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      Beni per 2.5 mln di euro confiscati da Gdf a esponente clan Rosmini

       

       

      Beni per 2.5 mln di euro confiscati da Gdf a esponente clan Rosmini

      14 ago 18 Beni per 2,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Reggio calabria a Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, condannato per associazione mafiosa come appartenente alla cosca Rosmini della 'ndrangheta reggina, egemone nei quartieri Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra di Reggio Calabria. Il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria si collega all'operazione "Araba Fenice" del 2013, che aveva portato a 47 arresti e al sequestro di 14 imprese e societa', unita' immobiliari, terreni, autoveicoli e conti correnti bancari per un totale di circa 90 milioni di euro. Secondo l'accusa, Liuzzo aveva coordinato la "equa" spartizione mafiosa dei lavori di completamento di un complesso immobiliare nel quartiere reggino di Ravagnese, tra imprese riconducibili alle famiglie di 'ndrangheta Condello, Rosmini, Ficareddi, Ficara-Latella, Nicolo'-Serraino, Fontana-Saraceno e Musolino.

      Le indagini della Gdf, avevano confermato l’appartenenza di Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, alla ‘ndrangheta reggina per conto della quale aveva curato gli illeciti interessi economici - circostanza confermata anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia - con particolare riferimento a quelli nel settore dell’edilizia privata. Nel dettaglio, il proposto aveva coordinato la “equa” spartizione mafiosa dei lavori di completamento di un complesso immobiliare costruito nel quartiere reggino di Ravagnese, nonché partecipato al summit relativo alla predetta spartizione e conseguente assegnazione dei citati lavori alle imprese riconducibili alle famiglie di ‘ndrangheta dei “Condello”, “Rosmini”, “Ficareddi”, “Ficara-Latella”, “Nicolò-Serraino”, “Fontana-Saraceno” e “Musolino”.

      Successivamente, in relazione alle attività di cui sopra, la locale DDA delegava al dipendente G.I.C.O. apposita indagine a carattere economico/patrimoniale, volta all’individuazione dei beni riconducibili al citato soggetto, al cui esito - nel 2017 - la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria - su richiesta della citata DDA - disponeva la misura cautelare del sequestro sul patrimonio illecitamente accumulato dal proposto.

      Al riguardo, i Finanzieri del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) - valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – avevano concentrato l’attività investigativa sulla ricostruzione della capacità reddituale e del complesso dei beni di cui LIUZZO Giuseppe Stefano Tito e i suoi congiunti erano risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, dall’anno 2005, accertando la notevole sproporzione degli investimenti rispetto alle risorse lecite, nella formazione del patrimonio a loro riconducibile.

      Le investigazioni a carattere patrimoniale hanno consentito, altresì, di acquisire concreti e solidi elementi in ordine alla volontaria e consapevole intestazione fittizia di beni (imprese, fabbricati, terreni e autovetture) riconducibili al citato LIUZZO - reale dominus - ma formalmente attribuiti a soggetti terzi. In ordine a quanto sopra il LIUZZO Giuseppe Stefano Tito, tuttora detenuto per il reato - tra gli altri - di associazione di tipo mafioso - in forza della sentenza di condanna emessa della Corte di Appello nel 2017 - è stato ritenuto connotato da una pericolosità sociale - qualificata dall’appartenenza alla ‘ndrangheta - che abbraccia tutto il percorso esistenziale. Alla luce di quanto sopra, la citata Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale con il provvedimento in esecuzione, ha ora disposto la confisca di prevenzione del patrimonio riconducibile al citato proposto costituito da un’impresa individuale esercente l’attività di commercio all’ingrosso di materiale da costruzione, 6 immobili, 2 veicoli, rapporti bancari/assicurativi e disponibilità finanziarie (di importo complessivo superiore a 110.000 euro), per un valore stimato in circa € 2,5 milioni. I Reparti del Comando Provinciale Reggio Calabria della Guardia di Finanza, nella loro veste e funzione di polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, al fine di garantire la tutela degli operatori di mercato onesti e rispettosi delle regole, continuano incessantemente la propria opera di contrasto nei confronti della criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico ed ai tentativi di inquinamento dell’economia legale, distorsivi dei meccanismi di libera concorrenza. Il risultato delle attività condotte dai finanzieri reggini dal gennaio 2017 ad oggi, dirette ad ostacolare l’ingresso degli interessi e dei capitali criminali nell’economia legale, è riassumibile nel sequestro o nella confisca di 177 complessi aziendali, 481 immobili ed ingenti disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 738 milioni di euro.

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