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      Rimborsopoli, 9 consiglieri ed ex rinviati a giudizio, tra loro Loiero e 4 parlamentari

       

       

      Rimborsopoli, 9 consiglieri ed ex rinviati a giudizio, tra loro Loiero e 4 parlamentari

      17 lug 17 Ci sono anche quattro parlamentari in carica tra gli ex consiglieri regionali della Calabria rinviati a giudizio dal Gup di Reggio Calabria Adriana Trapani in relazione all'inchiesta cosiddetta "Rimborsopoli" per i presunti illeciti nella gestione dei fondi dei gruppi consiliari. Si tratta di Bruno Censore e Demetrio Battaglia, del Pd; Ferdinando Aiello, di Sel, e Giovanni Bilardi, del gruppo "Federazione della libertà". Tra i rinviati a giudizio anche gli ex presidenti della Giunta regionale Agazio Loiero e gli ex presidenti del Consiglio Antonio Scalzo e Giuseppe Bova e i consiglieri regionali tuttora in carica Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, entrambi del Pd. Ciconte, tra l'altro, é stato candidato a sindaco di Catanzaro nelle elezioni amministrative del giugno scorso, battuto al ballottaggio da Sergio Abramo, del centrodestra. Prosciolto, invece, da ogni accusa l'ex consigliere Candeloro Imbalzano, già presidente della seconda Commissione 'Bilancio'. L'inchiesta "Rimborsopoli" é stata coordinata dall'ex Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, oggi a capo della Procura della Repubblica di Palmi, e dall'aggiunto Gaetano Paci. Rinviati a giudizio per i reati di falso e peculato, gli stessi contestati agli altri indagati, anche gli ex consiglieri Pasquale Tripodi, Alfonso Dattolo, Alfonsino Grillo, Emilio De Masi, Sandro Principe, Pietro Amato, Giovanni Nucera, Mario Franchino, Mario Maiolo e Francesco Sulla. Stralciate invece le posizioni degli ex consiglieri Nicola Adamo e Domenico Talarico. L'ex presidente del Consiglio regionale Luigi Fedele e l'ex assessore regionale Antonino De Gaetano erano già stati rinviati a giudizio in un altro troncone dell'inchiesta. Secondo l'accusa, le persone coinvolte nell'inchiesta avrebbero utilizzato parte dei finanziamenti destinati ai gruppi consiliari regionali per ottenere il rimborso di spese che non rientravano nei criteri legati a supporto delle attività politico-istituzionali dei gruppi consiliari, ma sarebbero state in realtà di carattere privato.

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