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Sport: Calcio

 

Arbitrato: Il Milan chiede lo scudetto, Juve e Lazio lo sconto

11/10 Il Milan vuole l'ultimo scudetto, la Juve una sostanziale riduzione della pena, la Lazio che le venga tolto il -11 che sta scontando in questo campionato. Si riassume in queste richieste quanto è successo oggi davanti alla commissione di Arbitrato del Coni, l'ultimo grado di giudizio della giustizia sportiva, che dovrebbe mettere fine ai processi di Calciopoli, in attesa che partano quelli dei tribunali penali. La decisione del collegio arbitrale presieduto dal professore di diritto canonico Pierluigi Ronzani arriverà però solo verso fine mese, probabilmente in quel 25 ottobre che sarà giorno di vigilia di un importante Cda della Juventus. Sarà forse che all'Olimpico tira aria di sconti fuori stagione, anche se la federcalcio fa resistenza, ma l'impressione che viene fuori al termine della giornata odierna, e in attesa che domani si parli anche della Fiorentina, è che nel calcio italiano ci sia ancora tanta confusione. Sembra quasi che non sia successo niente, e che lo scandalo delle intercettazioni non sia esistito: il legale del Milan Leandro Cantamessa si lamenta che ai calciatori rossoneri, lavoratori come gli altri, non sia stato consentito di fare le vacanze, mentre l'avvocato della Lazio Gian Michele Gentile è convinto di aver fatto "vacillare i colleghi della Figc su almeno un paio di punti" prima di sottolineare la propria fiducia sul fatto che "non ci sarà bisogno di andare al Tar". Come dire che questa possibilità rimane, ed è una minaccia che continua ad essere agitata perché pare possa servire. Chi si aspettava decisioni immediate è rimasto deluso, ma i rappresentanti della linea della fermezza potrebbero aver perso punti, almeno a giudicare dai sorrisi a 360 gradi e dalle esternazioni degli avvocati dei vari club, tutti munitisi di staff legali particolarmente folti. Per la Juventus c'é un suo ex presidente, Franzo Grande Stevens, accanto a quello attuale, Giovanni Cobolli Gigli, e la conclusione è che il -17 potrebbe presto diventare un fastidioso ricordo, anche se non bisogna esagerare: infatti "l'azzeramento della pena è soltanto una speranza", come ha sottolineato Cobolli Gigli, che in gioventù ha fatto il pugile ma ora più che colpire preferisce fare sfoggio di diplomazia. Moggi, Carraro, De Santis, la Gea, le telefonate ai designatori per parlare delle 'griglie' degli arbitri: cosa rimarrà di quei processi che avrebbero potuto 'terremotare' il calcio italiano? Tutti assicurano che non sia stato commesso nulla di illecito, che sono qui per ottenere provvedimenti più equi, la speranza è che almeno tutto ciò serva a riscrivere in fretta le regole. Nel frattempo chi ne chiede il rispetto si sente forse un po' più isolato, e i bookmakers continuano ad accettare puntate sull'entità degli sconti, saldi di fine stagione. Per capire come andrà a finire basterà attendere un paio di settimane.

