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Istat: Il Pil cresce meno a Sud, economia sommersa e illegale al 19%
Istat: il Pil cresce meno a Sud, economia sommersa e illegale al 19% 13 dic 18 La crescita del Pil nel Mezzogiorno nel 2017 si ferma all'1% in volume e nel Centro Italia è dello 0,9%, meno della media nazionale dell'1,6%. L'Istat stima un incremento del 2,2% nel Nord-ovest e dell'1,9% nel Nord-est. Rispetto al 2011, le aree che subiscono le diminuzioni del Pil più marcate sono il Mezzogiorno (-0,5% medio annuo) e il Centro (-0,4%). Nel Nord-ovest si registra una sostanziale stabilità mentre il Nord-est è l'unica ripartizione a segnare un incremento (+0,3%). La crescita registrata nel 2017 dal Nord-ovest è trainata dalla Lombardia (+2,7%), al Nord-est la migliore performance è quella della Provincia Autonoma di Trento (+2,6%), seguita dal Veneto (+2,3%). Molto modesta, invece, è la crescita del Pil in volume nella Provincia Autonoma di Bolzano (+0,4%). Nel Mezzogiorno spicca la performance positiva della Campania e dell'Abruzzo, che segnano una crescita dell'1,6% rispetto all'anno precedente, seguite dalla Calabria (+1,1%). All'opposto il Molise registra una flessione dello 0,4%. Passando ai risultati settoriali, nel Nord-ovest solo l'agricoltura subisce un importante ridimensionamento rispetto al 2016 (-3,7%), mentre l'industria e i servizi finanziari segnano un aumento del valore aggiunto in volume pari, rispettivamente, al 3,7% e al 2,2%. Anche nel Nord-est il settore primario subisce una marcata flessione in volume (-5,9%); scende dello 0,6% il valore aggiunto degli altri servizi, mentre industria (+4%) e commercio (+3,9%) registrano una crescita consistente. Il Centro è la ripartizione in cui il settore agricolo ha subito la contrazione più rilevante (-8,4%) mentre il valore aggiunto registra un aumento nell'industria (+3%), nel comparto dei servizi immobiliari e finanziari (+1,1%) e in quello degli altri servizi (+1%). Sommerso e illegale al Sud al 19% L'economia sommersa e quella illegale hanno un'incidenza molto alta nel Mezzogiorno dove raggiungono il 19% del valore aggiunto. E' quanto emerge dagli ultimi dati Istat sull'economia non osservata, relativi al 2016. Questo valore è sopra alla media nazionale (13,8%) nel Centro (14,2%) e inferiore nel Nord-est (11,9%) e nel Nord-ovest (11,4%). La Calabria è la regione in cui il peso dell'economia sommersa e illegale è massimo, con il 20,9%, un valore più che doppio di quello della Provincia autonoma di Bolzano (10,4%). L'economia non osservata in Italia è costituita soprattutto della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (6,3%) e dall'impiego di lavoro irregolare (5,1%). L'economia illegale e le altre componenti minori (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) incidono per il restante 2,4%. Occupati salgono nel Lazio Il Lazio è la prima regione per crescita dell'occupazione rispetto al 2011, con un aumento medio annuo dello 0,8%, quattro volte superiore alla media nazionale (0,2%). Nella Provincia autonoma di Bolzano la crescita è stato dello 0,7%. All'opposto, in Umbria, Molise e Sicilia gli occupati sono diminuiti dello 0,6% l'anno rispetto al 2011. Nel 2017, il livello nazionale il numero di occupati è aumentato nel 2017 dell'1,2%, con una punta dell'1,4% nel Nord-est e nel Nord-ovest. Nel Centro l'occupazione aumenta dell'1,3% e nel Mezzogiorno solo dello 0,6%.
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