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Calcio: Cosenza, è caos

Maurizio Prete in comune con i tifosi assiste all'ennesima protesta

 

AS Cosenza, è caos. Tifosi e squadra in Comune. Proteste

03/09 Solito scenario, solita protesta. Stanca, umiliante, ancora una volta nel fango con la faccia a terra. Un intera città umiliata, una tifoseria ancora una volta inviperita. Lo scenario è prima il sanvitino (allenamento bloccato e tifosi che chiedono ai giocatori di andare in Comune) e solita ressa al Comune dove tra qualche spintone di troppo si riesce ad incontrare, in sala consiliare, l’assessore Amedeo Pingitore. Sono oltre cinque anni che questo film va in onda, con e senza Pagliuso, con e senza Intrieri il Cosenza è al punto di partenza. Si protestava e si occupava il campo per le magre figure dell’ultima stagione in B, si protesta e si occupa il campo per questi quattro miserabili anni in serie D. In mezzo neanche un bagliore di luce, un lampo scarlatto di speranza degno di questo nome. Niente. Costruttori, imprenditori, non presidente, presidenti che appaiono e scompaiono alla bisogna e il tifoso cosentino che crede nelle tante promesse fatte. Quasi a fare una figura da allocco. Anche oggi la pazienza ha superato il limite. Allenamento bloccato al sanvitino e tutti in comune. Un inizio di campionato nell’ombra della penombra. Sfilata di giocatori che appaiono e puntualmente scompaiono (Sarli, Marcosano, Cirillo, Sparacio, Belmonte, Gallicchio) fino ad arrivare ad ieri quanto il presidente Intrieri firma le liberatorie a Lio, Scorrano, Vanzetto e Di maio. Un piano prestabilito per alleggerire la società e ripartire o una bandiera che oltre ad esser ammainata viene anche ignominiosamente calpestata? I fantasmi della Casertana prendono sempre più corpo. A dire il vero qualche mossa c’è, ma è così platealmente falsa che neanche un bambino ci cascherebbe. Sabato arriva nelle redazioni di radio, TV e di alcuni giornali, un comunicato stampa spedito da un fax di una copisteria di cosenza. La nota, pressappoco, parla di una cordata di imprenditori reggini guidati dall’ex accompagnatore dei Lupi della scorsa stagione che hanno rilevato la società e che entro giovedì ci sarebbe stata la ratifica dell’accordo. Il tutto firmato da una fantomatica, quanto anonima ed offensiva firma, “Imprenditori cosentini”. Una vergogna. Qualcuno ci casca e fa sapere che la voce è addirittura confermata. Intrieri da parte sua non replica ma manda a dir ece entro giovedì ci sarà una svolta epocale. Minacce di trasferire il titolo, telefonate di qua e di la, vicepresidenti e allenatori che appaiono nelle televisioni. Ognuno ha la sua ricetta e la sua versione. Ma la verità è sempre nuda e cruda davanti a tutti: non ci sono risorse e la società e letteralmente allo sbando. Il Presidente non va al San Vito nelle prime due gare e non va neanche a Siracusa nella terza. Il DS, Maglia, parla, non potendolo fare perché squalificato, e cerca di tenere i cocci assieme. Casale, investito appena una ventina giorni fa con il mantello del timoniere e traghettatore verso una riscossa deve abbandonare la nave, oramai colata a picco, con l’attaccante Belmonte. Scorrano, a nome di tutti fa sapere che la maggior parte dei giocatori dopo il 30 andranno via. Conferenze stampa, umiliazioni su umiliazioni e nel frattempo la truppa si continua ad allenare e a giocare con grande dignità. Appaino i sostituti di Zunico. Altre trattative, altre illusioni. Il caos si moltiplica a livello esponenziale. I giocatori sono praticamente frastornati. I tifosi ne hanno le tasche piene. In Comune l’ass. Pingitore fa sapere che l’ennesima cordata, questa volta austro-ungarica, è pronta all’uso. Di chi? Dei media? Ma nessun cenno di calma o di razionalità si intravede. Nessuno riesce trovare la leva del freno a mano per bloccare questa locomotiva impazzita. E noi? Abbiadiamo superato la soglia del disgusto e della decenza. Non riusciamo neanche a raccontare quanto avviene sul e intorno al terreno di gioco. Eppure in questi cinque anni abbimo cresciuto tanto di quel pelo sullo stomaco che credevamo di poter superare ogni procellosa bufera. Macchè. Contro al caos predeterminato, teso solo a far scontrare le parti, non c’è nulla da fare. Ai voglia a sgolarti. Sembra che la maga Circe abbia incantato tutti. Sordi, muti e incazzati ma senza nessuna speranza per il futuro. Ora però, ne abbiamo le tasche piene. Fin quando la follia regnerà all’ombra del Crati faremo finta che quest’anno, in cui le umiliazioni continuano a fioccare, sia l’ennesimo verso la costruzione della Squadra Promessa. Basta!

 

Il servizio di Teleuropa Network

 

 

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