La Juve in attesa, ma senza distrarsi

11/10 L'attesa è cominciata. Anche a Vinovo, nel suo centro di allenamento nuovo di zecca, la Juventus aspetta il verdetto dell'arbitrato. Occhi e orecchie di giocatori e staff tecnico sono rivolte a Roma, da dove si spera arrivi uno sconto di pena che annulli quella che Deschamps ha definito "una disparità scandalosa tra noi e le altre squadre". La strada per ottenere giustizia, però, non sarà breve se é vero, come ha dichiarato il presidente Giovanni Cobolli Gigli, che la sentenza "arriverà non prima di fine mese". E' probabile quindi che lunedì sera, nel posticipo della settima giornata del campionato cadetto, i bianconeri affrontino il Treviso partendo ancora da sotto zero. Meglio dunque evitare le distrazioni e concentrarsi sulla gara per cercare di ottenere la quinta vittoria consecutiva. Perché alla fine la promozione va comunque "conquistata sul campo", come ha ricordato Cobolli Gigli. E il risultato della prossima partita è scontato solo sulla carta. L'ultima volta che la Vecchia Signora ha prestato i suoi giocatori alle nazionali, alla vigilia del debutto in serie B, non andò granché bene. Contro il Rimini arrivò infatti un pareggio, l'unico di questo scoppiettante inizio di stagione, che fece storcere il naso a critica e tifosi. Domani Deschamps lo ricorderà ai suoi nove campioni di rientro dalle varie rappresentative. Nel frattempo lo avrà già fatto con quelli che, dopo le quattro sberle subite in amichevole contro la Sampdoria, oggi si sono allenati per il secondo giorno consecutivo. Ancora fermo per infortunio il croato Tudor, l'unico indisponibile per Treviso dovrebbe essere Zebina, che continua nel lavoro differenziato. Stanno invece bene tutti gli altri, compresi Nedved, Giannichedda e Balzaretti che non hanno preso parte all'ultima amichevole. Il rinvio della partita contro il Brescia ha permesso a Deschamps di recuperarli al meglio. E la loro freschezza, in attesa di conoscere la condizioni dei nazionali, sarà l'arma in più della Juventus che lunedì scenderà in campo anche contro la scaramanzia. Bisogna risalire infatti al 1962 per trovare una vittoria dei bianconeri di lunedì, in una sfida di Coppa Italia contro il Lecco. Non che i precedenti in questo giorno della settimana, appena tredici, siano tanti. Ma il dato induce comunque alla prudenza. La stessa con cui la società aspetta il verdetto dell'arbitrato.
"Ci aspettiamo una sostanziosa riduzione della pena. L'azzeramento dei 17 punti di penalizzazione? E' solo una speranza....". Lo ha detto il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli al termine della prima udienza presso la camera di Conciliazione ed Arbitrato del Coni. La sessione era interamente dedicata al caso del club bianconero, ed è durata un'ora e 30 minuti. "E' andata come ci aspettavamo - ha detto ancora Cobolli Gigli -. Sono soddisfatto perché è stato un dibattito serrato, in cui abbiamo fatto valere le nostre argomentazioni, e la controparte ha fatto altrettanto. Ora da parte nostra c'é grande fiducia, quindi sono ottimista, anche se la sentenza non arriverà prima della fine del mese". Ma la Juve, sconti dell'Arbitrato del Coni o meno, arriverà in serie A? "La promozione la dobbiamo conquistare sul campo - ha risposto il presidente della squadra bianconera - e partita dopo partita".

La Lazio chiede l’azzeramento della penalizzazione

11/10 Anche la Lazio, tramite l'avvocato Gian Michele Gentile, si dice fiduciosa sull'accoglimento del suo ricorso alla commissione di Arbitrato del Coni. L'udienza che riguardava il club capitolino è durata un'ora e 45', dopo i quali Gentile (protetto da body-guard che tenevano a bada la folla dei reporter) ha spiegato la posizione della Lazio e i motivi del suo ottimismo. "Puntiamo all'azzeramento della sanzione del campionato in corso - ha detto l'avv. Gentile - ovvero all'annullamento del -11. Infatti i -30 sul campionato scorso sono già una punizione sufficiente, che ha avuto gravi conseguenze economiche per noi. Abbiamo presentato un conto, ovviamente documentandolo, di 25 milioni di euro, cifra che avremmo incassato andando in Europa e per ottenere la quale bastava qualificarsi per gli ottavi di finale". Secondo il legale "la posizione della nostra società è particolare, e avrà una considerazione diversa da quelle delle altre squadre, tant'é che abbiamo dato il consenso per una sentenza abbreviata nelle motivazioni". In pratica vuol dire che la Lazio spera di conoscere il proprio destino intorno al 25 ottobre. "Ci hanno detto che, più o meno, la sentenza dovrebbe esserci prima della fine del mese", ha spiegato Gentile. Però non sono da escludere ulteriori sviluppi di questa vicenda. "Il Tar? - ha detto il legale del club biancoceleste -. Sono convinto che non ci sarà bisogno di andarci". Come dire che se il -11 non venisse tolto la possibilità della giustizia ordinaria resta.

