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      Il 40% delle analisi di Goletta Verde non a norma, in Calabria 9 siti inquinati

       

       

      Il 40% delle analisi di Goletta Verde non a norma, in Calabria 9 siti inquinati

      11 ago 17 Il 40% dei campioni di acqua di mare prelevati quest'anno lungo tutta la costa italiana da Goletta Verde di Legambiente è risultato inquinato, con cariche batteriche elevate. In particolare, su 260 punti esaminati, sono 105 quelli in cui c'erano batteri "oltre i limiti di legge", "un inquinamento legato alla presenza di scarichi fognari non depurati". E' quanto denuncia Goletta Verde 2017 presentando i risultati al termine del viaggio lungo i 7.412 chilometri di costa riscontrando "ben 38 'malati cronici', cioè quei punti risultati inquinati mediamente negli ultimi 5 anni" concentrati nel Lazio (8), in Calabria (7), in Campania e Sicilia (5)". In Calabria sono 7 i siti fortemente inquinati e 2 quelli inquinati.

      In rosso i punti negativi dei prelievi di Goletta Verde

      In Calabria i siti fortemente inquinati sono stati rilevati a Villapiana (CS) (Foce del canale del Pescatore), Le Castella (Kr) (spiaggia a destra del castello), Foce Torrente Passovecchio (KR), Ricadi (Foce del torrente Ruffa), San Ferdinando (RC) (foce del fiume Mesima), Reggio Calabria (Foce del torrente Caserta - Lido Comunale), Reggio Calabria (Spiagge bianche, foce del torrente Menga). Inqunati i siti di Marinella di Gizzeria Lido (CZ) (Foce del torrente Spilinga) e Lido Medameo di Marina di Nicotera (VV) (Spiaggia fronte torrente Britto).

      Dopo "i tanti appelli inascoltati e lanciati alle amministrazioni e agli enti competenti", Legambiente ha presentato "alle Capitanerie di Porto 11 esposti, uno per ogni regione in cui sono presenti i malati cronici di inquinamento, sulla base della legge sugli ecoreati che ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale, tra cui il reato di inquinamento ambientale". I parametri indagati, spiega Legambiente, sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e i tecnici di Goletta Verde hanno considerato come inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori. Obiettivo dei controlli, è stato ricordato, "è verificare lo stato di qualità del mare e delle coste con particolare attenzione al rischio di inquinamento causato dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione". Dei 105 campioni di acqua risultati con cariche batteriche elevate, "ben 86 (ovvero l'82%) registrano un giudizio di fortemente inquinato. L'87% dei campioni inquinati e fortemente inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. Mentre il 13% è stato prelevato presso spiagge affollate di turisti". La situazione migliore anche quest'anno in Sardegna, che si distingue con sole 5 situazioni critiche, seguita dalla Puglia. In alto Adriatico, anche per la forte siccità che ha ridotto molto le portate di fiumi, fossi e canali che si riversano in mare, le situazioni migliori si riscontrano in Emilia Romagna e Veneto.

      Spiagge invase da cotton fioc. Su 46 spiagge monitorate da Legambiente "sono stati trovati quasi 7.000 cotton fioc, frutto della cattiva abitudine di buttarli nel wc e dell'insufficienza depurativa". Lo afferma l'associazione ambientalista spiegando che "nel 18% dei punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde è stata riscontrata la presenza di rifiuti da mancata depurazione: assorbenti, blister, salviette ma, soprattutto, cotton fioc". Il Mediterraneo, osserva Legambiente, "è uno dei mari più minacciati dai rifiuti che galleggiano e da quelli spiaggiati, frutto della cattiva gestione a monte, dell'abbandono consapevole e della cattiva depurazione".

      Italia tra gli ultimi per depurazione. L'Italia è agli ultimi posti in Europa per la depurazione. Lo afferma Legambiente al termine dei due mesi di campionamenti fatti da Goletta Verde lungo le coste italiane richiamando il portale "Urban Waste Water Treatment Directive (UWWTD) site for Europe" secondo cui "al 2014 in Italia solo il 41% del carico generato subisce un trattamento conforme alla direttiva, rispetto ad una media europea del 69%: su 28 paesi l'Italia è al 23/o posto". Inoltre, "gli scarichi relativi a 577mila abitanti equivalenti inoltre non subiscono alcun trattamento depurativo" e "il dato relativo ai depuratori, degli impianti di trattamento risulta conforme poco più della metà a livello nazionale, ovvero il 54%". Legambiente ricorda che sull'Italia "pesano già due condanne e una terza procedura d'infrazione, che coinvolgono 866 agglomerati, di cui il 60% in sole tre regioni, Sicilia, Calabria e Campania" e dal 1 gennaio 2017 dobbiamo pagare all'Europa 62,7 milioni di euro una tantum a cui si aggiungono 347 mila euro per ogni giorno sino a che non saranno sanate le irregolarità".

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