ampio ricorso ad intercettazioni ambientali, veicolari e telefoniche oltre che a riprese filmate con telecamere nascoste, è emersa una peculiare modalità operativa del gruppo: la cessione in conto vendita della droga, il cui regolare pagamento era garantito dalla forza di intimidazione esercitata dal sodalizio sugli spacciatori al dettaglio e sui consumatori. Un contributo alle indagini è venuto anche da uno dei capi dell'organizzazione, Santino Mirarchi, divenuto collaboratore di giustizia nel 2016 e le cui dichiarazioni hanno arricchito e completato il quadro probatorio già acquisito dagli investigatori.

      Gratteri: tolta cappa sulla città. "Da oggi Catanzaro è più libera, abbiamo tolto una cappa che da oltre dieci anni incombeva sulla città". A dirlo il capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri incontrando i giornalisti sull'operazione "Passo di Salto" che ha sgominato un'organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti in città. "Un'inchiesta importante - ha aggiunto - perché incide sulla vita delle famiglie. L'organizzazione infatti spacciava qualsiasi tipo di sostanza in regime di monopolio nelle piazze del capoluogo e anche vicino ad alcune scuole". Come ha evidenziato il capo della Squadra mobile Nino De Santis, le indagini hanno svelato come alcuni minori non solo erano clienti abituali ma venivano anche utilizzati come pusher. Un gruppo criminale che aveva rapporti costanti con importanti clan della Locride e del Crotonese. "L'inchiesta, corroborata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santino Mirarchi - ha detto il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto - conferma quanto su Catanzaro incombano le cosche isolitane che hanno delegato al gruppo catanzarese lo spaccio degli stupefacenti". "È dal 2009 - ha spiegato l'aggiunto Vincenzo Capomolla - che seguiamo l'ascesa di questa organizzazione che era ritenuta affidabile e credibile da elementi di spicco della criminalità organizzata calabrese come le famiglie Pelle e Pizzata di San Luca". "Volevano trasformare alcuni quartieri del capoluogo in aree di spaccio come Scampia" ha riferito il comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Alceo Greco. Presente alla conferenza stampa anche il dirigente del Commissariato di Catanzaro Lido Giacomo Cimarrusti che ha ricordato come le indagini abbiano preso avvio dalle attività dell'ufficio territoriale. Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Marco Pecci, ha infine voluto sottolineare l'importanza di investire sulle nuove generazioni: "La sola azione di contrasto non basta, per questo da tempo stiamo accompagnando i giovani delle periferie a rischio in percorsi di legalità e cultura dell'ambiente".

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