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      Truffe in agricoltura, perquisizioni Gdf in studi legali di Cosenza, Bari e Napoli

       

       

      Truffe in agricoltura, perquisizioni Gdf in studi legali di Cosenza, Bari e Napoli

      04 dic 18 La Guardia di Finanza sta eseguendo perquisizioni in diversi studi legali nelle città di Bari, Napoli e Cosenza nell'ambito di un'indagine su una presunta truffa in agricoltura. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, è stata avviata a seguito di una denuncia presentata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata alla truffa e truffa aggravata. A quanto si apprende, con la complicità di alcuni avvocati, le aziende agricole avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti pubblici dalla Regione Puglia destinati alle aree svantaggiate.

      Sette gli indagati, cinque avvocati e i familiari di uno di loro, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico e autoriciclaggio. Gli avvocati indagati sono i baresi Michele Primavera (con suo figlio Enrico Domenico e la moglie Anna Maria Deruvo), Oronzo Panebianco e Francesca Fiore, Assunta Iorio con studio legale a Napoli e Salvatore Lanciano, di 47 anni, di Cassano allo Ionio con studio a Napoli. Nell'inchiesta della Procura di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Francesco Bretone, sono indagate anche tre società, oggi destinatarie di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. Si tratta di Giuriconcilia & service srl, Giuristudio srl e Polo Immobiliare D'Eccellenza Srl, tutte e tre con sede a Bari in via Calefati 61/A.

      PM: Truffa da 20 mln di euro

      Ammonta a più di 20 milioni di euro la presunta truffa in danno della Regione Puglia su cui indaga la Procura di Bari, e che fa riferimento a contenziosi legali avviati per ottenere dall'ente regionale l'erogazione di fondi destinati all'agricoltura in zone svantaggiate. Stando a quanto accertato dalla Guardia di Finanza, le legittime pretese degli agricoltori, relative a contributi risalenti agli anni Novanta ma non erogati dall'ente, sarebbero state gestite da avvocati che, d'accordo tra loro, avevano messo in piedi un sistema per far aumentare in modo esponenziale le spese legali. In particolare, con la regia dello studio legale Primavera di Bari, gli avvocati indagati avrebbero avviato, per ciascun agricoltore destinatario dei contributi, tanti contenziosi quante erano le annualità per le quali spettavano i fondi anziché avviare un solo procedimento per ciascun richiedente. Avrebbero cioè spacchettato le cause moltiplicando così i propri compensi. I fatti contestati fanno riferimento agli anni 2006-2018. La contestazione di autoriciclaggio farebbe invece riferimento all'impiego dei proventi della truffa nell'acquisto di beni immobili attraverso una società immobiliare della famiglia Primavera.

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