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      Sindaco Catanzaro vieta giochi in strada ai bimbi poi ritira ordinanza

       

       

      Sindaco Catanzaro vieta giochi in strada ai bimbi poi ritira ordinanza

      31 ott 17 Il sindaco vieta, con propria ordinanza, di praticare "attività ludico-sportive di qualsiasi genere", escluse le manifestazioni autorizzate, nelle "vie e piazze di tutto il territorio comunale che possano arrecare disturbo e molestie alle persone o cagionare danni al patrimonio pubblico e privato" e scoppiano le polemiche politiche e le critiche sui social. E' successo a Catanzaro dopo la decisione del sindaco Sergio Abramo (Fi) emessa dopo "varie sollecitazioni da parte di alcuni cittadini che hanno richiesto interventi a tutela della tranquillità nelle zone del centro abitato". Le violazioni all'ordinanza saranno punite con una sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 500 euro. Il circolo del Pd "Lauria" ha chiesto il ritiro dell'ordinanza ricorrendo all'ironia: "'Di ordine di monsignor illustrissimo, presidente di tutte le strade si proibisce a qualunque persona di gettare e far gettare in questo luogo immondezze di ogni sorte, sotto pena di scudi 10'. Succedeva a Roma il 15 giugno 1764. A Catanzaro - scrive il partito in una nota - due secoli e mezzo dopo, un'ordinanza del sindaco, 'presidente di tutte le strade', fa di più. La sanzione amministrativa, tenendo conto del cambio e dell'inflazione, passa da 10 scudi del 1764 ai 500 euro dei giorni nostri. Il messaggio, invece, è di un retrivo salto indietro nel tempo da parte di un sindaco che evidentemente firma atti senza alcuna cognizione di causa, senza interrogarsi sul valore delle proprie scelte. Cosa dobbiamo fare, sindaco Abramo? Giocare per strada è ufficialmente vietato, praticare sport in strutture pubbliche è ufficialmente impossibile (vedi chiusura di piscina, campi da tennis, condizioni di impraticabilità di diversi impianti), per cui oggi con inedita lungimiranza il sindaco ci propone di barricarci in casa e inchiodare i bambini catanzaresi al divano". Contro l'ordinanza si è schierato anche il Meetup. "I bambini - rilevano i 5 stelle in una nota - hanno il diritto di giocare, il sindaco Abramo annulli in tempi rapidi la vergognosa delibera che impedisce loro di esercitare attività ludico/sportive in spazi pubblici. Vogliamo che i piccoli catanzaresi possano socializzare giocando per le vie della nostra città, che è già abbastanza triste e vuota a causa della gestione Abramo. Sarebbe diverso se ci fossero spazi pubblici polivalenti in ogni quartiere. Così non è ed appare emblematica la situazione in cui versa la palestra pubblica del quartiere Pontegrande. Per togliere i bambini dalle strade, non servono ordinanze, ma alternative credibili".

      Sospesa decisione. Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo ha ritirato l'ordinanza con cui ieri era stato disposto il divieto di praticare attività ludico-sportive di qualsiasi genere in strade e piazze della città che potessero arrecare disturbo o provocare danni. Il primo cittadino, è scritto in una nota del Comune, "ha preso atto che il provvedimento, dalla sua lettura, ha generato equivoci sulle finalità dell'atto". L'intento dell'ordinanza, prosegue la nota, "non era assolutamente quello di negare il diritto al gioco da parte dei più piccoli, ma di prevenire il rischio di eventuali danni a cose e persone sulla scorta di segnalazioni ricevute da cittadini. La ratio dell'adozione del provvedimento non era, quindi, quella di porre limiti all'espressione ludica dei ragazzi, bensì di tutelare la tranquillità dei residenti, soprattutto gli anziani, nelle zone del centro abitato scoraggiando l'utilizzo delle piazze o di altri spazi pubblici come campi da calcio da parte non tanto dei bambini, ma degli adolescenti e degli adulti". Episodi che, sostiene il Comune, "hanno generato nei giorni scorsi persino momenti di tensione tra alcuni residenti e dei giovani in una piazza del quartiere Santa Maria, tanto da rendere necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Un altro esempio si è registrato di recente con un maggiorenne, immortalato anche dalle telecamere di sorveglianza, che con un pallone ha danneggiato l'impianto di illuminazione". "A seguito di un più ponderato esame della problematica - conclude il Comune - non si possono, però, ritenere sussistenti in maniera chiara ed evidente gli estremi per la vigenza dell'ordinanza che è stata ritirata".

      "Secondo l'Articolo 31 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia: 1- Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica; 2 - Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l'organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali". Lo afferma il sociologo Antonio Marziale, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, rispondendo ad una sollecitazione indirizzatagli da Alessia Bausone, vicepresidente dell'Associazione donne giuriste Italia-sezione Catanzaro, in merito al provvedimento del sindaco che vieta il gioco al pallone sul suolo pubblico. Per il Garante "tanto dovrebbe bastare a persuadere il sindaco a revocare l'ordinanza, perché in palese conflitto con la ratifica della Convenzione ONU da parte della Repubblica Italiana".

      "L'ordinanza con la quale il sindaco Sergio Abramo vieta di giocare in strada è un provvedimento ingiusto, che va immediatamente ritirato per tutelare il bene supremo della nostra comunità, e nello specifico dei bambini, di fatto gli unici destinatari del divieto". Lo afferma in una nota Lorenzo Costa, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Catanzaro. "Il sindaco - prosegue - farebbe bene a ritornare indietro sui suoi passi, perché colpisce il diritto alla socialità e finanche incide sulla libertà personale. Anche perché - è bene riportarlo alla memoria collettiva - in questa città molti impianti sportivi pubblici non sono fruibili, per cui le famiglie - a meno che non decidano di rivolgersi al privato - hanno ben poche scelte da compiere. Vietare il gioco in strada è un vero paradosso, rispetto al quale occorre in fretta correre ai ripari".

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