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      Tangenti Anas, chiesti 52 rinvii a giudizio, anche Meduri e Dama Nera

       

       

      Tangenti Anas, chiesti 52 rinvii a giudizio, anche Meduri e Dama Nera

      01 ago 17 La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di 38 persone fisiche e di 14 società per il giro di tangenti da centinaia di migliaia di euro che ha coinvolto dirigenti e funzionari dell'Anas in carica fino al 2015. Associazione per delinquere, corruzione, turbativa d'asta, voto di scambio, truffa e abuso d'ufficio i reati contestati a seconda delle posizioni tra gli imputati Antonella Accroglianò, la "Dama Nera", ex capo coordinamento tecnico amministrativo Anas, e l'ex sottosegretario Giuseppe Meduri.

      C'era una "cellula criminale" all'interno dell'Anas, la più grande stazione appaltante italiana chiamata a gestire miliardi di euro di appalti pubblici. Di questo sono convinti i magistrati romani che, a conclusione di un'inchiesta durata oltre due anni, hanno chiesto al gup il rinvio a giudizio di 38 persone fisiche e di 14 società. A chiedere il processo i pm Maria Sabina Calabretta e Mariarosaria Guglielmi, titolari degli accertamenti che hanno permesso di scoperchiare quello che all'indomani dei 19 arresti fu definito un "sistema corruttivo collaudato e per nulla episodico" finalizzato all'aggiudicazione di appalti, ad abbreviare i tempi di pagamento ed a sbloccare contenziosi penali. Gravi reati contestati. A seconda delle singole posizioni si va dall'associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbativa d'asta al voto di scambio, dalla truffa all'abuso d'ufficio. Figura apicale attorno al quale, per l'accusa, ruotava il giro di mazzette era Antonella Accroglianò, la "Dama Nera", potente ex Capo Coordinamento tecnico amministrativo Anas. Tra gli imputati anche gli ex dirigenti e funzionari Oreste De Grossi, Antonino Ferrante, Sergio La Grotteria e Giovanni Parlato, in seguito tutti licenziati, come la Accroglianò. Le tangenti, nel linguaggio dei pubblici ufficiali Anas corrotti, erano "topolini" o "i libri", "le ciliege" o "i medicinali antinfiammatori". A rischiare il processo, tra gli altri, gli imprenditori Concetto Bosco e Domenico Costanzo, interessati ai lavori di adeguamento strutturale e messa in sicurezza dell'Itinerario Basentano, l'ex sottosegretario alle Infrastrutture Giuseppe Meduri (governo Prodi), ritenuto intermediario degli interessi delle imprese Tecnis spa e Cogip in cambio dei quali avrebbe ottenuto dalla Accrogliano' la promessa di assunzione di due persone da lui segnalate. L'accusa di voto di scambio e' contestata ad Accrogliano' in relazione all'assunzione di Pasquale Perri in cambio del sostegno elettorale che quest'ultimo, e' detto nel capo di imputazione, avrebbe dato e promesso presso terzi in favore del fratello, Galdino Accrogliano', alle elezioni della Giunta Regionale della Calabria, del novembre 2014. Gli episodi di corruzione contestati dai pm riguardano, tra gli altri, i lavori della Ss 117 Centrale Sicula, la gara per i lavori sulla SS 260 Picente Dorsale Amatrice-Montereale- L'Aquila, i lavori di ammodernamento del tratto fine Variante Toritto-Modugno e la Variante di Palo del Colle-SS 96 Barese.

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