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      PM accusa Oliverio: avrebbe agevolato cosche, corrotti dirigenti regionali. I coinvolti

       

       

      PM accusa Oliverio: avrebbe agevolato cosche, corrotti dirigenti regionali. I coinvolti

      17 dic 18 La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio (Pd). Richiesta non accolta dal gip Pietro Carè che invece ha disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza - San Giovanni in Fiore (Cosenza) - per il Governatore con l'accusa di abuso d'ufficio. Il particolare è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e dai comandanti regionale e provinciale di Cosenza della Guardia di finanza. I provvedimenti hanno interessato 16 soggetti, tra cui dirigenti della Regione Calabria e dipendenti pubblici nonché un imprenditore legato alla cosca “Muto” e politici indagati a vario titolo per corruzione - falso in atto pubblico - abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture.

      Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Pietro Care’, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, con i sostituti procuratori Alessandro Prontera e Camillo Falvo, coordinati dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla.

      Inchiesta su aereoporto Scalea e sciovia di Lorica

      Le attività investigative (nell’ambito della operazione convenzionalmente denominata “lande desolate”) condotte con l’ausilio di articolate indagini tecniche e rilevamenti aerofotografici, hanno consentito di ricostruire e riscontrare documentalmente plurime violazioni e irregolarita’ nella gestione e conduzione degli appalti per l’ammodernamento dell’Aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, nonche’ nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici. In particolare, le investigazioni, basate su una copiosa attivita’ di riscontro documentale e sui luoghi di cantiere, hanno fatto emergere il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la regione calabria, alle esigenze del privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti.

      Corruzione di dirigenti regionali

      Emblematica la spregiudicatezza che caratterizzava l’agire dell’imprenditore romano spinta al punto di porre in essere condotte corruttive nei confronti di pubblici funzionari, finalizzate al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti in una compiacente attivita’ di controllo sui lavori in corso, nell’agevolare il pagamento di somme non spettanti ovvero nel riconoscimento di opere complementari prive dei requisti previsti dal codice degli appalti oltre al mancato utilizzo di capitali propri dell’impresa appaltatrice in totale spregio degli obblighi previsti dai bandi di gara. Complessivamente, le attivita’ hanno evidenziato come l’imprenditore romano, nei confronti del quale è stata, altresì, addebitata l’aggravante dell’ “agevolazione mafiosa” di cui all’art. 7 della legge n. 203/1991, abbia impegnato poche decine di migliaia di euro a fronte di diversi milioni di euro previsti dai bandi di gara, circostanza ampiamente conosciuta ed avallata dai soggetti preposti al controllo ed alla erogazione delle somme, nonche’ dalle figure politiche coinvolte.

      Le indagini hanno fatto luce su un diffuso sistema illecito che, attraverso la reiterata commissione di falsi, abusi e atti corruttivi, ha compromesso il corretto impiego delle risorse pubbliche non consentendo lo sviluppo e la crescita del territorio, l’elevazione del livello dei servizi resi al cittadino e costituendo, di fatto, un ostacolo alla realizzazione del potenziale di crescita che il territorio e’ in grado di esprimere.

      MISURA CAUTELARE IN CARCERE:
      1) BARBIERI Giorgio Ottavio, 42 anni – residente a Roma;

      MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:
      2) DE CARO Vincenzo, 66 anni – residente a Cosenza;
      3) GUARNACCIA Gianluca, 43 anni - residente a Montalto Uffugo (CS);
      4) GUIDO Carmine, 58 anni - residente a Rende (CS);
      5) TROZZO Marco, 46 anni - residente in Cosenza Contrada Tenimento;
      6) TUCCI Francesco, 63 anni - domiciliato in Castrolibero (CS);
      7) ZINNO Luigi Giuseppe, 64 anni - residente in Cosenza;

      MISURA CAUTELARE DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEL COMUNE DI RESIDENZA: 8) OLIVERIO Gerardo Mario, 65 anni – residente a San Giovanni in Fiore (CS);
      9) OLIVERIO Marco, 44 anni - residente in Casali del Manco (CS).
      MISURA CAUTELARE DEL DIVIETO TEMPORANEO DI ESERCIZIO DELL’ATTIVITĄ PROFESSIONALE:
      10) CITTADINI Carlo, 43 anni- residente a Roma;
      11) DELLA FAZIA Ettore, 58 anni - residente a Roma;
      12) FALVO Gianbattista, 62 anni - residente in Mendicino (CS);

      MISURA CAUTELARE DELLA SOSPENSIONE DALL’ESERCIZIO DI UN PUBBLICO UFFICIO:
      13) GUZZO Rosaria, 63 anni - residente a Castrolibero (CS);
      14) LATELLA Pasquale, 54 anni - residente in Scalea (CS);
      15) MELE Damiano Francesco, 52 anni – residente a Celico (CS); 16) RIZZO Paola, 49 anni - residente in Rende (CS);

       

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