De Santis, “aspetto che sia fatta giustizia”

11/10 "Mi aspetto solo una cosa e cioé che sia ristabilita quella giustizia che non è stata fatta nel processo sportivo. Per tutti": Massimo De Santis parla sulla porta della procura di Perugia. Per circa due ore è stato sentito come persona informata dei fatti dai magistrati del capoluogo umbro. Al centro della deposizione una intercettazione telefonica eseguita dai pm di Napoli nei quali lo stesso arbitro farebbe riferimento a notizie provenienti da ambienti giudiziari romani. "Il verbale è stato secretato, non possiamo dire niente" spiegano i suoi legali, gli avvocati Silvia Morescanti e Paolo Gallinelli, che gli sono affianco. De Santis, squalificato per quattro anni dalla giustizia sportiva per le vicende di calciopoli, non si sottrae però a domande su altri argomenti. Spiega di considerarsi ormai un ex arbitro. "Ho finito di dirigere - sottolinea - il giorno in cui mi hanno tolto il mondiale. Penso che oggi non ci siano più le condizioni per scendere in campo". Dice poi di non essere particolarmente interessato all'arbitrato del Coni al quale non si è rivolto per scegliere invece la strada del ricorso al Tar. "Mi aspetto però che venga ristabilita la giustizia - ribadisce - per tutti. Oggi sarebbe da ricominciare da capo con indagini sportive nuove, anche alla luce di quanto è avvenuto con le vicende Telecom. E' giusto cominciare a dare la possibilità di difesa alle persone perché noi non ci siamo difesi. Io sono stato condannato a quattro anni di squalifica da innocente e lo stesso è successo per sanzioni comminate ad altri tesserati e società". Secondo De Santis "la giustizia sportiva ha dato dimostrazione di non essere stata in grado di giudicare". "Penso - prosegue - che la via del Tar sia quella giusta per ristabilire la verità. Credo più nella giustizia ordinaria ed ho piena fiducia che i pm napoletani arrivino a dire quale è la verità".

L’Italia batte la Georgia 3-1 ma Donadoni rimane con i piedi per terra

11/10 L'Ucraina ha battuto la Scozia, comprimendo la classifica del gruppo B di qualifcazione all'Europeo, ma Roberto Donadoni resta con i piedi per terra, nonostante il successo per 3-1 sulla Georgia. "Noi dobbiamo guardare in casa nostra. Venire qui e fare risultato può sembrare facile - dice il ct ai microfoni di Raiuno al termine della partita - invece di facile non c'é nulla. Infatti in certi momenti abbiamo anche sofferto. Siamo stati bravi ad avere pazienza ed a vincere, anche se l'uomo loro in meno ci ha dato qualche vantaggio. Devo dire bravi a tutti. I ragazzi hanno fatto una gara discreta. Come al solito ci sono delle cose da migliorare però lo spirito è quello giusto. Ora guardiamo avanti con più fiducia".

Qualificazione a Euro 2008.

Italia - Georgia 3-1 (1-1)
Reti: nel pt 16' De Rossi, 25' Shashashvili; nel st 16' Camoranesi, 25' Perrotta
GEORGIA (4-3-2-1): Lomaia 5.5, Kizanheisvili 6, Khizanishili 5.5, Kaladze 6.5, Shashiashvili 6.5, Menteshasvili 6, Kankava 6, Tskitishvili 5.5 (29' st Kandelaki sv), Martsvaladze 6.5 (39' st Gigiadze sv), Ashvetia 5 (23' st Kvirkvelia sv), Menteshashvili 5.5 (34 Chanturia, 6 Aladashvili, 26 Modebadze, 38 Grigalashvili). All. Toppmoeller 5.5
ITALIA (4-4-2): Buffon 6, Oddo 6, Cannavaro 6.5 (28' st Materazzi sv), Nesta 5.5, Zambrotta 6, Camoranesi 6.5 (41' st Iaquinta sv) De Rossi 6.5, Pirlo 6.5 (16' st Mauri sv) Perrotta 6.5, Toni 5.5, Di Natale 7 (14 Amelia, 2 Zaccardo, 4 Delvecchio, 18 Inzaghi). All. Donadoni 6.
Arbitro: Riley (Ing) 6
Recupero: 2' e 3'
Angoli: 6 a 3 per la Georgia
Espulso Kankava al 14' st per doppia ammonizione.
Ammonito: Tskitishvili per comportamento non regolamentare.
Spettatori 60.000
Note: in tribuna il presidente georgiano Saakashvili e l'ambasciatore italiano Romano.

