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      Autobomba a Limbadi, un arresto dei CC nei Mancuso. Mistero sull'innesco

       

       

      Autobomba a Limbadi, un arresto dei CC nei Mancuso. Mistero sull'innesco

      10 apr 18 A seguito delle indagini subito avviate dopo l'esplosione che ieri ha ucciso Matteo Vinci i carabinieri hanno arrestato a Limbadi Domenico Di Grillo, di 71 anni, marito di Rosaria Mancuso, sorella dei capi dell’omonima cosca di ‘ndrangheta Giuseppe, Francesco, Pantaleone e Diego perchè trovato in possesso di un fucile e delle relative cartucce, ben 46, di provenienza illecita, custoditi in casa dell'arrestato. L'accusa è di detenzione abusiva di armi e munizioni. I carabinieri stanno valutando anche la possibilità di un collegamento tra l’uccisione ieri di Matteo Vinci e la lite per motivi d’interesse che la vittima ed il padre ebbero nel 2014 con Rosaria Mancuso, lo stesso Di Grillo ed altri esponenti della cosca Mancuso.

      Mistero sull'innesco. A seguito dell'attentato di ieri con l'esplosione dell'auto, che ha ucciso Matteo Vinci e ferito gravemente il padre Francesco, gli inquirenti stanno cercando di capire come sia stato azionato l'ordigno utilizzato sull'auto dei Vinci. La bomba pare che sia stata collocata sotto l'auto. Secondo le prime ipotesi ad azionare la bomba sembra sia stato un radiocomando a distanza. Ma non si esclude l'utilizzo di un timer. Per gli investigatori si tratta di un alto livello criminale che evidenzia un lavoro fatto da professionisti del crimine. Episodio grave lo classifica il Procuratore della DDA Bombardieri, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, giunto sul posto per fare il punto delle indagini. Un attentato cosi' eclatante messo in atto con tanta violenza fa presupporre che ci sia qualcos'altro. Mai un'azione del genere si era registrata nella zona di Limbadi da sempre sotto controllo dei Mancuso. Le vittime, però, sono persone non considerate legate alla ndrangheta, almeno fino a questo momento. Per quale motivo sono finite nel mirino della cosca in maniera così violenta e plateale?

      Ad ottobre l'aggressione del padre. Francesco Vinci, il 73enne ferito gravemente ieri nello scoppio dell'autobomba in località "Cervolaro" di Limbadi in cui é rimasto ucciso il figlio Matteo, fu vittima lo scorso ottobre di un'aggressione messa in atto da persone nei confronti delle quali sono in corso le indagini dei carabinieri. L'episodio si verificò a breve distanza dal luogo in cui é avvenuto l'attentato di ieri, in prossimità del terreno della famiglia Vinci attiguo a quello dei Di Grillo-Mancuso. Proprio sulla delimitazione del confine tra i terreni é in atto da tempo una disputa tra la famiglia Vinci e quella dei Grillo-Mancuso che sarebbe stata la causa scatenante della rissa avvenuta nel 2014 che vive contrapposti, da una parte, Francesco e Matteo Vinci e, dall'altra, Rosaria Mancuso, sorella dei capi della cosca, ed il marito Domenico Di Grillo, arrestato nella tarda serata di ieri dai carabinieri per la detenzione abusiva di un fucile. E proprio i contrasti di vicinato rappresentano una delle ipotesi che i carabinieri, coordinati dai maggiori Dario Solito e Valerio Palmieri, stanno valutando per risalire al movente dell'attentato di ieri.

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