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      Truffa e evasione fiscale, 14 arresti Gdf nel tirreno cosentino, 35 mln beni confiscati

       

       

      Truffa e evasione fiscale, 14 arresti Gdf nel tirreno cosentino, 35 mln beni confiscati

      14 dic 17 La Guardia di finanza di Cosenza ha eseguito 14 misure cautelari, di cui dodici in carcere, nei confronti di imprenditori e faccendieri accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'evasione fiscale. Nell'ambito dell'operazione, denominata "Matassa", gli investigatori stanno eseguendo anche numerose perquisizioni in altre regioni, in particolare in Emilia Romagna.

      --- Video Guarda il video della Gdf

      Custodia cautelare in carcere per: Maurizio Ruggerini, 64 anni residente a Castrolibero; Carlo Alberto Ruggerini, 39enne residente nel Modenese; Raffaele Mazzotti, 66enne nato a Tortora ma residente a Praia a Mare; Maurizio Sentimenti, 69enne residente nel modenese; Agostino Francesco De Luca, 49enne nato a Chicago ma residente a Rende; Eugenio Cannataro, 36enne di Rende; Francesca De Luca, 50enne di Castrolibero; Alessandro Albano, 39enne di Lagonegro; Giuseppe Bruzzese, 58enne di Praia a Mare; Luca Pavani, 52enne nato nel ferrarese ma residente a Praia a Mare; Alda Mazzola, 57enne del mantovano; Concetta Imparato, 48enne di Napoli ma residente a Praia a Mare.
      Arresti domiciliari per: Tatiana Ruggerini, 43 anni di Modena, e Rosanna Ursini, 33enne nata nel Cuneese e residente a Rende.
      Società coinvolte nell’inchiesta: Calapark srl, Publipark srl, Il Negozio srl, Fura srl, Gestioni srl, D.F. Servizi srl, Ge.Ri.Ve. srl, Aquafans srl, Ma.Ri. srl, Vemar srl, Baipass srl, La Rosa srl, Madonnina srl, L’Emiliano srl, Deca srl, Mada srl, Doro srl, Acquapark srl, Finalda srl, Is.Po. srl, Calypso srl, Car by Car srl, Gestioparchi srl, Benessere srl.

      In totale sono stati sequestrati beni per oltre 33 milioni di euro dalla Guardia di finanza di Cosenza nell'ambito dell'operazione Matassa, coordinata dalla Procura di Paola, che ha smantellato un'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato ed alla commissione dei reati fiscali. Delle 14 misure cautelari eseguite, 12 in carcere e due ai domiciliari di donne con figli minori. Tra i beni sequestrati due parchi acquatici, ville, auto, società e opere d'arte. Le società, tutte fittizie, operanti nei settori della pubblicità, dell'immobiliare o delle ricerche di mercato e consulenza amministrativa, secondo quanto ricostruito dalle indagini creavano crediti falsi da utilizzare a compensazione per il pagamento di contributi e imposte. Diecimila i modelli F24 analizzati per ricostruire il meccanismo, molti con importi di 0,1 centesimo per evitare il blocco delle procedure di compensazione, attraverso l'utilizzo dell'home banking. "Si tratta - ha detto il procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni durante la conferenza stampa - di un'indagine particolarmente raffinata e delicata che ha richiesto un lavoro meticoloso per il ripristino della legalità". L'associazione ideata da un'unica persona, aveva base nell'alto tirreno cosentino ma con ramificazioni in diverse regioni d'Italia, ed era costituita da 14 soggetti, alcuni legati da vincoli parentali. In particolare gli associati costituivano e gestivano quali amministratori, soci o lavoratori dipendenti le 24 società utilizzate al solo fine di generare contabilmente ingenti crediti di imposta fittizi derivanti da costi inesistenti, da utilizzare in compensazione con debiti fiscali e previdenziali". "Abbiamo scoperto - ha sostenuto Marco Grazioli, comandante provinciale della guardia di finanza di Cosenza - un fenomeno associativo radicato da anni, che non riguarda solo l'evasione fiscale, ma anche la costituzione di un cassetto previdenziale per ottenere la pensione. Contributi falsi per pensioni vere". "L'ideatore di tutto - ha spiegato Michele Merulli, comandante del nucleo di polizia giudiziaria - era una sola persona, che costituiva società ad hoc nelle quali impiegava anche familiari e conoscenti".