Le reti
16' pt: da un fallo laterale De Rossi prende palla ai trenta metri, vede campo e carica il sinistro: il tiro è potente sul palo lontano, ma il portiere Lomaia si fa sorprendere.
25' pt: cross da destra di Martsvaladze, la mezza rovesciata di Kankava prende in controtempo la difesa azzurra, perché al centro arriva Shashisvili che di sinistro a giro batte Buffon.
16' st: Di Natale riceve a sinistra, taglia verso la linea di fondo e mette al centro dove si fa trovare Camoranesi che di testa insacca.
25' st: Di Natale serve in verticale Zambrotta a sinistra, il suo cross rasoterra sfila fino alla parte opposta dove Camoranesi rimette indietro: Perrotta in arrivo in corsa ferma e batte di sinistro.

La Spagna Under 21 in crisi dopo la vittoria dell’Italia

11/10 Que le pasa al futbol espanol? è l inquietante interrogativo che campeggia nei titoli dei quotidiani sportivi all indomani della batosta 1-2 della nazionale under 21 contro l Italia, a Palencia. Una sconfitta costata agli spagnoli ben due qualificazioni, per l Eurocoppa 2007 e per le Olimpiadi di Pechino 2008, che arriva dopo quelle cocenti della nazionale senior contro l Irlanda del nord e la Svezia, che compromettono gravemente la possibilità di salire sul treno degli europei d Olanda. Facile prendersela con gli avversari: Italia, sempre Italia é il titolo che AS dedica all uscita di scena della under 21, attribuendo ai diavoli azzurri onori e oneri di una sconfitta annunciata: Quello degli italiani è un caso da studiare nelle università esordisce il commento di Aritz Gabilondo La loro capacità di trarre profitto dal nulla supera la comprensione umana. Non si spiegano i tanti successi della squadra azzurra con lo scarso calcio proposto nella sua storia e nemmeno si capisce come a Palancia abbia lasciato l Under 21 senza Europei, senza Giochi Olimpici e soprattutto con la stessa faccia di incredulità dei tanti rivali costretti a soccombere... . Per El Mundo Deportivo la rossa è scesa in campo con grinta e dinamismo ed ha avuto le prime opportunità di gol, mancate, con Kepa e Arizmendi. Ma dopo le reti di Chiellini e Montolivo, al 24' e al 34', la strada della nazionale di Sanz è stata tutta in salita, nonostante il colpo messo a segno dal madridista Soldado che al 60' ha accorciato la differenza. Il ct Inaki Sanz è stato l unico disposto ad ammettere la superiorità degli azzurri: Hanno avuto due occasioni di gol e non le hanno mancate. E difficile lottare controcorrente, ancora di più quando si è giovani , ha commentato ai microfoni delle tv. Una delusione difficile da digerire, nonostante lo zucchero per addolcire la pillola propinato da Marca : Malgrado il deficit nello sport principe, la Spagna si è collocata negli ultimi due anni nella elite degli sport di squadra olimpici come terza potenza mondiale , osservano i commentatori ricordando gli ori della pallavolo e pallacanestro. Ma altri hanno da tempo abbandonato i toni trionfalistici. Sport ricorda amaramente che un anno dopo l altro, la rossa con una sola mazzata pone fine alle speranze di migliaia di persone . E questo, nonostante il calcio sia lo sport principe e la Liga spagnola una delle migliori e più seguite nel mondo . La nazionale, invece, è latitante a tutti i livelli, con Luis Aragones con le valigie pronte per andare via , qualora dovesse perdere anche l amichevole di questa sera con l Argentina. Soltanto il quotidiano sportivo on line Goal rende onore ai due golazos della Under 21 azzurra, così ben assestati, dice, che avrebbero fatto tremare perfino la sorella maggiore, campione del mondo .

Ministro Melandri “Rinnoveremo il calcio italiano, ma ci vuole almeno un anno”

