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      Locri ricorda Fortugno a 12 anni dalla morte

       

       

      Locri ricorda Fortugno a 12 anni dalla morte

      16 ott 17 E' stato celebrato a Locri il dodicesimo anniversario dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre del 2005. L'evento ha preso il via con la deposizione di una corona d'alloro a Palazzo Nieddu Del Rio dove avvenne l'agguato, seguita dalla messa nella cappella dell'ospedale cittadino celebrata dal vescovo mons. Francesco Oliva e dall'evento "Tracce di legalità". Alla manifestazione hanno partecipato i sottosegretari di Stato all'Interno Gianpiero Bocci e dell'Istruzione Vito De Filippo. "Un delitto, quello di Franco Fortugno - ha detto il sindaco di Locri Giovanni Calabrese - assurdo, indecifrabile e incomprensibile nonostante le condanne inflitte in sede processuale. Per colpa delle cosche la Locride è diventata la capitale della 'ndrangheta. Questo è un territorio abbandonato, senza sbocchi occupazionali. Qui si rischia la desertificazione visto che i giovani sono costretti ad emigrare per trovare lavoro". Per il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto, "dobbiamo riflettere sulla barbarie mafiosa che ci ha tolto Franco Fortugno. Delitto politico-mafioso più grave fu mai commesso in Calabria. La lotta alla 'ndrangheta deve partire dai giovani oltre che essere una priorità nazionale". "Una giornata di festa, il 16 ottobre 2005, per la Calabria e per la democrazia italiana - ha sostenuto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio - è stata trasformata da una mano assassina in una giornata tragica per la Calabria e l'Italia intera. Una giornata triste, nera, che resterà scritta nella tormentata vita di questa regione. Qui ci vuole una forma di lotta ancora più dura alla criminalità organizzata. Qui si deve investire in legalità e cultura ed è importante quindi lavorare in questa direzione. Alla cerimonia è stato presente il generale Tullio Del Sette, comandante generale dell'Arma dei carabinieri. "Per noi - ha detto - la lotta alla criminalità organizzata è e sarà una priorità assoluta giorno dopo giorno. In Calabria apriremo ancora altri presidi militari anche nelle zone aspromontane". "La morte di Franco - ha detto la vedova Mariagrazia Laganà - è stata una delle pagine più buie e tristi delle istituzioni regionali e nazionali. Sulla vicenda ci sono ancora troppi, tanti coni d'ombra. La Locride ha bisogno di risposte forti da parte delle istituzioni politiche nazionali".

      "L'omicidio di Franco Fortugno ha rappresentato uno spartiacque. Prima c'era il silenzio degli onesti, dopo l'omicidio c'è stato invece un risveglio delle coscienze di grandi e di giovani". A dirlo è stato il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci, intervenuto oggi, a Locri, alla commemorazione del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria assassinato il 16 ottobre 2005. "Oggi - ha aggiunto - bisogna riscoprire nel Paese il senso del dovere. L'omissione è grave come l'abuso, come un omicidio. Per troppo tempo tanti uomini e donne hanno deciso di stare in mezzo. Così non va, bisogna scegliere se stare da una parte o dall'altra. A volte le risorse pubbliche hanno ingrossato i bilanci delle mafie. Noi abbiamo bisogno di lavoro e investimenti. Ci vuole però un cambio di cultura e di comportamento per poter svoltare. Nella sanità troppo spesso abbiamo assistito a cattive gestioni delle risorse. Franco Fortugno ha pagato, verosimilmente, con la vita per le denunce fatte. Troppe volte siamo costretti a sciogliere Comuni per infiltrazioni della criminalità organizzata. Ci sono anche amministrazioni pubbliche che si piegano alle organizzazioni criminali. Oggi non è più il tempo dei silenzi, ma è quello delle denunce. Noi dobbiamo costruire un Paese diverso. Noi, attraverso i giovani, dobbiamo scrivere pagine diverse". Alla manifestazione è intervenuto anche il sottosegretario all'istruzione Vito De Filippo. "Ai giovani - ha sostenuto - dico che noi dobbiamo sconfiggere una delle lobbie più potenti che esiste, che è quella delle cartine geografiche che descrivono questa parte dell'Italia, cioè il meridione, come un punto arreso, irrecuperabile per molti aspetti. E questo invece non è vero. Agli stessi giovani inoltre dico di prendere in mano il vostro destino per farne un capolavoro".

