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      Il 40% degli edifici popolari in zone a rischio non è antisismico

       

       

      Il 40% degli edifici popolari in zone a rischio non è antisismico

      25 lug 17 In Italia il 40% degli edifici di edilizia residenziale pubblica localizzati in zona sismica 1 (la più pericolosa) è stato costruito prima del 1980 e quindi non risponde agli attuali requisiti antisismici e necessita di interventi di miglioramento/adeguamento di particolare urgenza. E' quanto emerge da una ricerca presentata da Federcasa, l'associazione di categoria dei gestori delle case popolari. Sul totale di 2.760 edifici gestiti dalle aziende casa presenti nella zona sismica 1, 1.100 necessitano di interventi di miglioramento urgenti. Per adeguare questo patrimonio - spiega la ricerca 'Patrimonio edilizio e rischio sismico' - servirebbero dai 360 ai 400 milioni di euro. Il costo, tuttavia, potrebbe diminuire se si decidesse di realizzare una serie di interventi e modifiche tali da consentire di migliorare la capacità di resistenza alle azioni sismiche: per raggiungere l'80% di sicurezza occorrerebbero investimenti per 290-320 milioni; mentre per arrivare almeno al 60%, basterebbero 216-240 milioni. Dallo studio condotto da Federcasa e Associazione Isi (Ingegneria sismica italiana), che ha permesso di raccogliere informazioni su un campione di 190.357 alloggi, per un totale di 20.448 edifici (che rappresentano il 30% del totale gestito nelle zone sismiche di riferimento), emerge che l'8% degli edifici si trova nella zona sismica 1, il 38,1% nella 2 e il restante 53,5% nella zona 3. Il 10,2% degli edifici rilevati risale a prima del 1940, mentre il 75,7% è stato realizzato tra il 1941 e il 1990. Gli edifici realizzati successivamente (tra 19901 e 2010) rappresentano l'11% del campione considerato. Solo il 3,9% ha subito interventi di carattere strutturale, indipendentemente dall'anno di costruzione. Per quanto riguarda la tecnologia costruttiva, il 44,6% è stato realizzato in cemento armato, mentre il 52% in muratura. Ed è proprio quest'ultima categoria di fabbricati - evidenzia lo studio - realizzati prima del 1980, ad essere maggiormente esposta agli effetti del sisma.

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