11/10 "C'e' un ampio calendario di riforme. Volteremo pagina, rinnoveremo il calcio italiano quando questo calendario di riforme sara' concluso. Ci vuole almeno un anno di intenso lavoro". Lo ha dichiarato a SkyTg24 l'Onorevole Giovanna Melandri, Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport. "La mia opinione e' chiara e semplice: da calciopoli, dalla buifera che ha colpito il calcio ne sono certa non si esce con la conclusione del procedimento della giustizia sportiva che vede oggi l'avvio dell'ultima tappa, ma si esce con un nuovo sistema di regole. Questo processo e' ancora figlio di un impianto vecchio, quello che sta avvenendo nel mondo del calcio con il commissariamento della Figc e la conclusione della gestione commissariale che ha oggi l'obiettivo di riscrivere le regole. Bisogna che questa gestione commissariale riscriva la procedura e le regola della giustizia sportiva, il sistema arbitrale, corretto e riformato, meccanismo di controllo, complesso e complicato con vari enti, sulle societa' e infine con un nuovo statuto della Figc che apra ad una gestione piu' democratica e poi le regole che spettano al parlamento. Non dimenichiamoci che fino a che non saremo tornati ad una gestione collettiva dei diritti tv ci sara' una diversa ripartizione di quei diritti". "Dobbiamo rivedere la cosiddetta legge 91, quella legge che regola l'assetto delle societa' professionistiche di calcio - prosegue la Melandri - e che ha consentito ad alcuni di entrare in Borsa, serve riformare questa legge. Non mi autodefinisco 'supercommissario' ma avverto in pieno la responsabilita' e anche il contesto storicamente speciale in cui ho avuto la possibilita' di dirigere il ministero dello sport. Avverto la responsabilita' di contribuire ad un rinnovamento per il calcio, per il Paese, nella dimensione simbolica e identitaria - conclude il Ministro per lo Sport - una grande riforma da fare per lo sport, per il calcio, per l'Italia, distinguendo le competenze e le funzioni".

Catricalà: “Inadeguato l’attuale sistema di regole”

11/10 "Il sistema delle regole attualmente in vigore, al di la' dello scandalo, e' inadeguato rispetto alla necessita' di garantire competizione libera e corretta nel mercato e nei campi sportivi". Cosi' Antonio Catricala', presidente dell'Autorita' Antitrust dinanzi alla Commissione Cultura della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul calcio professionistico. Secondo Catricala' vanno riviste le norme che disciplinano l'attivita' dei procuratori, l'indipendenza degli arbitri, i rapporti tra Lega e FIGC, il sistema della mutualita'. Da ridisegnare anche la capacita' di produrre ricchezza da parte delle societa' calcistiche e i controlli sulla loro contabilita'. "Poiche' l'ordinamento sportivo gode di autonomia > ha concluso Catricala' > il processo di riforma dovra' trovare spinta propulsiva all'interno della FIGC e, in questo senso, i piu' recenti contatti lasciano ben sperare". Catricala' si e' soffermato in particolare nell'analisi delle entrate delle societa' calcistiche sottolineando come emerga un quadro nel quale le societa' dipendono, da un punto di vista economico, essenzialmente dalla vendita dei diritti televisivi e cio' "costituisce sicuramente un elemento di debolezza intrinseca di queste imprese e contribuisce in modo determinante ad esasperare la sproporzione economica tra le squadre piu' forti e le altre. Con l'ingresso della contrattazione individuale dei diritti televisivi le differenze si sono acuite in modo sproporzionato, al punto da mettere in crisi l'intero sistema. Anche perche' attualmente e' destinato alla ripartizione di mutualita' tra le squadre solo il 19% degli introiti derivanti dai diritti televisivi". Per il Presidente dell'Antitrust "non appare opportuna alcuna regolazione fissa delle modalita' di vendita dei diritti televisivi. L'intervento normativo rischia di non essere conclusivo se non si accompagna con un'incisiva riforma dei meccanismi interni di ripartizione delle risorse". Catricala' ha anche suggerito un'ipotesi di riorganizzazione della FIGC in modo da renderlo "veramente l'ente esponenziale di tutti gli interessi e le istanze che gravitano nel settore secondo un modello di ordinamento piu' democratico"

