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      Il 21 De Raho lascia Reggio e s'insedia in Procura nazionale: area invisibili nuovo fronte

       

       

      Il 21 De Raho lascia Reggio e s'insedia in Procura nazionale: area invisibili nuovo fronte

      17 nov 17 Si insedierà martedì prossimo, 21 novembre, il nuovo procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho. La cerimonia è in programma alle 15 nell'aula della prima sezione della Corte di Cassazione. L'ormai ex procuratore di Reggio Calabria, sarà nella città calabrese sino a lunedì quando parteciperà ad un'iniziativa di commiato in programma alle 12.30 nell'Aula Versace del Cedir, il centro direzionale di Reggio dove ha sede la Procura della Repubblica.

      Aree invisibili il nuovo fronte. "L'interfaccia delle organizzazioni mafiose sono spesso aree occulte, nascoste in settori economici e professionali, i cosiddetti riservati o invisibili. Su questo, a Reggio, abbiamo avviato indagini partendo da più elementi dispersi in tanti precedenti rivoli investigativi. Credo che questo debba essere un altro compito della Procura nazionale: recuperare spunti e input di più indagini territoriali, per concentrarsi su filoni investigativi correlati tra più uffici". È uno dei propositi di Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria che si prepara per la guida della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, illustrati in un'intervista al Mattino. "Sono dell'idea che la Procura nazionale antimafia debba diventare sempre più struttura di servizio e coordinamento per gli uffici giudiziari di tutt'Italia", afferma. La Procura, aggiunge, deve "indicare nuovi quadri investigativi, fare da riferimento di informazioni e dati coordinati per le 26 strutture distrettuali che, sul territorio, sono impegnate al contrasto delle mafie nazionali e straniere, oltre che nelle indagini sul terrorismo". De Raho vuole continuare il lavoro di Roberti, "anche in materia di terrorismo, in un'ottica di sempre maggiore cooperazione internazionale". "Abbiamo normative avanzate di contrasto alle mafie. Siamo all'avanguardia anche sulla prevenzione. Per fare un esempio, a Reggio Calabria dal primo luglio 2016 al 30 giugno 2017 abbiamo sequestrato qualcosa come un miliardo e 100 milioni di beni. Su questa scia, anche altri Paesi, come Francia, Gran Bretagna e Germania, stanno comprendendo che i sequestri preventivi, anche senza una sentenza, siano strumento valido. Non sulla base di un semplice sospetto, ma attraverso un quadro indiziario molto forte"

      A Ostia fatti di gravità senza pari. "Sono fatti di una gravità senza pari, appartengono ad una civiltà che non è la nostra e lo Stato deve intervenire tempestivamente come è stato per Ostia. Quelli sono dei sintomi sui quali gli uffici giudiziari poi intervengono". Il nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, è scritto in una nota, "commenta in esclusiva ai microfoni del Gr1 Rai l'aggressione alla troupe Rai all'indomani del primo turno del voto di Ostia". "Credo - ha aggiunto - che può riconoscersi la sussistenza dell'organizzazione mafiosa anche in quella che potrebbe essere ritenuta una banda di quartiere. Ogni qualvolta ricorrono gli elementi che il codice ha posto nell'articolo 416 bis, ricorre una organizzazione mafiosa, qualunque essa sia, ovunque si trovi". Sulle differenze tra le organizzazioni criminali del passato e quelle attuali, de Raho ha concluso: "Le mafie oggi sono più pericolose, hanno proiezioni transnazionali, la loro capacità di comunicazione consente un'azione rapidissima. Credo che i nostri uffici giudiziari e quindi la Procura Nazionale, come centro di coordinamento, devono organizzarsi per attuare una rapidità analoga. Ecco perché il coordinamento è fondamentale, condividere queste informazioni. E' la ricchezza alla quale pensava Giovanni Falcone".

      Con morte Rijna chiusa era delle stragi. "Con la morte di Totò Riina si è sostanzialmente chiusa l'era delle stragi". Questo il commento del neo-procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho al Tg2. Sul fatto che non abbia mai parlato ha detto: "è la modalità comportamentale tipica di chi ha assunto un ruolo verticistico. E' l'immagine del monolite che l'organizzazione rappresenta. Qualunque indebolimento sarebbe l'annientamento dell'organizzazione. Se avesse collaborato avrebbe svelato quei segreti della mafia che l'ha resa forte".
      Nessuna lotta per successione. Con la morte di Totò Riina "si chiude un'era ma le organizzazioni mafiose continuano a essere sul territorio per cui è necessaria sempre la stessa attenzione ed efficacia nella lotta". Lo ha detto all'ANSA il neo-procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. "Lotta per la successione? Non credo - ha aggiunto - Dopo la forte pressione dello Stato, anche Cosa nostra ha iniziato ad usare la strategia della sommersione che è stato il punto forte della 'ndrangheta".

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