      "Franco Fortugno era un uomo perbene, un medico competente e onesto, un sincero democratico. Come spesso avviene a chi la sacrifica per una causa giusta, la sua vita è stata resa più luminosa e feconda dalla sua morte. La causa di Franco era certamente il riscatto della sua terra, alla quale aveva dedicato un lungo e appassionato impegno politico, al servizio delle istituzioni come rappresentante del popolo calabrese nel Consiglio regionale". Così Rosy Bindi presidente della commissione parlamentare Antimafia ricorda Fortugno nel messaggio inviato agli organizzatori della Commemorazione oggi a Locri del XII anniversario del suo assassinio. "Il suo brutale assassinio, dodici anni fa, mentre varcava la soglia del seggio per le primarie che avrebbero designato Romano Prodi candidato premier del centrosinistra - aggiunge - fu l' ennesima dimostrazione di quanto le mafie siano insofferenti della democrazia e di ogni forma di partecipazione libera e trasparente alla vita pubblica". "Sappiamo quanto sia forte il condizionamento che la 'ndrangheta ha esercitato e continua a esercitare in questa regione. E come sia difficile contrastare un potere occulto e violento che ostacola lo sviluppo sano della Calabria ma che rappresenta - dice ancora Bindi - una minaccia per tutto il paese, come raccontano tante cronache giudiziarie nel resto dell'Italia". Secondo la parlamentare, "la lotta alla 'ndrangheta è un problema che ci riguarda tutti e non può essere lasciato solo sulle spalle dei calabresi che possono fare molto, ma non vanno lasciati soli. Un ruolo decisivo spetta alla formazione, alla scuola e all'associazionismo rivolto ai ragazzi e ai giovani. Il sapere e la cultura - che in questa terra ha radici antichissime - sono da sempre un fattore di crescita civile, una leva potente di emancipazione dalla paura e dai silenzi che rendono forti le mafie". "Occorre anche un grande investimento in risorse e progetti per la buona occupazione e il lavoro, la promozione della salute e di un welfare moderno, la tutela del territorio e dell'ambiente. Progetti - conclude - in grado di coinvolgere e motivare le nuove generazioni ad essere protagoniste del futuro, consapevoli che il valore della legalità è un requisito fondamentale per vivere in una società coesa e solidale in cui ciascuno avverte l'orgoglio di fare il proprio dovere per il bene comune".

      "E' necessario che tutti si ritrovino uniti nello spirito della fede. Il dovere del ricordo agisca contro l'oblio. La memoria del sacrificio di Franco è un riferimento costante così come la sua voglia di cambiamento". Lo ha detto il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva nella celebrazione religiosa in memoria di Francesco Fortugno in occasione del dodicesimo anniversario dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Alla funzione hanno preso parte tra gli altri anche il Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale di corpo d'armata, Tullio Del Sette e i sottosegretari di Stato Gianpiero Bocci e Vito De Filippo. "Questo territorio - ha aggiunto mons. Oliva - ha urgente bisogno di un sussulto di umanità, o ci si salva insieme o non ci si salverà. E' necessario andare oltre la logica individualistica dell'io. Il sangue versato da Franco Fortugno non sia vano. Il suo barbaro assassino ha segnato una stagione di violenza, ma la sua morte ha risvegliato il bisogno di riconciliazione e pace. Questa terra, la Locride, ha bisogno di orizzonti di speranza". "Tracce di legalità, il titolo che caratterizza questa giornata - ha detto ancora il presule - segnala esattamente questa urgenza. Ma non basta il legalismo, serve maggiore senso di umanità e di responsabilità. Il sacrificio di Franco Fortugno apra nuovi orizzonti nuovi per una umanità più giusta"

      "Il 16 ottobre 2015 a Locri viene assassinato Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. Un politico onesto e trasparente. Un amico di tante battaglie. Un uomo capace di ascoltare e di intervenire a favore della gente onesta e perbene. Lo ricordo con la stima e l'affetto di sempre! Sia per tutti un esempio". Lo afferma in una nota Nicodemo Nazzareno Oliverio, capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.

      Il 16 ottobre 2005 presso Palazzo Nieddu, a Locri, in provincia di Reggio Calabria, poco fuori dal seggio allestito per delle consultazioni elettorali, Francesco Fortugno, all'epoca vice presidente del consiglio regionale della Calabria, era intento a parlare con alcuni concittadini. Alle 17.30 un sicario 'ndranghetista, entrando nell'atrio del palazzo, fece fuoco ferendolo mortalmente con più colpi di pistola. Così il ministero dell'Interno ricorda nel dodicesimo anniversario della sua morte Francesco Fortugno. "Con la sua elezione al consiglio regionale, Fortugno a causa della sua azione politica ispirata ai principi di legalità e giustizia - aggiunge il Viminale - rappresentava l'ostacolo al soddisfacimento di interessi politico-affaristici degli appartenenti alle famiglie 'ndranghetiste della Locride: questo è da considerarsi il movente dell'efferato atto criminale". "Al funerale intervennero le più alte cariche dello Stato, tra le quali, l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 3 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha definitivamente confermato l'ergastolo ai responsabili dell'assassinio del Vicepresidente Fortugno appartenenti alla famiglia dei Marcianò di Locri. "Lo Stato - conclude il Viminale - ha onorato il sacrificio di Francesco Fortugno con il riconoscimento concesso dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso di cui alla legge n. 512/1999 a favore dei suoi familiari, costituitisi parte civile nel processo".

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