La Consob consiglia di ridurre il peso degli stipendi dei calciatori

11/10 "Appare una condizione imprescindibile per il riequilibrio economico della gestione delle società sportive la riduzione dell'incidenza sui ricavi dei costi della produzione, tra i quali assume rilievo il costo degli stipendi dei calciatori". E' il 'consiglio' che la Consob, per il tramite del responsabile della divisione emittenti, Massimo Ferrari, dà alle squadre di calcio quotate in borsa. I dati forniti dalla Consob infatti mostrano come più del 50% dei ricavi vengano utilizzati per il pagamento degli stipendi, in valore assoluto nettamente superiore al resto delle altre squadre europee. In secondo luogo, "sarebbe auspicabile che i programmi di diversificazione delle attività riprendano reale vigore, in quanto appaiono costituire un punto di forza delle società quotate estere", ha spiegato Ferrari, anche al fine di ridurre le oscillazioni dei prezzi. Il dirigente ha poi ricordato la difficile vita dei titoli di Juventus, Roma e Lazio in borsa: dal momento della quotazione hanno perso rispettivamente il 54%, l'82,55% ed il 98,16%. E' proprio con i club calcistici internazionali che la Consob confronta l'impatto dei costi degli stipendi sui calciatori, in una serie di tabelle lasciate all'attenzione della Commissione Finanze, dalle quali sono stati estrapolati i seguenti dati.

Squadre Stipendi Percentuale su ricavi
(migliaia di euro)
--------------------------------------------------------------
Aston Villa 43.172 56,63%
Newcastle 66.035 51,18%
Tottenham 49.158 57,40%
Brondby 7.328 35,51%
Galatasaray 638 2,80%
Porto 25.642 62,44%
Juventus 123.353 53,65%
Roma 73.359 53,73%
Lazio 40.843 47,77%

La moglie di Pessotto rivela “Gianluca è scivolato, non voleva suicidarsi”

11/10 Gianluca Pessotto non voleva suicidarsi, è soltanto scivolato in un momento di black out mentale che lui stesso non riesce a spiegarsi, non voleva morire e non era depresso. A quasi quattro mesi da quel drammatico giorno, la moglie dell'ex giocatore della Juventus e della Nazionale ha deciso di confidarsi al settimanale 'Donna Moderna', in edicola domani, nella sua prima (e ultima, dichiara lei) intervista. Reana Pessotto racconta la sua verità, piena di rabbia verso chi, per spiegare il tentato suicidio di Gianluca, ha tirato fuori di tutto: crisi familiari, doping, avvisi di garanzia. "Non voleva buttarsi - afferma convinta -. I medici mi hanno spiegato che è stato un black out. Qualcosa si è scollegato nella sua mente quella mattina. Se fosse stato lucido non l'avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai lasciato le bambine. Anche lui non riesce a capire come può essere successo. Non ricorda nulla di quel giorno e non trova una ragione. Ma poi siamo sicuri che si è buttato?". E spiega: "Le perizie della polizia e dei vigili del fuoco dicono che è scivolato". Tornando a quel fatidico 27 giugno Reana racconta: "Mi hanno chiamato dalla Juve dicendomi che Gianluca era in ospedale. Non sapevo cosa fosse successo. Non ricordo chi mi ha chiamato, i primi giorni sono vuoti. Ero sotto shock". "Quando ho saputo cosa era successo - racconta ancora - non ho cercato spiegazioni, ma ho pensato a lui, che era lì a lottare tra la vita e la morte e alle nostre figlie. E pensavo a me che sarei dovuta andare avanti da sola. Per loro". "Sono stufa di smentire tutte le falsità - continua - che sono state scritte su di noi. Hanno persino detto che eravamo separati". Ma l'insinuazione che più ha infastidito Reana Pessotto è legata al doping: "Gianluca sarebbe stato malato per l'uso di sostanze proibite, secondo i giornali. Invece, se ha reagito così bene a quello che gli è successo è perché ha un corpo più che sano. Ottenuto con l'allenamento e basta". Sui giornali è stato scritto che Pessotto soffriva di depressione: "Non soffriva di depressione", afferma, "andava dallo psicologo come tanti altri che fanno un lavoro stressante, sotto i riflettori. Aveva bisogno di un sostegno. Evidentemente, dietro quella sua aria tranquilla ed equilibrata c'era una parte vulnerabile". Ma allora perché quel salto nel vuoto? Secondo Reana non esiste un perché: Un black out, quindi, da ricondurre forse agli scandali che hanno travolto la Juventus, mandandola in serie B e non, come scritto ovunque, ai problemi di coppia tra i due. Ora dopo lo scampato pericolo la vita in famiglia va lentamente tornando alla normalità. "Sono più serena ora", dichiara, "é ricominciato il solito tran tran. Le bambine vanno a scuola Faccio le cose di sempre, insomma". E continua: "Ho ritrovato la forza di mangiare, vestirmi, uscire di casa solo tre settimane dopo, quando le bambine, che erano dai nonni, sono tornate a casa". Che cosa le ha insegnato questa storia? "Mi ha dato la prova della mia forza". E conclude con un appello: "Dimenticatemi ora, lasciatemi in pace. Ero una persona normale, voglio tornare ad esserlo. Sono stufa della gente che mi indica per strada. Chiedo solo normalità"