      L’attività di indagine ha interessato le condotte illecite compiute da una associazione a delinquere con base nell’alto tirreno cosentino ma con ramificazioni in diverse Regioni d’Italia, costituita da almeno 14 soggetti che, attraverso la costituzione e gestione di 24 società intestate a prestanomi, ha creato fittizi crediti IVA da utilizzare in compensazione per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali. In particolare gli associati costituivano e gestivano quali amministratori, soci o lavoratori dipendenti le 24 società fittizie non dotate di autonomia gestionale e struttura propria ed utilizzate al solo fine di generare contabilmente ingenti crediti di imposta fittizi derivanti da costi inesistenti, da utilizzare in compensazione con debiti fiscali e previdenziali, lucrando indebiti vantaggi fiscali e contributivi con gravissimo danno all’Erario e all’I.N.P.S. per oltre 33 milioni di euro. Il fine principale degli associati, uniti dal medesimo disegno criminoso, era quello di creare meccanismi fraudolenti di evasione fiscale e di precostituirsi un elevato imponibile previdenziale quale base per il trattamento pensionistico. Par tale scopo gli associati compivano operazioni simulate oggettivamente e soggettivamente, anche avvalendosi di documenti falsi e mezzi fraudolenti consistenti nel presentare nelle dichiarazioni annuale I.V.A. elementi passivi fittizi (e conseguenti ingenti crediti IVA) privi di qualsiasi giustificazione.

      Le eventuali somme dovute non venivano effettivamente versate all’Erario utilizzando in compensazione i crediti IVA inesistenti. Contestualmente gli associati dichiaravano di aver percepito retribuzioni (false), in alcuni casi di milioni di euro, inducendo in errore l’I.N.P.S. in ordine alla loro effettiva percezione. In tal modo gli associati si procuravano l’ingiusto profitto di precostituirsi un imponibile previdenziale, di milioni di euro, che diventava utile base di calcolo per la pensione. Milioni di euro di false retribuzioni per milionarie (vere) pensioni a carico dello Stato. Il programma criminoso associativo si è basato sulla costituzione di 24 società sparse nel territorio nazionale ed operanti nei più svariati settori economici quali la pubblicità, parchi divertimento, locazione di immobili, fabbricazione di macchine per alimenti e bevande, ristorazione, noleggio autovetture, pubbliche relazioni, ricerche di mercato e consulenza amministrativa. Tutte società intestate a prestanomi appartenenti all’associazione che attraverso la creazione di enormi crediti contabili IVA inesistenti faceva ricorso all’utilizzo del meccanismo delle compensazioni in modo da non far versare agli associati alcun contributo previdenziale e assicurativo. Le diverse imprese non operative venivano infine “smaltite” e fatte “sparire” per evitare in ogni modo i controlli, anche attraverso denunce nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine e all’Agenzia delle Entrate. Costi fittizi o gonfiati, occultamento della documentazione, false dichiarazioni e compensazioni di enormi crediti con versamento finale di € 0,01 al fine di evitare il blocco delle procedure di compensazione attraverso l’utilizzo dell’home banking. Fittizie società, con sedi fittizie in molti casi coincidenti con cassette postali e/o appartamenti disabitati o in uso esclusivamente abitativo da parte degli associati. Società con dichiarazioni IVA milionarie ma con saldi contabili e bancari prossimi allo zero e che ordinariamente effettuavano versamenti e prelievi nello stesso giorno o in quelli immediatamente successivi. Società con immobilizzazioni materiali per oltre 190 milioni di euro sostanzialmente prive di strutture produttive, commerciali od artigianali presso le sedi dichiarate.

      Infine retribuzioni imponibili elevatissime, di gran lunga superiori a quelle contrattualmente previste, sproporzionate rispetto alle mansioni dichiarate e non in linea con le precedenti esperienze lavorative né con i titoli professionali posseduti che hanno consentito di percepire ai primi associati pensionati pensioni annue di migliaia di euro ma anche indebite indennità di disoccupazione e maternità. Attività criminose che hanno indotto l’Autorità giudiziaria a disporre l’arresto in carcere per 12 degli associati e ulteriori due misure restrittive degli arresti domiciliari per ulteriori due associati madri di minori. Per il frutto illecito delle attività criminose è stato altresì disposto il sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca fino alla concorrenza di 33 milioni di euro, di beni mobili, immobili, strutture, beni di interesse storico, artistico archeologico, società, denaro e/o altre utilità nella disponibilità degli associati. In particolare è stato disposto il sequestro preventivo di:
      24 società; 41 immobili siti nelle province di Cosenza, Potenza, Mantova, Modena e Venezia; 1 villa di pregio; 4 terreni; parchi aquatici; 50 automezzi; beni di interesse artistico e storico.

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