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      Blitz CC contro clan "Grasso-Cacciola", 45 arresti. Fondamentale ruolo donne

       

       

      Blitz CC contro clan "Grasso-Cacciola", 45 arresti. Fondamentale ruolo donne

      02 ago 18 È in corso un'operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare a carico di 45 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di droga, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati. La misura conferma in toto l'impianto accusatorio dell'indagine, avviata nel settembre del 2017 dal Nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, che il 9 luglio scorso aveva portato al fermo di 32 persone. Oltre ai destinatari del fermo, fra gli arrestati figurano altre sette persone, non destinatarie del provvedimento del 9 luglio, con ruoli di rilievo in due cosche di Rosarno. Dalle indagini emergono, in particolare, le responsabilità penali di quattro donne, che con le loro condotte hanno apportato, secondo l'accusa, un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell'organizzazione. Le donne coinvolte nell'operazione sono accusate di avere favorito la veicolazione dei messaggi fra i vari affiliati, anche con quelli detenuti, e di avere gestito in prima persona le iniziative imprenditoriali avviate per riciclare il denaro ricavato dal narcotraffico. Le persone già sottoposte a fermo nei confronti delle quali adesso é stata eseguita l'ordinanza di custodia cautelare sono considerate elementi di spicco di due cosche della 'ndrangheta di Rosarno, entrambe dedite alle estorsioni e all'importazione di quintali di cocaina purissima dal Sudamerica e di hashish dalla Spagna e dal Marocco. Droga destinata a varie piazze di spaccio in Lombardia, Piemonte e Sicilia.

      In manette anche criminologa. Tra le 45 persone arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro le cosche di 'ndrangheta Cacciola e Grasso di Rosarno c'é una criminologa, Angela Tibullo, di 36 anni, accusata di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia. La criminologa, in particolare, grazie alla sua professione, riferiscono i carabinieri, "é risultata determinante nelle dinamiche associative e nel perseguimento degli interessi illeciti di alcune cosche di 'ndrangheta".

      Criminologa aveva creato sistema. Le indagini su Angela Tibullo, secondo i carabinieri, hanno comprovato il carattere di non occasionalità delle condotte tenute dalla criminologa. "La Tibullo, che nelle intercettazioni confida la sua aspirazione al ruolo di 'regina della penitenziaria' - riferisce ancora l'Arma - per soddisfare tali ambizioni, palesemente illecite, ha creato un vero e proprio 'sistema criminale' aggregando professionisti, medici o funzionari compiacenti, funzionali ad agevolare il conseguimento degli ingiusti vantaggi per i propri assistiti, o minacciando di escludere da successivi 'affari' quelli che dimostravano di non rispettare le sue indicazioni". "Dagli approfondimenti svolti dai militari dall'Arma di Gioia Tauro - riferiscono i carabinieri in una nota - è emerso chiaramente il ruolo rivestito dalla criminologa Tibullo, che, nella piena consapevolezza dell'illiceità del suo agire, si é prodigata in favore degli affiliati detenuti per far ottenere loro la scarcerazione per incompatibilità con il regime carcerario, redigendo false consulenze e corrompendo i periti d'ufficio nominati dall'autorità giudiziaria per valutarne lo stato di salute o i medici impiegati all'interno delle strutture di reclusione". "Inoltre - afferma ancora l'Arma - sono stati documentati numerosi episodi che confermano la consapevole agevolazione delle condotte criminali dei propri assistiti, avendo veicolato all'esterno delle carceri i messaggi dei detenuti e avendo fornito ogni altra forma di ausilio agli associati, tanto da essersi prodigata anche per reperire le abitazioni dove far trascorrere le misure detentive alternative al carcere o quant'altro necessario all'ottenimento delle autorizzazioni da parte dell'autorità giudiziaria ai soggetti apicali dei sodalizi richiamati che lamentavano delle incompatibilità putative con il regime carcerario".

      Tra le sette persone arrestate a Rosarno dai carabinieri in aggiunta a quella già interessate dai fermi del 9 luglio ci sono tre donne, Anna Maria e Antonietta Virgiglio e Marilena Grasso, di 56, 58 e 32 anni, "tutte legate - riferiscono i carabinieri - da vincoli parentali strettissimi con i vertici della cosca Cacciola-Grasso". Le tre donne, secondo i militari, "hanno apportato con le loro condotte un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell'articolazione mafiosa. Hanno dimostrato di essere pienamente inserite nei meccanismi illeciti dell'organizzazione, con il compito di assistere gli affiliati nella detenzione e nel porto delle armi della consorteria, di favorire i contatti fra affiliati (le cosiddette 'ambasciate'), anche nei confronti di quelli detenuti, in generale cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso. Alle donne era altresì riservata la gestione delle iniziative imprenditoriali attraverso le quali la consorteria criminale 'ripuliva' le consistenti somme di provenienza illecita. Gli esercizi commerciali, avviati al solo scopo di riciclare il denaro ricavato essenzialmente dal narcotraffico, sono stati sottoposti a sequestro preventivo contestualmente all'esecuzione dei fermi di indiziato di delitto e vengono gestiti attualmente in regime di amministrazione giudiziaria". Intanto, secondo quanto si apprende, la criminologa Angela Tibullo è stata arrestata dai carabinieri a Marino, in provincia di Roma.

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