Con l’IFRS a rischio i patrimoni di Roma e Lazio

11/10 L'adozione dei nuovi principi contabili internazionali pone seri rischi alla solidità patrimoniale delle squadre di calcio quotate in Borsa ed in particolare Roma e Lazio. Lo ha dichiarato Massimo Ferrari,. responsabile della divisione emittenti della Consob, nel corso della sua audizione alla Commissione cultura della Camera. Dall'esercizio corrente, che sarà il primo in cui Juventus, Lazio e Roma, dovranno redigere il bilancio secondo i nuovi principi Ifrs, "non saranno più adottabili alcune delle opzioni agevolative che la normativa nazionale e di settore ha concesso alle società calcistiche". in particolare, spiega Ferrari, Lazio e Roma dovranno "eliminare gli oneri pluriennali capitalizzati in bilancio" a seguito delle svalutazione eseguite in base al decreto salvacalcio. I valori forniti dalla Consob mostrano una realtà preoccupante: 'gli oneri in questione per Roma e Lazio ammontano al 30 giugno scorso rispettivamente a 80,2 e 127,7 milioni di euro, contro un patrimonio netto di 67,8 e 29,6 milioni. ''Ciò potrebbe comportare, in assenza di variazioni positive, un patrimonio netto negativo", sottolinea Ferrari. Su sollecitazione della Consob, entrambe le società hanno fornito maggiori informazioni relativamente alla propria situazione contabile e patrimoniale alla luce della prossima adozione dei nuovi principi contabili. La Roma, ricorda Ferrari, ha già precisato nei propri comunicati mensili che gli effetti negativi sul proprio patrimonio netto "non determineranno il verificarsi delle condizioni per l'adozione dei provvedimenti" compresi negli articoli del codice civile relativi alla riduzione del capitale per perdite o al di sotto del limite legale. La situazione della Lazio appare più complicata: la sua stima complessiva degli oneri è pari a circa 80 milioni di euro ma secondo il club biancoceleste "sono presenti nel patrimonio della società plusvalenze inespresse la cui valorizzazione consentirà di neutralizzare gli effetti negativi" degli Ifrs. In merito a tali informazioni, Ferrari spiega che la Consob ha intenzione di effettuare "ulteriori approfondimenti, anche in considerazione delle specifiche condizioni poste dai principi contabili internazionali per rivalutare le attività immateriali"

SerieD/ Il Cosenza junior batte la Rossanese

11/10 Il Cosnza juniores batte la Rossanese per uno a zero con gol di Scarlato messo a segno al 21’ del secondo tempo di etsta sugli sviluppi di un angolo. In precedenza la Rossanese sbaglia un rigore. Intanto per sabato Rai International ha annullato la diretta tra Castrovillari e Cosenza. La gara dovrebbe disputarsi domenica, anche se il DG del Castrovillari Perrone ha dichiarato, secondo lui, che si giocherà di sabato. Ipotesi alquanto improbabile visto che non c’è alcuna necessità di anticipare l’incontro.

Rossanese-Cosenza 0-1
Marcatore: 66’ Scarlato
Rossanese: Vitale, Magliarella, Murrone, Morano, Carrieri, Manzillo, Parise, Leone (75’ Tortora),
Berlingieri, Cerri (57’ Lombisani), Giaconia (45’ De Simone). A disp. Uva, Calabretta, Scalise, Scigliano. All. Galluzzo
Cosenza: D’Auria, Cucinotta (57’ Guido), Scarlato, Ambrosecchia, De Pasquale, De Rose (59’ Castiglia), Sanso, Fiscina, Tocci, Gallo, Ferrentino (73’ Molinaro). A disp. Perrone, Mignolo. All. Zunico.
Arbitro: Crispino di Catanzaro
Spettatori: 400 circa con la presenza di 50 tifosi venuti da Cosenza
Ammoniti: Molinari, Scarlato
Angoli: 5-5
Recupero: 2’ pt, 5’ st
Note: De Simone sbaglia un rigore per la Rossanese

 

 

 

 

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